Nell’ambito di RemTech Expo, l’unico Hub Tecnologico Ambientale, specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile, arrivata ormai alla 18^ edizione, il Direttore Tecnico di ARPAC, Claudio Marro, componente dell’apposito Gruppo di Lavoro Nazionale, istituito con Direttiva Interministeriale, ha relazionato a Ferrara, in data 18 settembre 2024, sui risultati delle indagini ambientali eseguite in 10 anni sui terreni agricoli in Campania, ai sensi della Legge N° 6/2014 (cosiddetta Terra dei Fuochi).
Ricordiamo che con questa Legge il Governo italiano ha stabilito che fossero individuati in Campania i terreni agricoli che a causa del fenomeno dell’abbandono di rifiuti e della loro combustione potessero rappresentare un rischio per la messa in commercio di prodotti agricoli contaminati. A fronte di ciò 90 comuni hanno sottoscritto un patto, denominato appunto “Patto terra dei fuochi” con il quale gli amministratori locali si sono impegnati volontariamente a combattere gli incresciosi casi di abbandono e incendi di rifiuti.
Con la relazione, presentata nell’ambito della sezione “L’innovazione per la transizione giusta” e del focus “Metodologie e tecnologie per la caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica di siti inquinati”, il dott. Marro ha mostrato che attualmente sono stati indagati e classificati oltre 500 ettari di terreni agricoli, con il prelievo di oltre 800 campioni di suolo superficiale, 300 campioni di vegetali, 294 indagini geomagnetometriche, 366 rilievi radiometrici e 81 pozzi ad uso irriguo investigati.
I risultati di questa intensa attività di indagine ambientale, che vede protagonista assoluta ARPAC da oltre 10 anni, in stretto raccordo con gli altri componenti del GdL Nazionale, primo fra tutti i Carabinieri Forestali, mostrano che tutti i prodotti agricoli vegetali (per alimentazione umana ed animale) finora analizzati sono apparsi conformi ai limiti normativi e che quindi non sussiste un reale rischio di trovare in commercio prodotti agricoli contaminati. A ciò si aggiunge che in nessun terreno sono stati riscontrati valori anomali di radioattività mentre il 10% dei terreni ha mostrato anomalie geomagnetometriche (indicatori della probabile presenza di rifiuti metallici interrati). Relativamente alle indagini chimiche sui terreni agricoli, il 64%, pari a 322 ettari sono stati considerati perfettamente idonei alle coltivazioni per l’assoluta assenza di inquinanti e contaminanti, mentre il restante 36% è stato interdetto, parzialmente o totalmente alle produzioni agricole a causa del superamento delle CsC (concentrazioni soglie di contaminazione) per alcuni inquinanti. Tra questi, quelli più frequentemente superiori alle CsC sono apparsi gli IPA e le Diossine (compatibili con le problematiche degli incendi di rifiuti) ma anche DDT e Rame, inquinanti più legati ai trattamenti fitosanitari delle colture agrarie.
Il dott. Marro ha altresì chiarito che i terreni agricoli in prossimità di discariche vengono investigati con densità di campionamenti molto più elevate di quanto previsto dalle norme tecniche di settore e che qualora un terreno agricolo dovesse risultare critico vengono indagati anche i terreni confinanti.
Tutto ciò dimostra che in regione Campania c’è una enorme attenzione alla qualità sanitaria delle produzioni agricole e un confronto con le altre regioni, anche se parziale, pone certamente la Campania al primo posto per quantità e qualità delle indagini ambientali sui terreni agricoli.