Ph: Francesco Di Martino licenza CC BY-NC-SA 2.0
A Natale manca ancora qualche settimana, ma un regalo sotto l’albero Napoli l’ha già trovato. Infatti, come ogni dicembre, anche per questa fine del 2023 è arrivata la classifica sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore che valuta, in base a un insieme di fattori, come si vive nelle diverse province italiane. Una graduatoria, quella del 2023, che è severa con Napoli. La città del mare, sole e mandolino perde sette posizioni rispetto all’anno scorso e si piazza come terzultima, al numero 105. Peggio solo di Caltanissetta e di Foggia che, secondo il quotidiano economico, “conquista” la maglia nera.
Napoli scivola in graduatoria nonostante ‘l’effetto scudetto’ sul turismo (dato che però non viene preso in esame). E’ penalizzata dalla densità abitativa, dalla criminalità predatoria in ripresa, dagli scarsi dati occupazionali e da un saldo migratorio sfavorevole.
Qual è invece la provincia dove si vive meglio in Italia? La classifica sulla qualità della vita vede nelle prime posizioni Udine, Bologna e Trento. Ottavo posto per Milano, mentre Roma si allontana dalla top ten e si ferma al 35esimo posto. Anche questa indagine vede il Sud occupare la seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che arriva al 23esimo posto. Ancora una volta un’Italia divisa in due, con il Mezzogiorno caratterizzato da una perenne vulnerabilità e costretto a inseguire il Nord in ogni aspetto del quotidiano.
Ma prima di entrare nel dettaglio, cerchiamo di capire come è stata realizzata e quali sono i parametri che sono stati presi in considerazione per analizzare, misurare e infine confrontare la qualità della vita nelle varie province italiane. La classifica è ricavata dalla media aritmetica dei punteggi assegnati all’interno di sei graduatorie: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza”, “cultura e tempo libero”. Sui risultati, secondo l’analisi, incidono fattori come la bassa aspettativa di vita, il numero delle imprese in fallimento, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, i livelli di criminalità e la disoccupazione.
Insomma, i fattori sono molteplici e purtroppo nella scheda di Napoli vengono evidenziate chiaramente le criticità: l’elevato numero di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza (oggi abolito dal governo, per cui dal prossimo anno bisognerà valutare quale sarà il fattore aggiornato), criticità nel settore ambiente e servizi e nella giustizia, alto numero di casi di contrabbando, rapine e furto con destrezza. Napoli è penultima, solo davanti a Milano, per i reati in pubblica via e gli scippi. Terz’ultima per i furti di auto e il riciclaggio di denaro. Del resto, l’indagine del quotidiano di Confindustria evidenzia quella che definisce «la fatica delle grandi città».
Rispetto a Napoli e rispetto allo scorso anno migliorano tutte le altre province della Campania, anche se si trovano comunque nella parte bassa della classifica. La migliore è Benevento, che guadagna quattro posizioni e si trova al numero 78. A seguire, al numero 79, troviamo invece Avellino che guadagna 5 posizioni rispetto allo scorso anno. Più in basso, alla posizione 88, c’è invece Salerno che guadagna ben nove posizioni rispetto al 2022, mentre Caserta è alla posizione numero 98, un gradino più in su rispetto allo scorso anno.