D-day. Sbarco in Normandia. Jour-J, in francese. Era il 6 giugno 1944.
Ieri, 27 dicembre 2020, ecco il V-day. L’avvio simbolico della campagna di vaccinazione anti Covid-19 nell’Unione Europea. Il 26 dicembre, 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech sono arrivate dal Belgio all’ospedale Spallanzani di Roma. Da qui, per consentire all’intero Paese di partecipare al Vaccine day europeo, l’esercito le ha prelevate per distribuirle in tutte le altre regioni.
Le successive dosi di Pfizer, così come previsto dal Piano Vaccini, saranno consegnate direttamente dalla casa farmaceutica ai 300 siti di somministrazione individuati dalla struttura commissariale in accordo con le Regioni. La vaccinazione vera e propria inizia oggi con la consegna di 470mila dosi a settimana.
Immaginarsi lo sbarco dei vaccini come lo sbarco di un esercito di valorosi combattenti, animati da sentimenti di compassione, pronti a difendere noi tutti da un tiranno ben più pericoloso di Hitler, è un soffio.
La buona notizia ci ha sicuramente alleviato il peso della solitudine dei giorni di Natale. Li abbiamo vissuti con rassegnazione ma anche con una pacata dolcezza nel riscoprire piccole cose. Magari pasti non più abituali durante la festa, quando fino allo scorso anno bisognava andare incontro al gusto diverso degli ospiti. E comunque il 27 ci ha ripagato pienamente. Il vaccino lo faremo tutti, è un dovere non solo sanitario ma direi morale. La generazione dei baby-boomers, quelli che per intenderci hanno sul braccio il segno indelebile della vaccinazione antivaiolosa, sono tutti d’accordo. Abbiamo vissuto le campagne di vaccinazione antipolio, Salk e Sabin, quella contro il colera, contro l’epatite C. Insomma, ci crediamo e ci sembra decisamente irrazionale dare seguito alle polemiche no-vax.
I politici devono dare l’esempio, come ha fatto Biden, ma a tempo e luogo. Il primo politico italiano a vaccinarsi in pubblico è stato il presidente della Regione Campania De Luca, anche se il suo nome non era nella lista delle persone da vaccinare. Un gesto di eccessiva sovraesposizione, come ci ha abituati in quest’anno De Luca, ovviamente un gesto poco opportuno. Ma insomma. Forse un peccato veniale, se pensiamo che dovremo farlo tutti.
Se il Natale è soprattutto simbolo di rinascita e rinnovamento, la data del 27 dicembre è stata ben scelta. La simbologia conta per rafforzare in noi tutti la speranza che veramente ci stiamo lasciando alle spalle il buio e stiamo lentamente ma inesorabilmente andando verso la luce.