Il ministro Toninelli ci è andato giù pesante. Durante una visita a Cagliari, dall’evidente sapore elettoralistico, ha infatti sparato a zero sulla Tirrenia.
Siamo stanchi di questa situazione e porremo fine al monopolio Tirrenia. Tirrenia utilizza soldi pubblici e non può far schizzare così i prezzi, è inaccettabile, ci sarà un cambiamento tra pochi mesi. Ci sarà attenzione anche alla continuità marittima delle merci, che favorirà il rilancio dell’economia sarda. I prezzi non sono corrispondenti agli aiuti che sono stati dati e nessuno sinora è andato a chiedere mai nulla ma adesso lo Stato è tornato. Significa che sarà scritta una convenzione in cui al centro ci sono i cittadini sardi e non gli interessi di una compagnia che ha preso i soldi pubblici ed ha aumentato i prezzi. E’ una cosa sconvolgente. Purtroppo, l’ho trovata in tutti i dossier, nelle convenzioni e nelle concessioni autostradali e con Tirrenia. Faremo una gara nel luglio del 2020 in termini di utilità sociale per il popolo sardo. Queste, in sintesi, le dichiarazioni di Toninelli riportate dai media.
La Tirrenia ha risposto a stretto giro con un comunicato di Vincenzo Onorato.
“Replico al ministro Toninelli. La sua è una dichiarazione di chi non sa e non ha preso le informazioni, pura campagna e demagogia elettorale. Per quanto riguarda il monopolio, non sa che sulle linee per la Sardegna operano altre quattro compagnie: Grandi Navi Veloci, Sardinia Ferries, Grendi e Grimaldi. Le tariffe Tirrenia inoltre non sono stabilite da noi, ma dalla convenzione firmata con lo Stato, e spesso sono ben al di sotto dei limiti fissati dalla stessa. Al ministro Toninelli, alla cui impreparazione siamo abituati da tempo e sui temi più svariati, dico – perché è evidente che non lo sa – che per Onorato Armatori, di cui Tirrenia fa parte, lavorano 5.000 persone, tutte italiane e rappresentiamo di gran lunga la prima realtà nazionale in termini occupazionali nei traffici per le isole. Gli consiglio inoltre di includere nei provvedimenti per il reddito di cittadinanza i 50.000 marittimi italiani disoccupati a casa grazie a politiche confermate dai suoi predecessori e che servono gli interessi della lobby degli armatori a cui anche il signor Toninelli sembra rispondere. Del resto dal suo ministero dipendono anche i controlli sulle leggi a tutela dei marittimi italiani che vengono sistematicamente disattese dagli armatori. Quando poi va in Sardegna si ricordi anche delle nostre 500 persone, tutti sardi, che lavorano ogni giorno su e per l’Isola.”
E’ stupefacente come il ministro sia entrato a gamba tesa nella guerra commerciale in atto tra Onorato e Grimaldi per la conquista delle autostrade del mare nel Mediterraneo. Nell’ansia di cavalcare il consenso alla vigilia del voto di oggi nel collegio di Cagliari per le suppletive alla Camera e in vista delle regionali in Sardegna del prossimo 24 febbraio, ha di fatto preso posizione schierandosi con quanti chiedono a gran voce da tempo la revoca della convenzione.
Il discorso di Toninelli, infarcito di (forse inopportuni?) richiami alla concessione di Autostrade, al ritorno dello Stato, alla retorica del popolo sardo, non tiene conto del fatto che se i prezzi applicati da Tirrenia violassero effettivamente la convenzione, il ministro dovrebbe intervenire immediatamente ordinandone la revisione e applicando le eventuali sanzioni previste, fino alla revoca dei contributi pubblici. Così come nel caso di una situazione di monopolio, che la convenzione non prevede. Altrimenti, maggiore discrezione sarebbe stata auspicabile per evitare di ingenerare sospetti e arrecare danni alle aziende e ai lavoratori.
Non a caso, in una lettera pubblicata sui social, i marittimi di Torre del Greco hanno accusato Toninelli di essere dalla parte delle lobby degli armatori. “Abbiamo bisogno di politici che tutelino la marineria italiana, non di persone che stanno dalla parte degli armatori”, con evidente riferimento alla polemica sugli imbarchi di personale extracomunitario.
A Napoli, i lavoratori della Tirrenia hanno proclamato lo stato di agitazione per evitare alcuni trasferimenti di personale, chiaramente preoccupati dalla posizione assunta dal ministro contro la compagnia.
Non crediamo affatto che Toninelli appoggi questo o quell’armatore, sarebbe molto grave, ma forse è caduto ostaggio di interessi economici suo malgrado, senza rendersene conto. Stordito in mezzo ai suoni.