Quanta retorica, quanta banalità, quanti luoghi comuni. Quanti fischi ieri sera al San Paolo alla cerimonia d’inaugurazione delle Universiadi.
I fischi sono stati prima per De Magistris, che ha rivolto un velocissimo saluto di benvenuto ed è quasi fuggito. Poi per De Luca che, col viso contratto, ha resistito nel suo discorso elettorale di autocompiacimento fino a trasformare i buuu in applausi citando la piccola Noemi. Ma gli applausi non erano per lui, erano per lei.
Sono gli incerti del mestiere, soprattutto quando si governa secondo l’antico criterio: feste, farina e forca. I napoletani hanno avuto molta forca negli ultimi anni e pochissima farina. Quando gli dai la festa il minimo che ti possa succedere è di essere contestato.
Ma al di là delle nostre piccole beghe locali, sempre tristi e addirittura mortificanti in uno scenario mondiale, lo spettacolo inaugurale offerto al pubblico internazionale ha chiarito quale idea di Napoli abbiano gli organizzatori: i numeri della Smorfia, la sirena Partenope, il Vesuvio, il golfo, Pulcinella, Totò, Funiculì funiculà e simili innovative simbologie. Né ci hanno aiutato gli argentini con la maglia di Maradona o i brasiliani con la scritta “grazie per la pizza”.
Molto pittoresco. E’ questa l’immagine che gli autodefinitisi “amici di Napoli” vogliono dare della nostra città? Questo deve essere il nostro ruolo e il nostro futuro? Grazie per l’incoraggiamento.