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Ucraina, l’inizio del rompete le righe

L'Atlantico è inquinato. Forse perso

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L’Atlantico è inquinato. Forse perso. Non è un titolo allarmistico ma reale. Quanto avvenuto ieri in mondovisione nello studio ovale tra il Presidente Trump, il suo Vice J.D. Vance ed il Presidente Ucraino Zelensky è solo l’inizio di un totale rompete le righe o, nella versione trumpiana, global disruption.

Intanto una prima domanda sorge: perché Vance era lì, in un incontro di vertice tra le due Nazioni? Perché si è intromesso nella conversazione del presidente Trump ed ha redarguito in mondovisione Zelensky? La risposta è facile. E’ stato un grande set up, un trappolone creato ad hoc per far abboccare Zelensky. Riuscito in pieno. Sarebbe potuto andare diversamente? Certo. Se solo Zelensky avesse preteso un incontro a porte chiuse, senza media globali, con Trump e senza il suo vice Vance. E’ andata diversamente. Non e’ stato un incontro di statisti o un talk diplomatico ma, nello stile trumpiano, pure business. Io metto i soldi, invio armi tu ti allinei alla mia volontà e ubbidisci.

Ma nel carniere Zelensky aveva una nazione martoriata, centinaia di migliaia di morti, milioni di rifugiati. Poteva non mostrare il suo orgoglio di fronte alla sanguinosa invasione dell’Ucraina da parte di Putin? Non poteva farlo. Potevo solo mitigare la rabbia trumpiana. Zelensky torna a casa con il solo sostegno europeo, nemmeno di tutti i Paesi dell’Unione. Polonia e Paesi Baltici ben conoscono e leggono le mire espansionistiche russe. Sono in prima linea a sostegno dell’Ucraina: Germania, Francia e UK al loro fianco. Il governo italiano si guarda intorno: prudenza, reticenza, paura o semplicemente la sindrome di una non combact Nation.

Intanto ogni titubanza, ritardo, indecisione europea va tutto a favore di Putin. Definito da Zelensky un killer. Chi conosce il nemico trova sempre le parole adatte per definirlo. L’Europa è sola, ma non sguarnita. Deve attivarsi per la sua (auto) difesa per rafforzare la sua deterrenza bellica. Il tempo stringe. Nessuno vuole una escalation del conflitto in Ucraina, almeno tra i Paesi della Unione Europea. Se Unione deve essere e deve essere rafforzata, la difesa dei confini è prioritaria.

Oggi vertice a Londra tra UK, Francia ed altri Paesi europei. Nessuno vuole la guerra, nessuno vuole piegarsi alle mire espansionistiche di Putin.