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Scavi di Pompei, Zuchtriegel dà il via alla manutenzione programmata

by Federico L.I. FEDERICO
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L’Ansa ha dato una notizia sugli Scavi di Pompei che gran parte degli addetti ai lavori hanno accolto con grande attenzione e soddisfazione, cogliendone la validità. Riguarda l’annuncio della Manutenzione programmata, dato non a caso personalmente dal Direttore Gabriel Zuchtriegel.

Il fatto rappresenta una nuova e decisa sterzata verso un tutto proprio disegno originale di futuro per gli Scavi più famosi al mondo. L’affrancamento, definitivo, da precedenti strategie che puntavano soprattutto all’aumento del numero dei visitatori e dei turisti sotto l’incalzare dei ritrovamenti presentati come scoperte. La gestione Zuchtriegel non solo ha consentito di tenere botta, non perdendo terreno, ma anzi ha stabilito nuovi primati di afflusso turistico e guadagnato in termini generali sui tetti dei numeri dei visitatori attratti da Pompei con continuità.

Facendo il definitivo salto nella contemporaneità, Zuchtriegel oggi si può consentire di affermare che “…La chiave del successo è la manutenzione programmata, ovvero una cura costante del vasto patrimonio in tutti i suoi dettagli. Ma per fare questo, bisogna prima di tutto avere un quadro preciso e aggiornato di cosa sta accadendo nei tredicimila (!!) ambienti del sito di Pompei, molti dei quali sono stati scavati decenni o secoli fa (…) Poiché non possiamo coprire tutta Pompei con una cupola di vetro, la gran parte degli ambienti sono sprovvisti di tetti ed esposti agli agenti atmosferici. In sintesi, Pompei è una delle più grandi sfide per l’archeologia e il restauro dei nostri tempi e merita il meglio delle nostre eccellenze per essere gestita in maniera innovativa e propulsiva. Anche perché non dimentichiamo che siamo in una zona ad alto rischio sismico oltre che vulcanico.

Nella sua ormai triennale gestione del Parco, Zuchtriegel però non ha puntato soltanto sulle ritrovate o scoperte “cose antiche”, ma anche su una più diffusa conoscenza del “mondo antico” vesuviano che le aveva generate.

Questa la fondamentale modernità della sua gestione, aperta al territorio dell’intero Comprensorio vesuviano e alla Città di Pompei, vista come epicentro del diadema dell’Archeologia vesuviana: un tesoro tramandato dalle ceneri del Vesuvio, vulcano sterminatore ma anche datore di nuova vita, che ha immortalato sotto le proprie coltri non solo la realtà fisica antica – che emerge dagli scavi archeologici vesuviani come altrove – ma anche quella “civiltà” dalle antiche vestigia romane e dalle più antiche radici preromane, fatta anche di antichi rituali, culti misterici, trasgressioni ed erotismo. Carica, alla fine, di storia sociale e culturale che soltanto nell’area vesuviana emerge intatta e incontaminata nei secoli.

Più volte Zuchtriegel ha rimarcato questo aspetto, che rende Pompei e l’area archeologica vesuviana un laboratorio unico del Dasein esistenziale, consentendo la lettura del passato e del suo contesto attraverso il presente dello scavo fisico, con un percorso inverso, diverso da quello cui ci ha abituati certa Archeologia ufficiale, togata e ministeriale.

La gestione di Zuchtriegel si è dunque caratterizzata per la sua apertura al Territorio contemporaneo (da cui ha tratto i ragazzi protagonisti delle rappresentazioni teatrali di “Sogno di Volare”, ma anche “l’Olio d’oliva Pumpàia” e il Pascolo delle pecore per lo sfalcio dell’erba invasiva, il percorso per i diversamente abili “Pompei per Tutti” e le “Visite ai cantieri” in corso, compreso l’aggiornamento sull’avanzamento di essi) ma anche, alla fine, per un diverso approccio al Protagonista del quotidiano vivere antico, come l’uomo del Dasein, non certo l’UOMO della antica Pompei, come astrazione ut sic, mai forse esistito.

 

 

In questa direzione si muove Zuchtriegel anche quando afferma che la più concreta garanzia del futuro della Conservazione degli Scavi di Pompei è nella Manutenzione programmata. Sono peraltro circa tredicimila gli ambienti che compongono la città antica di Pompei, testimonianza unica della vita quotidiana nell’Impero Romano. Uno sterminato patrimonio immobiliare, costituito in gran parte da edilizia antica non monumentale.

Esso ha sempre rappresentato una sfida enorme per la conservazione, essendo un patrimonio fragile. In passato ha subìto danni, spesso irreparabili, a causa di mancati interventi di manutenzione, opportunamente diffusa, finalizzati alla Conservazione e non alle “scoperte”, più produttive di consensi.

La gara, pubblicata sul portale Acquisti in Rete P.A. di CONSIP, prevede tra l’altro un servizio di monitoraggio triennale che passa dal rilevamento periodico dello stato di conservazione a scala di sito, direttamente alla definizione delle priorità e della progettazione esecutiva degli interventi. L’elaborazione digitale dei dati raccolti in campo consentirà già una prima stima delle tipologie di interventi necessari e dei relativi costi.

Non possiamo che apprezzare quest’approdo nella modernità della “Manutenzione”, oggetto della Lectio: Pompei tra restauro e manutenzione programmata per l’inaugurazione dell’anno accademico 2020-21 della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio di Napoli.

Essa trovava le proprie radici originarie in certi primi periodi felici della epopea di Maiuri e nell’attività soprintendentizia di Fausto Zevi, corroborato nella Direzione degli Scavi Pompeiani da Stefano De Caro e da chi scrive condivisa “ab imis”, ma inutilmente poi proposta fino a quel momento ai soggetti succedutisi al vertice degli Scavi di Pompei.

E badi il lettore al fatto che abbiamo appena citato tre giganti dell’Archeologia e della Pompeianistica.