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Siamo ancora nell’età dei diritti? Intervista a Giuseppe Giliberti

LAB Politiche e Culture

by Stella Acerno
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L’intervista di Stella Acerno a Giuseppe Giliberti è apparsa sul numero 4 di “LAB Politiche e Culture”, rivista della quale Gente e Territorio è partner, di ottobre – gennaio 2025.

 

In una recente intervista, abbiamo chiesto al professor Giuseppe Giliberti [1] in quale fase ci troviamo oggi, rispetto alla definizione di “Età dei diritti” del libro di Norberto Bobbio [2].

Va prima di tutto capito – chiarisce il professore – se siamo ancora nell’età dei diritti o se ci ritorneremo.

Norberto Bobbio faceva propria una visione ottimistica di allora, con riferimento al testo del politologo Francis Fukuyama sulla fine della storia. Ma la fase in cui troviamo è una fase di caos. L’idea di diritti umani secondo Bobbio si basa sul fatto che i diritti umani non sono solo una pretesa o una richiesta di carattere etico o politico ma si trasformano nell’età moderna in richiesta di carattere giuridico. I diritti umani sono un settore del diritto internazionale. Ma esiste il diritto internazionale? È un problema radicale. Naturalmente esiste il diritto italiano, come il diritto russo o quello cinese, esistono degli Stati che sostengono questo sistema di regole. Ma per definizione non esiste uno stato internazionale. Quindi il diritto internazionale è un diritto più debole di quello interno degli Stati. Esiste in quanto gli Stati o la comunità internazionale – che è una comunità piuttosto anarchica – sono d’accordo a farlo esistere. Ma questo è un momento di crisi della comunità internazionale e quindi anche del diritto internazionale. Tanto è vero che stiamo passando sempre di più all’uso diretto della forza piuttosto che alla applicazione delle norme.”

Quale periodo storico può considerarsi favorevole rispetto all’affermazione dei diritti umani?

“Norberto Bobbio scrive quel libro nel 1989, anno in cui cade il muro di Berlino. Nel 1994 viene fondato il Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e nel 1998 viene approvato lo Statuto della Corte penale internazionale. Questa è “l’epoca d’oro” dell’età dei diritti. Però già nel 1999 c’è la guerra nel Kossovo, a cui Bobbio non si oppone (pur con grandi dubbi sul concetto di ingerenza umanitaria). Una guerra che non è stata coperta dall’avallo delle Nazioni Unite. Soprattutto nel 2003 ci sarà la seconda guerra in Iraq, anche questa senza nessun avallo da parte del consiglio di sicurezza dell’ONU. Ecco, io direi che nel 2003 è finita “l’epoca d’oro” dell’età dei diritti.

Di fronte alla crisi attuale, si può prevedere una maggiore tutela dal punto di vista dei diritti?

“Può darsi che l’avanzata dell’umanità verso una maggiore tutela della persona umana possa procedere. Lo spero. Però va prima ricostruito un equilibrio tra le grandi potenze. D’altra parte Bobbio stesso affermava che i diritti umani sono una creazione della storia, una creazione umana, non sono nella natura, non sono stati predisposti da una divinità benevola, la protezione dei diritti umani l’abbiamo creata noi. E la possiamo disfare, se siamo così stupidi da farlo. Ora siamo nel pieno della più grave crisi dopo la seconda guerra mondiale. Non siamo in grado di prevedere come andrà a finire la storia. Può darsi che finisca bene. Oppure no.”

La relazione annuale della Commissione UE sullo Stato di diritto dal 2020 fa il punto sulla situazione nei 27 Paesi dell’UE. Si articola su 4 pilastri: sistemi giudiziari, disciplina anticorruzione, libertà e pluralismo dei media, bilanciamento dei poteri a livello istituzionale. Nell’ultimo Rapporto 2023 evidenziava:

Sebbene riguardo ad alcuni Stati membri dell’UE permangano preoccupazioni quanto allo Stato di diritto, la relazione si è affermata come stimolo essenziale di cambiamento e riforme positive. Infatti il 65% delle raccomandazioni dell’anno scorso ha trovato, in tutto o in parte, riscontro a riprova del fatto che gli Stati membri stanno compiendo notevoli sforzi per dare seguito alle raccomandazioni dell’anno precedente.” L’evoluzione registrata nel corso di un anno risulta dunque significativa, anche se “Alcuni Stati membri continuano però a presentare problemi di natura sistemica.” [3]

Il 21 marzo 2024 Freedom House ha pubblicato il suo rapporto annuale sullo stato della democrazia nel mondo, riscontrando un “peggioramento dei diritti politici e libertà civili a livello globale per il 18esimo anno consecutivo, con 52 paesi che hanno visto il proprio livello di democrazia diminuire, e solo 21 che sono migliorati.” [4]

Di crisi del diritto e della democrazia nel mondo globalizzato scrive anche Luigi Ferrajoli, professore emerito di Filosofia del diritto, Università di Roma Tre, il 20 11 2023 su Questione Giustizia, pubblicazione online. [5]

“Oggi viviamo invece una fase di regressione politica, intellettuale e morale in tema di democrazia e di garanzia dei diritti umani. È un momento di crisi sia per il diritto che per i diritti. La democrazia, non solo in Italia ma nel mondo, sta attraversando forse la crisi più grave dalla fine della seconda guerra mondiale…

Sono inoltre cresciute, nel mondo, la disuguaglianza e le violazione dei diritti. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. È stato calcolato che le 8 persone più ricche del mondo hanno la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione globale, cioè di 4 miliardi di persone; e che 8 milioni di persone muoiono ogni anno per fame, e altrettante per malattie curabili e non curate. È una disuguaglianza, in un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, ben più visibile e perciò più scandalosa che in qualunque momento del passato.

Questa disuguaglianza mondiale è determinata dalla totale assenza di garanzie a livello globale. Sono moltissime le carte dei diritti che promettono pace, uguaglianza e diritti a tutti gli esseri umani del pianeta. Ma nulla è stato fatto per mantenere queste promesse.”

Il Centro di Ateneo per i diritti umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova segnala che “L’Annuario italiano dei diritti umani 2022 [6] si colloca in una fase storica particolarmente delicata per il nostro Paese e per la comunità internazionale nel suo insieme…Con sgomento, dobbiamo riconoscere che la consapevolezza della fragilità e della vulnerabilità di individui, società, Stati, e dello stesso pianeta Terra ha prevalentemente stimolato sentimenti e pratiche isolazioniste, nazionaliste e imperialiste. Queste non solo non hanno posto fine alle guerre in corso, ma ne hanno fatto esplodere di nuove. L’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, in spregio a qualsiasi considerazione di legalità internazionale e di rispetto dei diritti umani e dei popoli, ne è l’esempio più brutale. Con la guerra tra Russia e Ucraina, ancora una volta si è materializzata l’inadeguatezza delle istituzioni globali, questa volta sul fronte della sicurezza collettiva e della difesa della pace… si assiste all’impotenza della comunità degli Stati a operare nell’ambito del suo «core business», ovvero le garanzie di sicurezza collettiva attorno a cui sono nate le Nazioni Unite.”

Nel documentario “RiconoscerSi. La società sostenibile e noi” [7], l’ex Presidente di Amnesty International Emanuele Russo afferma: “Dal 2001 inizia quel periodo…che evidenzia come il sistema dei Paesi democratici tout court sia in caduta libera e ci sta facendo uscire sostanzialmente dall’età dei diritti. In realtà ci troviamo di fronte a capi di governo che implicitamente dicono che la democrazia e i diritti umani hanno fallito. Punto. Le organizzazioni per i diritti umani chiedono oggi ad ogni persona di prendere una posizione; è richiesto alla società civile di unirsi e di cooperare affinché i nostri Paesi migliorino la loro capacità di reazione.”

È in base a queste ultime indicazioni che dobbiamo considerare la significativa importanza del lavoro svolto negli ultimi vent’anni attraverso scuole, Università, Terzo Settore, ad esempio, in direzione dello sviluppo di consapevolezza individuale e globale. Sociologi e studiosi [8] hanno evidenziato l’aumento di quanti sono sempre più sensibili ai valori della pace, dei diritti umani, dell’ambiente, della società sostenibile. [9]

Sappiamo che, per un principio di interconnessione, l’aumento di consapevolezza di alcuni influisce su quello degli altri. Il progresso dell’umanità verso un futuro sostenibile è possibile, ma l’evoluzione implica prima di tutto una crescita individuale. Può diventare un fenomeno collettivo se si attua a partire da noi stessi.

 

[1] Giuseppe Giliberti, già professore ordinario di Fondamenti del diritto europeo all’Università di Urbino, è condirettore della collana EPHESO di studi euromediterranei del CNR (Cisalpino di Milano); è direttore della collana “Politicamente” Intra di Pesaro e di LAB Politiche e Culture.

[2] L’intervista integrale al professor Giliberti è al link: https://www.youtube.com/watch?v=eZUXSBuBOPA ed è ripubblicata in questo stesso numero di LAB.

[3] https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/relazione-sullo-stato-di-diritto-2023-progressi-sul-65-delle-raccomandazioni-ma-occorrono-ulteriori-2023-07-05_it

[4] https://www.eastjournal.net/archives/135938

[5] https://www.questionegiustizia.it/articolo/crisi-del-diritto-e-dei-diritti-nell-eta-della-globalizzazione

[6] Annuario italiano dei diritti umani 2022 – Pubblicazione del Centro di Ateneo per i Diritti Umani «Antonio Papisca» Università di Padova https://unipd-centrodirittiumani.it/public/docs/Annuario_2022_volumecompleto.pdf pag, 17

[7] Il documentario è accessibile per la visione privata al link https://youtu.be/5rbr4hRAvr8

[8] Cheli E,.Montecucco F., con la partecipazione di E. Laszlo e P.Ray, I creativi culturali. Persone nuove e nuove idee per un mondo migliore, Pavia, Xenia edizioni, 2009

[9] https://gup.unige.it/sites/gup.unige.it/files/pagine/L_in-sicurezza_della_societa_sostenibile_ebook.pdf (vedi: Prefazione; Introduzione; cap. VI Nell’educazione un tesoro;)