Quali termini sono i più ricorrenti per ricordare Raquel Welch? Sex-symbol, conturbante, pin-up, sensuale e via dicendo. Il vocabolario androcentrico a mia disposizione, quando si parla delle donne, è a dir poco imbarazzante. Tutti comunque nell’ambito semantico della corporeità e dell’immagine della donna costruita secondo un linguaggio tipicamente maschile. E’ il corpo della Welch che viene celebrato, la sua capacità di far presa nell’immaginario di uomini che vedevano in questa maggiorata il più appetibile dei sogni.
In realtà, questa sorta di Venere di Willendorf degli anni ’60, ’70, ’80, aveva una testa, un cervello funzionante che sapeva sfruttare le sue doti fisiche, indubbie, per cavalcare i filoni cinematografici che all’epoca andavano per la maggiore. Dal bikini di pelle di Loana in Un milione di anni fa (1966) alle mise avveniristiche di Viaggio allucinante (1966), la Welch ha lavorato moltissimo, guadagnandosi un Golden Globe per l’interpretazione di Costanza in I tre moschettieri di Lester (1975). “Ero contenta di aver sfondato e di poter avere avuto una carriera, ma allo stesso tempo non mi vedevo così“, aveva scritto nella sua biografia: Beyond the Cleavage (oltre la scollatura) a proposito del ruolo in Un Milione di anni fa. “Non ero nella posizione di dire: No grazie, preferirei fare Shakespeare”.
La sua vita artistica ha avuto anche un capitolo italiano con le commedie Spara forte, più forte… non capisco! (1966) di Eduardo De Filippo, girato tra Napoli e Cinecittà da Joe Levine, e Le Fate (1966), nell’episodio diretto da Mauro Bolognini in cui le altre tre protagoniste erano Capucine, Claudia Cardinale e Monica Vitti. Tra gli anni Ottanta e Novanta, la sua carriera cinematografica subì uno stallo. Aveva osato sfidare la MGM sostenendo di essere stata ingiustamente licenziata per essere sostituita con un’attrice più giovane. Vinse la causa e fu risarcita del danno subito, ma ormai ruoli adatti alla sua età, come spesso rimproverano alle majors anche attrici più blasonate, non le venivano più offerti. Il passaggio alla televisione fu quindi quasi naturale: Mork & Mindy, Sabrina Vita da strega, CSI: Miami. Facilmente riconoscibile per la sua presenza statuaria, ma anche figura familiare e benvoluta da un pubblico che, in parte, rimpiangeva in lei la propria giovinezza trascorsa ma che le riconosceva una vitalità ancora dirompente. Non a caso i Muppets su Twitter hanno ricordato la Welch come una delle nostre ospiti preferite al Muppets Show. E’ stata anche un’imprenditrice di successo, lanciando una sua linea di parrucche, una collezione di gioielli, una linea di prodotti per la cura della pelle ed il trucco.
Eppure scrollarsi di dosso l’etichetta di maggiorata non era facile e forse a Raquel Welch neanche sarebbe convenuto. Ha saputo sfruttare fino all’ultimo la sua bellezza, conscia del fatto che dentro il bellissimo involucro c’era un cervello funzionante, capace di mantenere a lungo la propria vitalità artistica e professionale, in barba agli stereotipi.