Stamattina ancora un buco nell’acqua a Montecitorio e la cosa comincia ad innervosire l’establishment atlantico e i mercati.
Il primo non può sentirsi tranquillo, con la minaccia di una guerra imminente USA ed alleati V/s Russia, mai acuta come oggi dalla guerra fredda ad oggi. Il riferimento ovviamente è alla questione ucraina. L’Italia, per quanto subalterna agli U.S.A., ha un ruolo non trascurabile in ambito NATO. Può, nel caso la situazione precipiti, esercitare la sua funzione con un governo di fatto sospeso e con la sedia del capo supremo delle forze armate vacante?
Più ancora conta il nervosismo dei mercati. Varrebbe la pena ricordare a noi stessi che il debito pubblico dell’Italia è di circa 2.700 miliardi di euro, pari al 158% del Pil e che l’Unione Europea sta continuando ad elargirci miliardi e miliardi, quelli del Recovery Fund, buona parte dei quali sotto forma di prestiti, che prima o poi dovranno essere restituiti.
Al momento della sottoscrizione del PNRR tra Italia e Istituzioni comunitarie il nostro Paese ha trovato interlocutori ben disposti. Ma attenzione, a sottoscrivere gli impegni del nostro Paese c’era Mario Draghi, non uno Scilipoti di passaggio.
Ora fate conto che voi siate un banchiere. Viene un cliente, già molto indebitato, ai limiti dell’iscrizione nella centrale rischi, ma rispettabile e vi dice che purtroppo è rovinato, i suoi familiari sono ammalati e non ha i soldi per curarli. Voi generosamente, un po’ perché il cliente lo conoscete e vi dà fiducia, un po’ per convenienza – se il cliente fallisse riuscireste poi a recuperare il vostro credito pregresso? – gli concedete un ulteriore prestito, e ben consistente, chiedendogli però impegni perentori con controlli e verifiche periodiche a vostra garanzia.
Dopo sei mesi, viene uno della famiglia del cliente e vi comunica che quello con cui avete sottoscritto il contratto non li rappresenta più. Magari venite anche a sapere che in quella famiglia stanno litigando tutti tra loro. Vi viene o no il nervoso?
L’Italia è il cliente indebitato e il gestore della banca sono l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale. Cosa può succedere? Non c’è da consultare una preveggente, tra poco lo spread comincerà ad impennarsi ed il nostro debito giorno dopo giorno diventerà più grande, a causa degli interessi che si alzano.
Tutto questo per dire che non c’è più da perdere tempo, la politica si assuma la sua responsabilità e faccia la sua scelta, quella che sia, ma la faccia presto. Se poi fa anche la scelta giusta, tanto di guadagnato per noi che con l’inflazione che è già ripartita, alla fin fine siamo quelli che pagheranno il debito.