Mancano due anni e mezzo allo svolgimento delle elezioni regionali in Campania. In qualunque altro territorio si starebbe discutendo dell’azione di governo e dei piani per le iniziative che devono caratterizzare la seconda parte del mandato. Non in Campania. La campagna elettorale è iniziata già qualche settimana dopo l’ultima robusta affermazione di Vincenzo De Luca, con oltre il 70% dei voti.
Immediatamente, il primo asse di governo dopo le elezioni del 2020 è stata l’affermazione della necessità inderogabile del terzo mandato. Non era praticamente nemmeno cominciata la sua seconda consiliatura regionale che già il Presidente si proiettava sulla terza. Ora, mentre è ancora lontana la data per l’inizio della campagna elettorale, Vincenzo De Luca ha già pronto il programma per il prossimo appuntamento elettorale.
“E’ utile prolungare il mandato se hai un programma che prevede 15 ospedali nuovi, il rinnovo di tutto il parco dei mezzi di trasporto e se si prevede l’autonomia idrica della regione Campania”. Così si è espresso ieri alla festa de L’Unità di Benevento il Governatore.
Manca praticamente la moltiplicazione dei pani e dei pesci, oltre alla camminata sulle acque del Golfo, assieme al contenimento del fenomeno del bradisismo attraverso l’imposizione delle mani, per poter imbonire la folla degli elettori con una narrazione avvincente e stupefacente. Era già successo con il lanciafiamme del Covid, che aveva rappresentato la vincente arma di distrazione di massa. Ma c’è ancora molto tempo per completare il programma con effetti speciali di maggiore incanto. Su questo profilo il Nostro ha molte marce in più rispetto alla concorrenza.
Nel frattempo, Vincenzo De Luca sta per pubblicare un nuovo libro, dal titolo intrigante: “Nonostante il PD”. Non succede in nessuna parte del mondo che un autorevole dirigente di partito si accanisca verso la sua stessa casa con gli epiteti maggiormente ingiuriosi, come ha fatto il nostro Governatore nell’intervento conclusivo alla Festa provinciale dell’Unità di Napoli, qualche settimana fa. Questo singolare meccanismo di estraniamento ingiurioso deve necessariamente indurre a qualche riflessione.
Diversi osservatori immaginano scenari di fantapolitica, con la fondazione di un nuovo Terzo polo centrista che si contrapponga alla destra ed al centrosinistra per la conquista per la Campania. Ma il Governatore è uomo molto più prudente. Aspetta il risultato delle elezioni europee di maggio 2024, per capire e pesare gli equilibri che ne usciranno.
Dovesse perdere clamorosamente il PD, con un risultato al di sotto del 20%, lo scenario, che al momento è più probabile a stare ai sondaggi, è chiaro: abbattimento della segreteria nazionale ostile, costruzione di una alternativa amica, ripresa dei meccanismi consueti. In cascata: incasso del terzo mandato, lista indipendente deluchiana dentro lo schieramento democratico e battaglia contro la destra.
Dovesse invece decisamente vincere, sopra il 25%, il PD, ma è ad ora assolutamente improbabile, il Governatore andrebbe a Canossa, attribuendosi parte della vittoria, facendo una mossa del gambero, per dare spazio agli eredi. In questo caso, il ritiro nella ridotta salernitana per svolgere un legittimo ulteriore mandato da sindaco appare l’esito più probabile.
Il risultato tra queste due estreme, con un risultato del PD maggiore del 20% ma senza sfondamento, è l’equazione politica per De Luca in questo caso più complessa: resta la segreteria nazionale, con minore forza. Cosa fare? La tentazione della terza forza nasce dentro questo scenario, con un solo obiettivo: muoia Sansone con tutti i filistei. Dividere l’elettorato di centrosinistra per fare vincere la destra, magari costruendo qualche patto sottobanco, come è sempre accaduto nelle elezioni salernitane a doppio turno.
Tutto quello che sta accadendo dall’inizio del secondo mandato, è solo l’attesa della terza competizione. In questo Vincenzo De Luca è maestro della nuova politica, che consiste solo nella muscolare contesa per la conquista del consenso. Ciò che accade tra una elezione e l’altra consiste nel vuoto pneumatico: è solo attesa del successivo agone elettorale.
Si tratta di una mutazione genetica della politica, che non si misura più sulle realizzazioni che diventano possibili per effetto del consenso elettorale. Tutto assume la dimensione della narrazione, del racconto di una speranza futura mai collocata nel tempo.
Dopo un mandato e mezzo in Regione, per Vincenzo De Luca, come per tutti i politici, dovrebbe cominciare il momento dei bilanci. Poi però capita che guardiamo i clienti della Circumvesuviana camminare sui binari per raggiungere la stazione più vicina, e capiamo che non è interessante esercitare il racconto dei fatti. Poi, visitiamo un pronto soccorso di un ospedale campano, e ci vengono cattivi pensieri. Infine, sentiamo i racconti dei rubinetti intermittenti nel giuglianese, e l’autonomia idrica sembra un miraggio come la pace in Medio Oriente.
Quando queste sono le condizioni, meglio ammaliare gli elettori con una descrizione futuribile delle magnifiche sorti e progressive. Peccato che non sia poeta il Nostro. E’ solo un politico meridionale.