Antonio Marciano, classe 1971, napoletano, già bassoliniano di ferro e oggi deluchiano convinto, è consigliere regionale della Campania in quota PD dal 2010. Siamo andati a trovarlo nei suoi splendidi uffici di Questore alle Finanze per cercare di saperne di più sull’imminente confronto elettorale.
Ormai ci siamo quasi, ma non sappiamo ancora chi saranno i candidati presidente. Tu lo sai?
Partiamo da una certezza. Nel campo che ci riguarda il candidato è Vincenzo De Luca. Non soltanto perché è alla conclusione del primo mandato e, dunque, è una conseguenza naturale passare al giudizio degli elettori per il secondo. Ma perché credo debba essere riconosciuto il giudizio positivo per questi cinque anni di governo.
Non vedi quindi un accordo PD/5Stelle, magari con il ministro Costa candidato?
In verità i segnali da parte nostra ci sono stati. L’unico atto formale compiuto in questa direzione è stata una telefonata di De Luca, a suo tempo, a Tommaso Malerba. Quella telefonata è finita sui giornali e ci si è preoccupati solo della presunta caduta di stile da parte di De Luca che non aveva chiamato la capogruppo Valeria Ciarambino. Da quel momento il muro, già alto, fra noi e i 5Stelle ha continuato a crescere. D’altronde in questo momento i 5Stelle hanno un problema grande come una casa, quello della riconoscibilità della leadership. Bisogna avere molto rispetto del travaglio che stanno vivendo. Nel frattempo, rimaniamo nel mondo reale. Il mondo reale è che De Luca sarà il candidato presidente di una coalizione ampia delle forze di centrosinistra.
E le forze di centrodestra? Ti aspetti Caldoro?
Sembra la candidatura più accreditata, anche se forse non è ancora in campo. Lo stesso Caldoro sa che manca una dichiarazione ufficiale congiunta di FI, Lega e FdI, che dica: questo è il candidato.
Però a vedere i sondaggi pare che il centrodestra vinca con qualunque candidato.
In un tempo in cui il consenso è così fluido non so che peso abbiano i sondaggi. Voteremo fra più di cinque mesi, che in politica sono un’era geologica. Aggiungo che quei sondaggi non rilevano il consenso che si raccoglie intorno alle forme del civismo, che sono ormai prevalenti in ogni campagna elettorale.
Ti riferisci alle liste civiche del presidente?
Che sono liste che hanno, e hanno già avuto, un certo peso e che oggi godono anche del fatto che cinque anni di governo hanno in qualche modo accresciuto la filiera del consenso.
Cosa potrebbe cambiare in Campania in conseguenza del risultato emiliano?
Noi dovremmo tentare di fare una campagna elettorale ancorata al merito delle cose fatte o anche alla verifica degli insuccessi e dei ritardi. Se ci sarà un risultato per noi positivo in Emilia, questo aiuterà anche noi qui. Se dovesse andare male, al massimo ci toccherà lavorare ancora di più.
Tre successi della Giunta De Luca.
Il primo fra tutti, quello che avrà conseguenze più rilevanti, è l’uscita dal commissariamento della Sanità. Abbiamo azzerato il debito maturato, pari a quasi l’80% del bilancio ordinario regionale. Un risultato importantissimo. Che significa riprendere la programmazione e liberare nuove assunzioni nel comparto medico infermieristico in particolare. Assumeremo 7.600 fra medici, infermieri e impiegati amministrativi.
In campagna elettorale.
La campagna elettorale coincide con la fine del commissariamento, non ce ne facciano una colpa gli elettori. Se l’allora ministro Grillo avesse guardato con più attenzione i conti, che erano già in regola, saremmo usciti dal commissariamento un anno fa. Il nuovo Governo lo ha fatto.
Governo amico.
Io direi governo responsabile. Secondo punto: piano per il lavoro. Avevamo detto che avremmo assunto diecimila persone nella Pubblica Amministrazione, per colmare l’enorme vuoto di competenze nei nostri Municipi. Ebbene, in questa settimana partono le seconde prove per i profili diplomati e laureati. Entro metà marzo al massimo, i primi 2.195 ragazzi e ragazze cominceranno il tirocinio nei Comuni e poi saranno assunti a tempo indeterminato.
Anche queste assunzioni in campagna elettorale.
Tu sai il tempo che abbiamo dovuto attendere perché il governo liberasse le nostre capacità assunzionali. Anzi, di fronte alle incertezze nazionali abbiamo detto: va bene, quanti sono i posti che ci mettete adesso a concorso? 2.195? Partiamo. Altrimenti si rischiava che il concorso non si facesse né prima, né durante, né dopo la campagna elettorale.
Il terzo successo?
Il piano casa. 220 milioni di euro per mettere mano alla manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta la nostra edilizia residenziale pubblica. Le nostre case popolari non vengono più curate, dal punto di vista della sicurezza e del decoro, da decenni.
Tre insuccessi?
Parlerei piuttosto di cose che devono ancora concludere il loro percorso. Il completamento del trasferimento delle ecoballe. Immaginavamo tempi più brevi. Non pensavamo di trovarci di fronte al cartello delle aziende né ad un muro burocratico così forte per bandire gare molto complesse. Ma nel frattempo, nel silenzio mediatico, le ecoballe si continuano a smaltire. Accanto a questo, il trasporto pubblico locale. Non potevamo comprare nuovi treni se non cancellavamo il debito di EAV di 600 milioni di euro. Risanato il bilancio, stiamo procedendo. Infine, abbiamo ancora tanto da fare perché quella palude burocratica, alla quale spesso De Luca fa riferimento, venga completamente prosciugata.
Parliamo del Consiglio regionale. Cos’ha fatto concretamente in questi cinque anni?
Molte delle realizzazioni della Giunta sono state rese possibili anche grazie all’attività del Consiglio. Se fai un piano casa, è perché il Consiglio ha approvato provvedimenti importanti che riguardano la governance unica regionale (ACER). Se dai 130.000 abbonamenti gratuiti scolastici al trasporto pubblico, è perché il Consiglio ha approvato una legge di sistema sul diritto allo studio. Mi rendo conto che dal punto di vista comunicativo molte cose diventano patrimonio della Giunta, ma sono state realizzate perché c’era un Consiglio regionale che lavorava.
Quali sono stati i rapporti tra maggioranza e opposizione in Consiglio?
Noi siamo stati sempre rispettosi. L’opposizione di centrodestra, che ha una cultura di governo, sa che il confronto avviene in aula e può essere duro, ma mai irrispettoso delle Istituzioni. Con i 5Stelle il rapporto è stato oggettivamente più complicato, perché è complicato discutere con chi parte dal pregiudizio che tu sei persona poco onesta, poco capace e inconcludente.
Tu sarai nuovamente candidato?
Io chiederò al mio partito di ricandidarmi secondo quanto prevede lo statuto del PD. Cioè che ci si può candidare ed essere eletti al massimo tre volte. E questa sarebbe per me la terza e dunque ultima volta.
E perché i cittadini ti dovrebbero votare?
Perché per me parlano le cose fatte. Le leggi a sostegno dei familiari delle vittime innocenti di camorra e dei reati intenzionali violenti. La legge di contrasto ai fenomeni di mobbing. Le tante vertenze seguite in questi anni. La legge a sostegno dei figli delle vittime degli incidenti sul lavoro, le cosiddette morti bianche. Oggi la Campania ha un patrimonio legislativo importante in questo settore e un primato tra le regioni italiane. Perché per me parla l’assidua presenza in aula che già nella passata consiliatura mi ha valso il titolo di stakanovista. Una sola assenza in cinque anni. Può non significare nulla. Ma anche rispettare l’istituzione per la quale si è stati eletti credo sia un grande valore.