«La verità si farà strada indipendentemente dall’oppressione in Occidente. Come ha fatto uno street artist che a Napoli ha dipinto sul muro di una scuola il ritratto dello scrittore russo Fyodor Michailovic Dostoevskij, oggi accusato e discriminato in Occidente. Questo dà speranza che attraverso la reciproca simpatia delle persone, attraverso una cultura che connette e unisce, la verità si farà strada». Queste le parole di Putin.
Chi sono gli attori sulla scena di questa vicenda che ha del paradosso? Cominciamo da Jorit, lo street art napoletano, pseudonimo di Ciro Cerullo, che ha creato nella sua produzione un’ottima sintesi tra abilità pittorica e messaggi sociali. A Napoli, passeggiando nelle vie del centro storico a Forcella, troviamo Gennaro, il volto del patrono di Napoli, impersonificato da un operaio di nome Gennaro, Diego e Niccolò nel Bronx a San Giovanni a Teduccio, Pasolni ed Angela Davis a Scampia. Volti segnati da due strisce rosse sulla guancia, segno di appartenenza alla tribù umana, con riferimento ai riti di passaggio all’età adulta nelle culture africane. A Fuorigrotta, sulla facciata dell’Istituto Righi, Jorit ha disegnato Dostoevskij, un’opera contro ogni censura, pensata dopo la sospensione del corso sull’autore russo alla Bicocca di Milano. Sullo sfondo del murale una frase di Pasolini tratta da Uccellacci e uccellini.
«Voglio lanciare un messaggio affinché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica, solo con la cultura si capiscono le cause delle guerre e si costruisce la pace – sottolinea Jorit – la cultura è valore universale della #humantribe, per cui Dostoevskij è patrimonio dell’umanità». E l’accostamento con Pasolini, nel centenario della sua nascita non è casuale. «Il testo è un dialogo del film. L’ho scelto – prosegue – perché per me è uno di quelli più belli di Pasolini e mi ha colpito per come abbia mille sfumature e chiavi di lettura. Mi ha sempre fatto pensare come la cultura possa far aprire gli occhi e interpretare la realtà nella sua essenza e totalità, proprio questo è necessario per costruire la pace.
Fin qui Jorit. C’è ancora qualcosa da dire su Putin che non sia stato detto? Nell’intervento in cui il leader ha citato Jorit farei notare due cose. Innanzitutto la fama di questo artista napoletano, ma soprattutto il fatto che un evento, nato per essere un manifesto della pace, venga volutamente frainteso, strumentalizzato e considerato il primo passo per la comprensione della verità. La sua. Nell’esclusione, becera, del grande scrittore russo dai programmi dell’Ateneo milanese ha giocato un ruolo primario la paura di apparire agli occhi dell’opinione pubblica come filorussi. Alla base vi è, invece, ancora una volta l’ignoranza della storia, la stessa ignoranza che spinge gli americani ad abbattere le statue di Colombo.
Putin conosce sicuramente la celebre frase dell’Idiota. Forse la bellezza salverà il mondo? Dostoevskij in questa espressione, più volte ripetuta nel romanzo, condensa una visione del mondo che racchiude bene, armonia, pace. Il senso di essa, per altro estrapolata dal contesto e tradotta in italiano, è che bellezza e bontà formano un unicum. Forse per tutti noi, oriente e occidente, democratici o autocrati, rileggere Dostoevskij non può che fare del bene.