“Vedo che alcuni presidenti di regione, come per esempio Toti presidente ligure, dice accoglierò a braccia aperte i Milanesi. Altri, non li cito, dicono: bah, magari se fanno una patente di immunità o qualcosa del genere. Ora qui parlo da cittadino prima ancora che da Primo Cittadino. Io però, quando poi deciderò dove andare per un week-end o per una vacanza, me ne ricorderò”.
Così ieri in un video il Sindaco di Milano Giuseppe Sala. Sembra tanto una minaccia, una istigazione rivolta ai suoi concittadini a non trascorrere le vacanze in Sardegna, il cui Presidente sarebbe appunto reo di aver chiesto garanzie sanitarie specifiche, e nelle altre regioni giudicate poco accoglienti.
Poi sempre ieri, in serata sul TG di Mentana, ha cercato di aggiustare il tiro e ha fatto peggio. “Noi abbiamo sempre accolto da tutta Italia, da tutto il mondo. In un momento in cui siamo in difficoltà sentirci trattare da untori non è la cosa più bella della vita”.
Hanno accolto? E noi che eravamo convinti che Milano fosse in Italia e che avessimo il diritto di andarci, lavorarci e viverci come più ci pareva, senza dover chiedere l’accoglienza o il permesso di nessuno. Come in qualunque città italiana ed anche europea. Ma ci eravamo evidentemente sbagliati. In realtà siamo stati accolti, ci hanno fatto una cortesia. I lavoratori meridionali non sono serviti alla crescita del Nord, li hanno accolti per spirito cristiano.
Sappiamo bene che non esistono patenti di immunità, ma porre il problema non è blasfemo. Rispondere come ha fatto Sala, evidentemente alla ricerca del facile consenso del ventre molle del Nord, non è elegante, per così dire, né istituzionale. Crediamo che nessuno in Sardegna piuttosto che a Napoli pensi ai Milanesi come a degli untori e che sinora nessuno in Italia abbia fatto mancare sostegno e solidarietà. Com’era giusto e doveroso che fosse. E non è detto che sarebbe avvenuto lo stesso capovolgendo la situazione.
Non viviamo nello stato libero di Bananas. O forse si?