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Un incendio ogni due giorni, gli interventi dell’Arpac

Per valutare le conseguenze ambientali degli eventi

by Redazione
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Montesarchio (Benevento). Santa Maria Capua Vetere e Aversa (Caserta). Giugliano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Barra e Camaldoli (Napoli). Sette incendi dal 19 giugno ad oggi. Quasi uno ogni due giorni. Eventi sui quali l’Arpa Campania è stata chiamata ad intervenire d’urgenza con i suoi tecnici e le sue attrezzature per monitorare la situazione.

Vediamo com’è andata partendo dall’incendio forse più impressionante, per tanti motivi. Quello divampato fra il 19 e il 21 giugno scorsi sulla collina dei Camaldoli a Napoli. Si è trattato di un incendio boschivo che ha sollevato una nube di fumo e diffuso cenere su diverse zone della città. Ma proprio in quei giorni “l’intera Campania è stata interessata dall’eccezionale afflusso di polveri di origine sahariana che ha determinato un peggioramento della qualità dell’aria con le concentrazioni del PM10 che, in quasi tutte le stazioni della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria dell’Arpa Campania, hanno superato nettamente la soglia di 50 μg/m3 che la normativa stabilisce non debba essere superata più di 35 volte nel corso di un anno, con concentrazioni medie giornaliere che in diverse stazioni hanno superato il valore di 100 μg/m3. Questo fenomeno naturale, che ha interessato in modo pressoché uniforme l’intera regione, è proseguito anche nella giornata del 21 giugno determinando in modo prevalente lo stato della qualità dell’aria, rendendo poco significativo il contributo di eventi locali come l’incendio boschivo dei Camaldoli”.

 

 

Passiamo ad Aversa. Negli stessi giorni, il 19 giugno, scoppia un incendio in un deposito di materiale idraulico sanitario in viale Europa. Le fiamme distruggono anche diverse auto nel parcheggio del condominio adiacente e materiale in vetroresina, pvc, ceramica, metallo. Materiale posto su bancali di legno e imballato con cartone o pellicola in polietilene. I Vigili del Fuoco chiamano l’Arpac. I tecnici del Dipartimento provinciale di Caserta si recano sul luogo e vi installano un campionatore ad alto volume per la ricerca di diossine e furani eventualmente dispersi in atmosfera. L’incendio è domato ma ci sono ancora fumi. Nelle ore immediatamente successive al rogo non viene evidenziato “un andamento delle concentrazioni degli inquinanti monitorati riconducibile all’incendio”. Il 21 giugno il primo rapporto di prova del Laboratorio evidenzia un valore di 1,84 pg/Nm3 [I TEQ] (il valore di riferimento è di 0,15 pg/Nm3 [I TEQ]). Ma il secondo rapporto di prova, emesso il 22 giugno, mostra che la concentrazione è scesa a 0,084 pg/Nm3 [I TEQ].

 

 

Torniamo a Napoli, a Barra. Il 28 giugno i tecnici del dipartimento Arpac di Napoli, anche in questo caso chiamati dai Vigili del Fuoco, intervengono per un incendio divampato nei pressi di via Cupa Cimitero che ha bruciato legno, pneumatici, indumenti, materassi. Viene installato un campionatore ad alto flusso di aria per la ricerca di diossine e furani dispersi in atmosfera. Le stazioni Arpac fisse di monitoraggio della qualità dell’aria più vicine al luogo dell’incendio (via Argine, piazza Garibaldi e nel parco della Reggia di Portici) mostrano concentrazioni orarie degli inquinanti monitorati “in linea con l’usuale ciclo giornaliero”. Le concentrazioni di diossine e furani misurate dal campionatore dalla mattina del 28 giugno alla mattina del 29, risultano pari a 0,05 pg/Nm3 [I TEQ]. In linea, quindi, con i valori di riferimento.

 

 

Rimaniamo nel Napoletano, tra San Giuseppe Vesuviano e Terzigno. Nel pomeriggio dello stesso 28 giugno divampa un incendio in via vicinale Giugliani. I tecnici Arpac di Napoli effettuano subito un primo sopralluogo ad incendio ancora in corso, di concerto con Vigili del Fuoco e Polizia municipale. Anche qui si tratta di rifiuti abbandonati: materassi, indumenti, pneumatici fuori uso. La mattina successiva installano il campionatore ad alto flusso. Nel primo periodo di campionamento di 24 ore i valori risultano inferiori a quelli di riferimento.

 

 

Il 25 giugno, incendio nel campo Rom di via Carrafiello a Giugliano. I tecnici Arpac di Napoli intervengono su richiesta dei Vigili del Fuoco per valutare le conseguenze ambientali dell’evento. “A una prima osservazione si è constatato che la pioggia intensa ha contribuito allo spegnimento rapido dell’incendio favorendo la ricaduta al suolo di eventuali contaminanti”. Addirittura niente fumo. Ma il successivo 1° luglio devono tornare sullo stesso luogo per un nuovo incendio, in fase avanzata di spegnimento, di cumuli di rifiuti depositati sul terreno di varia tipologia. Viene installato il campionatore ad alto flusso. Concentrazioni di diossine e furani: 0,02 pg/Nm3 [I TEQ], largamente inferiore al valore di riferimento.

 

 

Montesarchio, Benevento. Il 4 luglio si sviluppa un incendio all’interno di un deposito di un’azienda di produzione olearia situato in area industriale. I tecnici Arpac del Dipartimento di Benevento intervengono sul posto su richiesta dei Vigili del Fuoco per valutare le conseguenze ambientali dell’evento. All’atto del sopralluogo l’incendio appare quasi completamente estinto. I tecnici dell’Agenzia forniscono indicazioni sulla gestione delle acque di spegnimento e constatano che tra il materiale combusto figurano cartone e farine utilizzate nel processo di lavorazione dell’olio. Vengono installati una serie di campionatori radiali passivi per avere un quadro delle concentrazioni degli inquinanti generati dalla combustione.

 

 

Non a caso, in occasione della presentazione dei primi risultati della campagna straordinaria di monitoraggio della qualità dell’aria avviata lo scorso 19 giugno in collaborazione con il Comune di Santa Maria Capua Vetere, è stato sottolineato come da diversi anni l’Arpac, in aggiunta al monitoraggio quotidiano dell’aria effettuato dalle stazioni fisse dislocate sul territorio regionale, esegua campagne integrative attraverso l’utilizzo di laboratori mobili che invia laddove emergono esigenze specifiche di indagine.

Ci auguriamo che possa farlo sempre di più e che a questo scopo venga dotata delle necessarie, attualmente insufficienti, risorse.