Com’è triste Venezia se diventa un parco divertimento per il quale si paga un biglietto e magari si fa pure la fila. Per la Serenissima però, con gli oltre 10 milioni di turisti che ogni anno circolano tra le sue calli, si parla (da anni) di overtourism; e l’elevato numero di turisti abbassa drammaticamente la qualità di vita in città. La Serenissima si spopola, il numero di residenti decresce molto velocemente, l’economia locale ne sta risentendo e, dal punto di vista ambientale, la città sta correndo rischi serissimi. Serve un modo per arginare il numero di persone in città. Da qui la decisione di rendere l’ingresso a Venezia a pagamento, soprattutto nei giorni “da bollino nero”.
La misura prevede il pagamento di un ticket di ingresso di 5 euro per i visitatori occasionali. Per ora il calendario ha fissato 29 giornate in cui sarà obbligatorio per i turisti giornalieri residenti fuori dal Veneto munirsi del biglietto. I visitatori che pernottano in alberghi, affittacamere e B&B, non dovranno pagarlo perché pagano già la tassa di soggiorno.
Il primo esperimento c’è stato il 25 aprile appena trascorso: la giornata ha vissuto momenti di tensione con proteste contro il ticket tra manifestanti e polizia. Nel tentativo di entrare in città, il corteo dei manifestanti è stato bloccato da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa che lo ha respinto con forza. Nello scontro è volata anche qualche manganellata.
L’obiettivo del Comune di Venezia è scoraggiare il turismo “mordi e fuggi” in determinate giornate dell’anno in cui l’affluenza di visitatori è alta. Il tema delle limitazioni, dei divieti, dei numeri chiusi, è sempre più sentito in Italia e Venezia non è l’unico caso in cui sono state messe in atto delle procedure specifiche per moderare gli effetti negativi del turismo, sulla città e sui suoi abitanti. Tuttavia, Venezia sarà effettivamente la prima città al mondo a imporre un vero biglietto d’ingresso per chi arriva in città a scopi puramente ricreativi. Sarà un intervento utile?
Sulla misura ci sono opinioni contrastanti, ovviamente favorevole al pass è il sindaco della città, Luigi Brugnaro spiega che «il contributo di accesso è una sperimentazione, la prima al mondo, un tentativo di gestione dei flussi turistici, per garantire una migliore qualità della vita ai residenti e della visita per i nostri ospiti». E precisa: «Non lasceremo fuori nessuno, Venezia non diventerà una città chiusa».
A rifiutare il ticket sono però in molti. A cominciare da Matteo Secchi del gruppo di attivisti Venessia.com: «Quasi tutta la città è contraria», «Non si può imporre un biglietto d’ingresso in una città; non stanno facendo altro che trasformare la Serenissima in un parco a tema».
«Pensano che questo provvedimento risolverà il problema, ma non hanno capito bene le conseguenze del turismo di massa su una città come Venezia», sostiene dal canto suo Federica Toninello di ASC-Assemblea sociale per la casa. «Per cominciare, 5 euro non serviranno a scoraggiare le persone. Il problema non sono poi i visitatori giornalieri. Ciò di cui abbiamo bisogno sono politiche per aiutare i residenti, ad esempio, stabilendo regole per limitare Airbnb».