Una bufera scende sul Teatro di Roma e il mondo della cultura si ritrova in subbuglio dopo la nomina a direttore generale del regista napoletano, Luca De Fusco. Il regista, infatti, è stato nominato, con un colpo di mano, dal Consiglio della Fondazione senza che il presidente della Fondazione Francesco Siciliano fosse presente e senza la consigliera del Comune di Roma, Natalia di Iorio (i due avevano abbandonato la seduta per evitare di partecipare alla votazione definitiva). Per di più, gli hanno proposto la esorbitante cifra di 150 mila euro l’anno per cinque anni, più del doppio di quanto finora percepito da De Fusco allo Stabile di Catania.
Siciliano, che ha poi convocato una conferenza stampa d’urgenza, con i giornalisti avvisati tramite WhatsApp: «La riunione del cda che ha nominato Luca De Fusco è invalida come recita lo statuto della Fondazione. Ritengo che sia invalida anche al di là degli aspetti giuridici, credo che questo modo di procedere rappresenti un colpo proprio alla natura di questo Teatro, al suo valore culturale, al rapporto che lo lega innanzitutto alla città».
La polemica è montata così tanto che ha scatenato la furia del centrosinistra, in particolare del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessore Miguel Gotor. C’è addirittura chi da sinistra ha gridato al golpe della destra: “La destra al governo, nazionale e regionale che sia, ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone” è questo l’affondo della segretaria del Pd, Elly Schlein. “De Fusco non è di destra”, replica il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: per la sua nomina a direttore generale del Teatro di Roma “è stata una scelta meritoria”. “Non è di destra, è un esperto”, ribadisce Sangiuliano, convinto che sia necessario “consentire a chi non fa parte dei circoletti prevalentemente romani di potersi esprimere in ambito culturale”.
Anche la premier Giorgia Meloni, ospite su Rete Quattro, è intervenuta sulla nomina di Luca De Fusco: “Non ha tessere di partito, non ha la tessera di Fratelli d’Italia, ma lo scandalo è che non ha la tessera del Pd… Quel tempo è finito, nei posti ci vanno le persone che hanno le competenze, non serve più avere la tessera del partito democratico”.
Intanto, è nata anche una lettera di denuncia firmata da artisti di tutta Italia e pubblicata da Repubblica. Tra i firmatari, Matteo Garrone, Lino Guanciale, Elio Germano e Vinicio Marchioni.
Non si prevedono tempi sereni per De Fusco, il cui carattere pacato, però, sorretto da una lunga carriera colma di successi artistici e manageriali, l’aiuterà di certo a sciogliere i nodi del momento. Dalla sua parte è un plebiscito di consensi per le attitudini manageriali dimostrate in questi anni; le stesse che Siciliano contesta, sostenendo che si tratti di un artista e quindi poco adatto, in questo momento, alla direzione di quattro prestigiosi teatri della capitale: l’Argentina, il Torlonia, l’India e, dopo il completamento dei lavori di restauro attualmente in corso, il Valle.
Nonostante la sua esperienza nel ruolo sia fuori discussione, non è stata la prima volta che il suo nome è finito tra le polemiche: quando era Direttore del Teatro Mercadante, era anche alla guida del Napoli teatro Festival e con l’allora sindaco di Napoli ha avuto scontri forti, con tensioni palpabili.
Dal canto suo, De Fusco dichiara: “Spero di poter entrare il prima possibile in teatro e cominciare finalmente a lavorare. Mi ritengo un uomo fortunato perché il sindaco di Roma Gualtieri e l’assessore alla Cultura Gotor sono due signori. Ne sono convinto. Tutto si ricomporrà. Basta cominciare a parlare di programmi. E sui programmi si troverà un accordo”.