Lo aveva già detto in una bella canzone Riccardo Cocciante: era tutto già previsto. L’indegna gazzarra alla quale abbiamo assistito attoniti l’altra sera nella stanza ovale della Casa Bianca era in realtà un reality confezionato dal nuovo imperialismo della comunicazione orchestrato dalla ditta multinazionale di Donald Trump.
È stato un crescendo rossiniano iniziato con la finta negoziazione di un accordo sulle terre rare ucraine quale risarcimento per il sostegno militare offerto gentilmente dagli Stati Uniti alla Ucraina. Il secondo atto della scena è stata la convocazione di Volodymyr Zelensky nella tana del lupo. Non era una occasione per discutere. Il testo andava firmato senza alcuna contropartita alla richiesta del Presidente ucraino di ricevere in cambio rassicurazioni sulla sovranità e sulla integrità territoriale.
Il giorno prima dell’incontro, Donald Trump ha affermato con chiarezza che la salvaguardia della sovranità ucraina è un compito dell’Europa, e che il dittatore ucraino non era nella condizione di chiedere nulla. Poi, come se fosse una concessione, ha negato dopo qualche ora di aver mai detto che Zelensky fosse un dittatore.
Infine, nel terzo atto di questa ignobile rappresentazione, tutte le telecamere sono state accese nello studio ovale, e l’incontro tra Trump e Zelensky si è svolto in diretta televisiva, alla presenza anche del vicepresidente Vance, che ha diligentemente svolto il ruolo di agente provocatore innescando la miccia di uno scontro durissimo, al quale il Presidente ucraino non si è sottratto dimostrando di possedere la schiena dritta di un combattente che difende la dignità del suo popolo.
Ma quando mai si era visto che un delicato incontro diplomatico si svolgesse in diretta televisiva mondiale? Era evidente la scelta di costruire una sceneggiatura funzionale solo al dispiegamento della arroganza imperiale.
Era già tutto previsto. Il reality ha solo dimostrato la nuova fase delle relazioni internazionali nell’era di Donald Trump e dei social media. La prossima volta la diretta sarà affidata a Elon Musk. Sarà X la piattaforma per le trasmissioni imperiali.
Nel 1908 Jack London scrisse un romanzo distopico sulla oligarchia economica che aveva preso il potere negli Stati Uniti. Il titolo racconta quello a cui abbiamo assistito ieri alla Casa Bianca: “Il tallone di ferro”. Zelensky non si è piegato. Ora vedremo come reagirà l’Europa, nel vertice di domenica a Londra.