Professoressa: Allora, l’esame può avere inizio. Mi pare che il candidato abbia portato una tesina su un poeta…
Studente: Sì, le poesie di Alvaro Rissa
Presidente di Commissione: Alvaro Rissa?
Altro professore: Ma si tratta di un poeta … contemporaneo?
Presidente di Commissione: Contemporaneo del terzo mondo?
Studente: No, no. Contemporaneo vivente.
(arriva un ragazzo coi capelli lunghi, che si porta una sedia e si siede vicino all’esaminando)
Alvaro Rissa: Alvaro Rissa. Sono io il poeta. A disposizione. Vogliamo parlare del ruolo del poeta nell’oltretomba? O del ruolo dell’oltretomba nella poesia? Oppure, del ruolo della letteratura nella gastronomia?
Insuperabile Nanni Moretti nel mettere alla berlina la ricerca di novità per la costruzione della famigerata tesina del colloquio di maturità!
Oggi i fortunati studenti che affronteranno l’esame 2019 (la Maturità Bussetti) non dovranno più scervellarsi.
Cosa prevede la normativa, che deve “accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale della studentessa o dello studente“?
Eliminata la tesina (di Morettiana memoria e non solo), le commissioni prepareranno, sulla base del documento del 15 maggio, che espone il percorso didattico effettivamente svolto dagli studenti, un elenco di spunti: analisi di testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, nonché la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera. Al candidato saranno presentate tre buste, ne sceglierà una e da qui inizierà il colloquio.
Il candidato deve esporre, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (come l’alternanza scuola-lavoro). Lo studente potrà partire da una relazione o da una presentazione della sua esperienza.
I professori della commissione d’esame devono accertare che gli studenti abbiano maturato competenze e conoscenze nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione.
Ci sono poi le domande della commissione. I commissari esterni e interni sono liberi di fare domande su qualunque argomento compreso nel programmadella materia che è stata assegnata loro dal Ministero. La commissione potrà proporre ai candidati anche domande sull’analisi e comprensione del testo.
Ultima fase: correzione degli scritti.
Tutto questo in un tempo massimo che si presuppone sia di un’ora, massimo un’ora e mezza.
Esaminiamone le criticità più evidenti, oltre il fatto che tutto il sistema viene messo a regime a pochi mesi dalla sua effettiva realizzazione e senza che alunni e docenti siano preparati in tal senso.
Cominciamo dagli spunti di colloquio. La commissione è tenuta a prepararne tanti quanto è il numero dei candidati più due, per garantire che tutti i ragazzi abbiano la scelta tra tre buste. Tralasciamo il discorso sull’aggravio di lavoro per i docenti (malpagati e costretti a turni faticosi per coprire più commissioni), era necessario il quiz alla Mike Buongiorno? Quale busta vuole la uno, la due o la treee? Subiamo la spettacolarizzazione di un momento importante della vita, di un momento che si sogna ancora da adulti, che rappresenta comunque un cambiamento e che non ha certo bisogno, per una verifica seria della preparazione di questi trucchetti ammiccanti (siete in un game, ragazzi, non temete, finisce tutto bene).
La tanto discussa alternanza Scuola-lavoro di cui i ragazzi dovranno rendicontare: perché separarla dal contesto della verifica generale, quasi che il lavoro fuori della scuola sia quello vero mentre quella in classe non sia vera attività. L’otium contro il negotium, tutto a vantaggio del secondo termine, quando invece sappiamo bene, anche chi non è operatore della scuola, che il lavoro in classe è molto più serio, controllato e verificato di quanto spesso non accada fuori dalle aule.
Perché quindi non integrare questo momento dell’esame con il primo per vedere se veramente il ragazzo ha saputo mettere a frutto le competenze, acquisite nel percorso didattico, in un percorso proposto fuori dalle mura scolastiche? In realtà non si è mai capito bene cosa dovesse essere questa alternanza specie per tipologie di istituto che non prevedono ore laboratoriali nel curricolo. Quindi a scontare il disordine ed il pressappochismo dei legislatori scolastici sono i maturandi 2019.
L’orale deve poi accertare le conoscenze e le competenze maturate dal candidato nell’ambito delle attività relative a Cittadinanza e Costituzione, disciplina che spesso viene trascurata nell’offerta formativa. Le scuole, quando hanno potuto, compatibilmente con le loro risorse, hanno spesso avviato progetti ma gli argomenti non sono stati quasi mai affrontati nella vecchia disciplina di Educazione civica, ridotta al ruolo di ancella della Storia che già di per sé è stata mutilata di varie ore. Che domande si faranno ai candidati?
l’Apidge – l’Associazione Professionale degli Insegnanti di Scienze Giuridiche ed Economiche che lotta per l’inserimento dell’educazione civica nei programmi scolastici – si chiede in cosa consisteranno le domande di Cittadinanza e Costituzione, considerato il fatto che “che oltre l’80% degli studenti lamenta che “Cittadinanza e Costituzione” non è stata insegnata o comunque non identificata come disciplina (fonte AlmaDiploma)“.
Insomma un bel pasticcio, una patata bollente che ora i docenti in interminabili riunioni di dipartimento e nei consigli di classe dovranno sbrogliare perché si dia una veste dignitosa a questo guazzabuglio e ci si salvi la faccia. I tanto bistrattati docenti, quelli che hanno tre mesi di vacanza, dovranno garantire serenità e correttezza almeno fino a che qualcosa cambi. Non ci meraviglieremmo se nel 2020 la situazione mutasse ancora.
Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi diceva Tancredi nel Gattopardo.
Cambiare tutto l’esame, a distanza di pochi mesi, vuol dire non voler cambiare la scuola ma creare solo effetti speciali.