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Vesuvius Challenge, l’A.I. legge i papiri ercolanesi

by Piera De Prosperis
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Pomeriggio molto interessante non solo per chi, per studio e formazione, conosce gli argomenti, ma anche per chi ha ascoltato contenuti e forse visto per la prima volta materiali di un mondo lontanissimo, combusto dall’eruzione del 79 d.C. Stiamo parlando dei papiri ercolanesi e della loro possibile, sorprendente lettura attraverso l’intelligenza artificiale. Il 16 aprile a villa Fernandes di Portici nell’ambito degli incontri del Portici Science Cafè ne ha parlato il prof. Gianluca Del Mastro dell’Università della Campania “Vanvitelli” in un incontro dal titolo l’applicazione dell’intelligenza artificiale allo studio dei papiri ercolanesi, moderatore Vincenzo Bonadies.

Sembra un ossimoro avvicinare due concetti, due realtà così diversi e lontani nel tempo e nello spazio. Eppure il professore Del Mastro ci ha dimostrato, dati ed immagini alla mano, che tutto ciò è possibile e fattibile. Anzi si sta già facendo con risultati eccezionali e direi quasi commoventi per gli addetti ai lavori. Dopo un excursus in cui si è raccontato della scoperta e della tecnica di scavo della villa dei Papiri, si è entrati nel merito della problematica di lettura offerta dai papiri. Tecniche diverse, ovviamente empiriche, che hanno portato spesso alla distruzione dei materiali, oltre modo fragili ma capaci di racchiudere un tesoro culturale quale la filosofia epicurea di Filodemo di Gadara. Maestro della scuola, protetto dai Pisoni, ospitato nella villa di Ercolano e amico di Sirone, maestro di Virgilio che nella villa di Pausyllipon studiava la dottrina tanto contestata, ma non compresa, da Cicerone.

Insomma un viaggio a ritroso nel tempo, punteggiato dai momenti salienti dello srotolamento e della lettura. Quali i tentativi del Paderni che rompeva i rotoli cercando il midollo. Quelli del principe di Sansevero che usava il mercurio. L’invenzione della macchina di padre Piaggi che si serviva delle interiora di animali o molto più recentemente, negli anni ’90 del secolo scorso, i tentativi più efficaci con l’uso di gelatina ed acido acetico. Fin qui l’uso di mezzi meccanici e fisici che pur consentendo la lettura di frammenti e quindi capaci di fare luce, in parte, su questo tesoro ne hanno determinato irrimediabilmente la perdita o il definitivo deterioramento.

Nel 2000 il mondo scientifico del settore si è fermato: ne rimanevano 600 da srotolare e altrettanti da leggere meglio e in maniera più completa. Bisognava trovare un sistema che penetrando all’interno dei rotoli non ne intaccasse il materiale. Cosa si è pensato? Facciamo loro una TAC, utilizziamo i raggi X che consentono di ottenere immagini tridimensionali. Difficile continuava ad essere la lettura dei segni grafici, perché le immagini risultavano sfocate. Nel 2023 la svolta. Il progetto Vesuvius Challenge, lanciato da studiosi ed investitori della Silicon Valley, che propone riconoscimenti in denaro per chi riesca a trovare un sistema per decifrare la scrittura. Un progetto impostato in maniera molto diversa da come siamo abituati qui in Italia. Ti fornisco il finanziamento, anche cospicuo, in base ai risultati che dimostri di aver raggiunto e non viceversa. Per giunta i finanziamenti sono a scalare, a seconda del risultato raggiunto. Ad aggiudicarsi i 700.000 dollari del primo premio del progetto è stato un team composto da Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger che hanno applicato l’AI per analizzare le immagini fornite dalla TAC con algoritmi di machine learning atti a riconoscere più precisamente i caratteri. Tre giovanissimi di paesi diversi che hanno rivelato l’inchiostro su una striscia continua lunga quindici metri, virtualmente svolta dall’interno di un rotolo ercolanese conservato presso l’Institut de France di Parigi. Lalgoritmo utilizzato ha scoperto sottili differenze nella struttura superficiale del papiro. Questo ha permesso di portare alla luce diverse lettere, come πορφυρας (porphyras), un termine che in greco significa “porpora”, un colore associato nell’antica Roma al potere. Il professor Del Mastro ci ha tenuto a sottolineare che nel programma l’AI non conosce il greco antico ma riconosce solo l’inchiostro, quindi non esiste possibilità di fraintendimento, così come i disegnatori che ricopiavano i primi papiri srotolati non conoscevano la lingua classica. Cosa abbiamo dunque? un’immagine multispettrale che utilizza vari livelli di infrarosso per capire la differenza di inchiostro degli strati carbonizzati in cui è arrotolato il papiro. Su di essa l’uomo, i tre ragazzi, hanno addestrato l’AI a ricostruire le lettere e quindi le parole. Il team di papirologi della Challenge di cui fanno parte due studiosi italiani, il prof. Del Mastro e la dott. Federica Nicolardi, membri del Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi “M. Gigante” (grande promotore degli studi di settore), ha decifrato più di duemila caratteri greci.

Si apre quindi davvero un mondo di scoperte che entusiasmano gli studiosi e il prof. Del Mastro ne è stato un esempio durante l’incontro. Ma la TAC e l’AI potrebbero essere usati per la lettura di altri documenti oggi inaccessibili. Per esempio i fogli di papiro di recupero impiegati nel cartonnage, una tecnica simile alla cartapesta con cui nell’Antico Egitto si avvolgevano le mummie.

Considerazione finale. Dare fiducia ai giovani ed alle nuove tecnologie è il metodo migliore perché il mondo possa progredire. Lo studio degli antichi reperti costituisce un modello virtuoso di approccio multidisciplinare alla conoscenza del passato ma anche a nuove possibili pacifiche applicazioni della tecnologia.