Se Hegel dovesse descrivere la nostra epoca cosa direbbe? A quale sfera del “concetto” la assegnerebbe. La nostra è una ermeneutica immaginaria. Perché Hegel al massimo nelle sue Lezioni di Filosofia della Storia arrivò a dire che stavano emergendo Russia e USA a fine anni 20 dell’800. Non era poco. E ai suoi occhi il futuro era ignoto e non chiuso come molti credono. Mancavano nel suo quadro incerto la Cina, l’Africa, l’India. Mica era Nostradamus.
Forse direbbe oggi che questa è l’epoca degli Imperi e degli Stati nazione piccoli e grandi. Sulle ceneri dell’Europa mediterranea e protestante. Direbbe come nella Fenomenologia del 1806 che il regno animale economico dello Spirito – sua la nozione – è dilagato ovunque nel mondo. Che la società civile è globale e senza Stato. E che il sole che va da est a ovest è ritornato ad est con tutto il sapere occidentale trapiantato però in ambito dispotico orientale.
Fuori di ogni metafora, diremmo che finita la diarchia USA-URSS che era stabile unità degli opposti, ne è sorta anarchia e unilateralismo americano. Con contraccolpi dispotici e identitari. Forse tutto questo è un nuovo ritorno/ricorso a guerra fredda. Con mare terra cielo e spazio globale in gioco e diviso. Come scrisse anche Carl Schmitt. Certamente Hegel vi avrebbe intravisto una logica. Una nuova unità degli opposti tra Euro NATO e Euro Slavia Asia, con attori minori nazionali nel mezzo o da una parte o l’altra. Il punto però è che le masse d’urto in conflitto possono in era nucleare disgregare ogni equilibrio e generare un big bang. Nel segno della guerra di civiltà con effetto domino. Facendo regredire il pianeta alla preistoria, come risultato della fine della storia al culmine della Potenza tecnico economica di cui il pianeta si è dotato. Altro che filosofia della storia razionale e sensata. Un rischio reale. Tangibile e in atto. Che falsifica in modo clamoroso ciò che teorizzava Emanuele Severino: dominio globale della tecnica che unifica e pacifica il mondo e che sottometta ogni ideologia in una coincidenza oppositorum. Una vera balla. Apocalisse felice che anticipava la sciagurata visione liberale pseudo hegeliana di Fukuyama sulla fine della storia. Che fu in realtà l’annuncio bellico e ideologico e il programma neo con e dem del nuovo secolo americano. Come quello che invoca oggi su Repubblica Maurizio Molinari contro gli Stati canaglia che si armano contro la libertà occidentale. Logica che non accetta tregue, compromessi o coesistenza tra dispotismo espansivo liberale globale, e dispotismo oligarchico orientale altrettanto espansivo e violento. Niente altro che lo spettro dello scontro di Civiltà paventato da Samuel Huntington politologo USA realista e maestro di Fukuyama fin dagli anni 90. Il risultato è stato ed è lo stato di natura planetario hobbesiano. E però con due Entità egemoni Euro NATO e Euro Slavia Asia. Possono convivere oppure no? Fin qui purtroppo sia la vicenda Ucraina sia quella palestinese israeliana ci dicono di no. E nessuno degli esiti delle elezioni americane negli USA sembra rassicurare il mondo e prospettare un nuovo equilibrio mondiale.