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Spazi virtuali e nodi di rete

by Pietro Spirito
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L’Autore è Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale

Ci muoviamo in un mondo dalle molteplici dimensioni, che – alle tradizionali coordinate dello spazio fisico – ha aggiunto la variabile dello spazio virtuale costituito dal web, dai social media, dalla nuova comunicazione di massa.

Di questo nuovo spazio virtuale si sono a lungo tessute le lodi, per dipingerlo come una palestra capace di rivitalizzare ed attualizzare una democrazia compressa dentro una formula rappresentativa che rischiava di essere sempre più asfittica e lontana dalla partecipazione. Tale spazio ha in effetti allargato a dismisura lo spettro del dibattito pubblico, quasi sempre senza il filtro di professionisti dell’informazione.

E’ questa la prima discontinuità con la quale ci confrontiamo oggi. Le conseguenze sono molteplici. Il rischio delle fake news aumenta in misura esponenziale. All’incremento massiccio delle dosi informative corrisponde un decremento nella qualità e nell’approfondimento delle notizie. Passa la cultura del tweet, della battuta istantanea fatta di poche sillabe, mentre i problemi che ci troviamo a dover affrontare sono di complessità crescente.

Anche in tempo di pandemia si sono confermate le caratteristiche dilaganti di questa inondazione informativa spesso priva di adeguato corredo esplicativo. Nella ridondanza delle fonti, anche le voci degli esperti, già annegate nel minestrone delle molteplici voci, si sono spesso rivelate contraddittorie, non convergenti, capaci spesso di alimentare ulteriore confusione.

Una seconda caratteristica peculiare dello spazio nei nostri tempi riguarda la crescente rilevanza delle connessioni, più che dei territori intermedi. Anche in questo caso siamo in presenza di un effetto rete, che tende a determinare una diversa, e più accentuata, gerarchia degli spazi. I nodi della rete accumulano vantaggi e svantaggi competitivi: sono portatori di conoscenza e di accumulazione, ma diventano anche moltiplicatori di tensioni sociali e di pandemie. La partita si giocherà sempre più sulla capacità di governo degli spazi metropolitani e delle innumerevoli funzioni che ne formano le caratteristiche.

Spazi virtuali e nodi di rete aprono sfide inedite per la società contemporanea. Saper interpretare percorsi di innovazione, che non si traducano nelle scorciatoie per gestire un consenso di breve termine mediante il ricorso alle lusinghe di una comunicazione accattivante, è la sfida delle democrazie contemporanee.

Questa sfida va affrontata mentre il modello asiatico di consenso autoritario dimostra di essere in grado di produrre uno sviluppo che, sinora, si era accompagnato con il modello di democrazia rappresentativa proprio delle società occidentali. Mentre cadeva il Muro di Berlino, e sembrava proprio che si celebrasse la “fine della storia” con la vittoria delle democrazie occidentali, appariva all’orizzonte il risveglio del colosso cinese, che ha messo in discussione paradigmi consolidati. Persino nel cuore dell’Europa c’è chi, come Victor Orban, teorizza la costrizione di una democrazia illiberale.

Restituire efficienza e capacità di generazione e di sviluppo alla democrazia rappresentativa rappresenta una delle sfide alte del nostro tempo.