Qualche tempo fa, il rapporto dell’Arpac sulla gestione dei rifiuti in Campania (report 2018 su dati 2017) sosteneva che l’aumento delle giacenze di rifiuti indifferenziati, unito al previsto calo dei flussi al termovalorizzatore di Acerra per la necessità di effettuare alcune operazioni di manutenzione, potrebbero far registrare per il 2019 delle difficoltà nella regolare gestione del ciclo. In camera caritatis, i tecnici ci dissero di non avere idea di come e in quanto tempo sarebbero state smaltite le quantità prodotte durante il fermo dell’impianto.
L’assessore regionale al ramo, Fulvio Bonavitacola, in un’intervista al nostro giornale del 6 dicembre dello scorso anno, dichiarò. “Facciamo chiarezza su questi fermi temporanei. Ogni anno l’impianto smaltisce 720.000t. di rifiuti. Quando dovrà fermarsi completamente per un mese, cosa che avviene ogni 10 anni per la necessaria manutenzione, occorrerà individuare siti di stoccaggio provvisorio per sole 60.000t. sulle 2.560.000 prodotte in un anno. Poi ci sono i fermi semestrali programmati delle singole linee e, a fare due conti, le quantità sono ancora inferiori. E’ tutto largamente gestibile”. Non gli credemmo.
In un nostro articolo del 12 settembre ci esprimevamo così. “Pensavamo che l’incubo dell’emergenza rifiuti di appena un decennio fa fosse terminato per sempre, ci siamo illusi di esserci messi alle spalle gli enormi cumuli abbandonati per le strade. Lo stop programmato all’impianto di termovalorizzazione di Acerra (o inceneritore, se preferite) per l’obbligatoria manutenzione delle linee di trattamento, per noi cittadini, per gli organi di stampa, per i comitati no a tutto, ha il sapore di una secchiata di acqua gelata. Sia ben chiaro, allo stato non siamo ancora in emergenza. Ma piazzare 70/75 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, oltre 30.000 di umido che si produrranno probabilmente sino alla riapertura dell’impianto, non sarà uno scherzo”.
Lasciamo perdere le infuocate polemiche di tanti amministratori locali, le invettive dei mille addetti ai lavori, gli attacchi politici. Ci limitiamo a quello che abbiamo scritto noi. E vogliamo fare ammenda. La prevista o temuta emergenza conseguente al fermo di Acerra, che ora è ripartito, non c’è stata.
Un po’ di giorni fa De Luca si è lamentato del fatto che i media non avessero dato risalto alla notizia, mentre erano stati pronti prima a pronosticare sfracelli. Duole ammetterlo, perché spetta ai giornali rimbeccare i politici e non viceversa, ma non aveva tutti i torti.
Questo non significa che, anche aldilà dei roghi dolosi e degli smaltimenti illeciti, non esista un problema di funzionamento del ciclo dei rifiuti. Non significa neanche che i costosissimi viaggi all’estero o gli stoccaggi “provvisori” possano essere la soluzione. La Campania resta la regione del transitorio infinito. Ricordiamoci che portare i rifiuti fuori regione ha un costo esorbitante che viene ribaltato sulle tasse, diventa ogni giorno sempre più difficile e non potrà durare per sempre.
Però l’emergenza non c’è stata. Con buona pace di tanti, fra i quali noi stessi. Ne diamo atto all’assessore Bonavitacola.