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Un porporato in CGIL, Nando Morra scrive al cardinale Sepe

by Nando Morra
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‘Io nun capisco, duttò, comm’è che alla tua età e alla mia c’è una lucidità che ci spaventa!’ È sua Eminenza, card. Crescenzio Sepe, 80 anni, che parla. Si rivolge a Nando Morra, 87 anni, comunista d’antan, figlioccio politico di Giorgio Amendola, Giorgio Napolitano e Maurizio Valenzi, già Segretario Generale della CGIL Campania, consigliere regionale e comunale, una lunga esperienza di amministratore, per ultima la sua fattiva Presidenza della Mostra d’Oltremare.

I due giovanissimi ottuagenari si sono conosciuti ad inizio secolo a Contursi Terme in un convegno promosso dall’allora sindaco della città, Giacomo Rosa. Da allora hanno stabilito un’amicizia inossidabile, al punto che il cardinale non ha esitato a varcare la soglia della sede del sindacato ‘rosso’ – la prima volta in vita sua e la prima volta di un porporato in Italia – due anni fa, in occasione dell’85° compleanno di Nando, che lì – e dove altro avrebbe potuto? – aveva organizzato la sua festa.

Ci è poi tornato mercoledì scorso, 13 dicembre, per co-presentare l’ultimo lavoro dell’amico, ‘Il messaggio di Levi e il Mezzogiorno’. In sala, affollata di amici ed estimatori di Morra, c’erano anche Giacomo Rosa, il ‘ruffiano’ del loro primo incontro a Contursi, il prefatore del libro Nicola Filazzola e il postfatore Giovanni Squame. Il panel dei presentatori è stato poi di assoluto livello: coordinati da Luigi Vicinanza si sono confrontati Adriano Giannola, Rossella Paliotto, Gianfranco Nappi e Nicola Ricci.

Nell’occasione Nando Morra ci ha consegnato una sua lettera personale, che ha consegnato in privato all’amico cardinale. Per la sua carica emotiva e di testimonianza di una stagione della nostra democrazia, nella quale le persone si ritrovano oltre gli steccati – anche quelli alla Guareschi – gli abbiamo chiesto l’autorizzazione a renderla pubblica. Eccola.

 

Un porporato in CGIL

Non ho titoli e specificità culturali o ecclesiastiche per proporre una riflessione sul Cardinale Emerito Crescenzio Sepe, già Patriarca della Chiesa di Napoli. Ho titolo, forse, per una testimonianza laica al traguardo dei suoi 80 anni di una “vita, bella, intensa e appassionata “, per dirla con Luciano Lama, leader della CGIL nei precedenti decenni, sotto il profilo della sensibilità umana, del protagonismo civico e sociale, del suo essere insieme ‘pastore’ e ‘popolare’. Un ‘Principe’ della Chiesa incrociato lungo il mio percorso fatto di molte vite, molte passioni, impegni nelle istituzioni, nella società civile, nell’associazionismo.

Una testimonianza che ha radici nei primi anni del terzo millennio, un incontro sui temi della scuola e dello sviluppo territoriale promosso dal Sindaco Giacomo Rosa a Contursi Terme, che da poco aveva conquistato, con l’impulso di Lega Autonomie, il riconoscimento di Città, conferito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un rapporto sviluppato con intensità umana e contenuti sociali negli anni in cui sono stato Presidente della Mostra d’Oltremare per poi consolidarsi e proseguire nel tempo.

La prima occasione significativa fu l’apertura della ‘Fiera della Casa’.

Non era questione di ‘cerimoniale’. Il CdA della Mostra era determinato a puntare su innovativi campi di intervento, sia rilanciando e riqualificando le iniziative, sia – e soprattutto – l’insieme della struttura architettonica, artistica e naturalistica, sia innescando una progettualità avanzata per programmi capaci di trasformare la Mostra in ‘grande attrattore’ per i cittadini e, al contempo, in un ‘motore di sviluppo’ per Napoli e per la Campania. Le massime autorità, espressioni delle specificità territoriali, dovevano ritrovarsi non ‘ospiti’ di eventi, ma soggetti fondativi e protagonisti del progetto di rilancio.

Il Cardinale Sepe condivise con entusiasmo strategia e obiettivi insieme ad un’altra personalità, l’allora Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, contribuendo a declinare un più incisivo ruolo della Mostra. Rappresentando sempre con autorevolezza il ruolo proprio ma anche di riferimento sociale che travalica i confini della rappresentanza, il Cardinale Sepe non ci ha fatto mai mancare vicinanza e supporto.

Fu così per la complessa conclusione dei lavori e per la inaugurazione del prestigioso nuovo PalaCongressi, impreziosito dalla mostra di opere degli allievi della Accademia delle Belle Arti. Fu così per tanti altri momenti di particolare rilievo, tra i quali la dedica del ricostruito Teatro dei Piccoli al ‘Giubileo dei ragazzi’, inserendo l’opera nello scenario del ‘Giubileo’ promosso dal Cardinale Sepe, con la apposizione di una targa-ricordo.

Fu festa grande. Era un cantiere ancora aperto e tutti indossavano i ‘caschi’ bianchi o gialli. Il Cardinale accolse con sorriso spontaneo e divertito la consegna del ‘Casco Porpora’, segno distintivo della sua alta responsabilità pastorale e sociale. Anche questa una prima volta: il casco del Cardinale!

La presenza costante e l’apprezzamento manifestato nei tanti interventi pubblici verso i dirigenti e le Maestranze della Mostra, cogliendo i passaggi essenziali per proiettarli nel futuro della Città e della Campania, è stata pieno e senza infingimenti. Anche in occasione della presentazione del ‘Grande Progetto Speciale’ per la riqualificazione della Mostra, finanziato dalla UE e dalla Regione Campania, il Cardinale Sepe espresse plasticamente il profondo spirito umano e popolare che hanno connotato il suo lungo Magistero ecclesiastico e civile, facendone un riconosciuto protagonista delle tante difficili fasi attraversate dalla Città e dalla area metropolitana.

Non è possibile dimenticare l’enorme mole di impegno e di realizzazioni del Cardinale: dal primo ‘bacio’ alla terra di Scampia, al sostegno per le cure pediatriche nei presidi sanitari della Campania con le ‘Aste di beneficenza’ all’Auditorium RAI di Napoli, alle notevoli Pastorali, alla ‘Casa di Tonia’, alla Farmacia Sociale e tante altre; dalla emergenza COVID alle forti denunce di lotta alla criminalità. Si tratta di importanti campi di intervento sociale che esulano dalla testimonianza personale. Ma i contenuti e valori di una amicizia autentica e disinteressata cresciuta nel tempo e l’ampia apertura culturale e sociale del Cardinale Sepe emergono anche da altri particolari di rilevante significato.

Le lettere personali di commento ai diversi momenti partecipativi costituiscono – per chi scrive – un patrimonio esclusivo di straordinaria unica valenza etica e sociale e, al tempo stesso, testimonianza dello spessore umano che si estrinseca sia condividendo la passione dei tifosi azzurri del Napoli, partecipando ogni anno al ritiro in Val di Sole; sia concludendo con “A Maronna v’accumpagne…” tante omelie e tanti incontri; sia ancora, con i grandi doni che intese dedicarmi con generosità in due occasioni particolari. Momenti di rara emozione e intensità umana e valoriale.

Il primo. La celebrazione nella Cappella Privata dei cinquanta anni di matrimonio. Momenti intensi che si radicano nella testa e nell’animo.

Il secondo. La partecipazione alla festa per i miei 85 anni organizzata dai compagni della Camera del Lavoro di Napoli. La prima volta in assoluto in Italia che un Cardinale si sia recato presso una sede della CGIL per incontrare tanti dirigenti del movimento operaio, ma soprattutto un amico, “trovato e subito riconosciuto”. Quel 25 ottobre era giorno proibitivo, di freddo e di bufera, qualcuno non venne. Il Cardinale Sepe fu tra i primi!

Della partecipazione sapeva solo Nicola Ricci, Segretario Generale della CGIL Campania. Incredulità prima poi gioiosa sorpresa. Il Cardinale Sepe è stato sempre vicino al mondo del lavoro con impegno diretto. Ha saputo fondere e interpretare il legame profondo con la città e la sua gente, sia partecipando a numerose assemblee nelle fabbriche in crisi, sia promuovendo specifiche iniziative.

Parlò dal palco dell’affollato salone con lo striscione CGIL alle spalle. Concluse tra gli applausi con un caldo, affettuoso, ecumenico, personalissimo… “A Maronna v ‘ accumpagne…”. Salutò così anche nel giorno dei suoi 80 anni insieme al Clero della Campania, al nuovo Vescovo don Mimmo Battaglia, al Sindaco Manfredi e tante donne e uomini espressioni delle tante articolazioni della economia e della società.

Terzo. La partecipazione alla presentazione in CGIL del mio libro Il messaggio di Levi e il Mezzogiorno. Tra diserzione della sinistra e Autonomia Differenziata.

Napoli è città che ha memoria corta. Soprattutto verso i cittadini che si impegnano per il bene comune. È dunque giusto riproporre, insieme agli auguri per il Cardinale Emerito di Napoli, un ricordo di schizzi in controluce su aspetti che esulano dai confini della missione propria di Pastore per essere ancorati alla sua aperta e robusta formazione culturale e all’impegno più globale per la crescita civile e sociale di Napoli e della Campania.