Non sono mai stata una fan della Carrà. Negli anni ‘70, quando il suo astro stava diventando davvero luminoso, rappresentava un modo di fare musica che noi giovani dell’epoca non apprezzavamo. Era il tempo dell’impegno politico, dei cantautori che sapevano esprimere quei sentimenti oscuri e confusi che tutti noi provavamo e che in quegli anni più che mai volevamo esprimere con parole profonde. E la sua musica non era così. Senza contare che con quei costumi coloratissimi, quelle paillettes e quelle piume improbabili era giusto il contrario delle nostre uniformi dell’epoca: lunghe e informi gonne a fiori, sabot, capelli lunghi e disordinati. Eppure… se quel periodo è passato e sembra essere un’altra epoca, lei, invece, ha saputo sopravvivere e resistere alla grande. Il cordoglio che circonda la sua scomparsa è ampio e condiviso.
Forse ha fatto più lei per la ridefinizione del ruolo della donna in tv di tante altre.
Per stare nello schermo ci vogliono innanzitutto studio e lavoro, non solo un bel fisico. La professionalità è il suo messaggio più importante. Non ci si improvvisa soubrette. Si lavora sodo, si studia, si segue l’evoluzione dei tempi. La Carrà lo ha sempre dimostrato, ha saputo essere al passo dei tempi, ha insegnato a noi donne che chiudersi negli stereotipi non paga, che la flessibilità umana e la capacità di ascolto degli altri, in questo caso del pubblico, è il primo passo per una vita piena ed appagante. In particolare ricordo una delle sue ultime presenze in rai, il programma A raccontare comincia tu del 2019, dove con garbo conduceva una trasmissione di parola. Incontri con personaggi famosi, la Loren, Fiorello, la Littizzetto, Muti, nelle case dei quali entrava come amica curiosa e rispettosa della privacy e di cui svelava lati inediti e sorprendenti. Si era ancora una volta reinventata dopo le innumerevoli presenze, nelle tv di tutto il mondo, come cantante, ballerina, presentatrice.
Ma la Carrà è forse riuscita a far arrivare alle nostre madri ed alle nostre nonne, che la amavano, il valore del cambiamento dei tempi. Si poteva essere una ragazza di buoni sentimenti e di sostanziale riserbo, pur mostrando l’ombelico e ballando il tuca-tuca.
La sua immagine di donna forte ed intraprendente, che sapeva reggere show innovativi con barattoli di fagioli, che sapeva essere materna ed affettuosa pur non essendo madre di fatto, ha aiutato tante donne a vivere anche la mancanza di figli in modo positivo e propositivo. Infatti, il tema delle adozioni a distanza, a lei molto caro, la spinse a condurre nel 2004 uno speciale alla tv spagnola chiamato Contigo e, successivamente, Amore, programma televisivo del 2006.
Piaceva ed ha saputo utilizzare il suo fascino per buone cause. Basti pensare alla vicinanza al mondo omosessuale che ha anche influito (in positivo) sulle idee riguardo la comunità LGBT, ricevendo, nel 2017, il premio di icona gay mondiale al World Pride di Madrid.
Insomma, le celebrazioni sono sempre stucchevoli, i coccodrilli già pronti sono tutti uguali, noi vogliamo ricordarla come una donna che ha fatto molto per la parità di genere e che ha saputo con il tempo e la pazienza, conquistare anche chi, alla sua forza espressiva, era riluttante.
Chissà se va…