Chi è Mr. Greenopoli?
Mr. Greenopoli è l’alter ego dell’apparentemente serioso professor De Feo che insegna Ecologia Industriale all’Università degli Studi di Salerno con gli allievi di ingegneria chimica, ingegneria gestionale e ingegneria meccanica. Infatti, il professore spesso e volentieri si trasforma in un “green educatore” che va in giro per le scuole della Campania, d’Italia e quando capita anche all’estero. Lo scorso anno è arrivato addirittura in Bangladesh con i suoi “green rap”.
E cos’è Greenopoli?
Greenopoli è un metodo di educazione ambientale e anche un approccio pedagogico. Greenopoli si basa su due concetti chiave: condivisione e sostenibilità. La condivisione si applica al metodo di insegnamento, mentre la sostenibilità riguarda i contenuti. Nel metodo Greenopoli, l’educatore agisce come un “moderatore”, incoraggiando la discussione tra gli studenti e intervenendo periodicamente per sostenere o introdurre nuovi concetti. La condivisione preliminare delle conoscenze è fondamentale, valutando il punto di partenza delle conoscenze e favorendo lo scambio continuo di informazioni tra il pensiero individuale e di gruppo. Questo approccio consente agli studenti di sviluppare competenze gradualmente, creando un metodo personale di apprendimento e analisi critica. L’educatore deve promuovere un ambiente amichevole basato sul rispetto reciproco, facilitando la partecipazione attiva e l’interazione. L’entusiasmo e la passione dell’educatore per l’argomento sono cruciali, evitando di assumere un atteggiamento superiore e rimanendo al livello degli studenti. Greenopoli incoraggia a rimanere “bambini”, comunicando con il bambino che eravamo e immedesimandosi in chi ci sta di fronte. La comunicazione efficace è vista come fondamentale per preparare gli studenti al “saper essere” oltre al “saper fare” e al sapere nozionistico. Un elemento distintivo del metodo Greenopoli è l’uso di canzoni rap con contenuti ambientali come uno degli strumenti principali per facilitare l’apprendimento.
La prima iniziativa promossa da Greenopoli si è tenuta a Serino nell’agosto del 2006 e ha assunto la forma di un “Corso gratuito di educazione alla pace, alla democrazia deliberativa, all’ambiente e alla sostenibilità”. Questo corso era destinato a giovani dagli undici ai sedici anni (attualmente, Greenopoli ha ampliato la sua portata coinvolgendo persone di età compresa tra i tre e i novantatré anni). Quattro erano i principali temi trattati durante il corso: “Ambiente e Dintorni”, “Ricchi e Poveri”, “Guerra e Pace”, “Televisione e Disinformazione”. L’idea mi venne dalle mie frequentazioni della Caritas Diocesana di Avellino dove ho prestato il servizio civile come obiettore di coscienza e come allievo postumo di don Lorenzo Milani.
Se colleghiamo Greenopoli, l’Università di Salerno e l’Arpa Campania, cosa potrebbe uscirne?
Potrebbero uscirne grandi cose. Innanzitutto, un accordo di collaborazione per la sostenibilità ambientale tra il mio dipartimento, cioè il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIIN), e l’Arpac. A tal proposito, posso citare il fatto che il progetto di terza missione “Life cycle assessment (LCA) e divulgazione ambientale con il metodo Greenopoli” del DIIN, ha ricevuto il “Premio PA sostenibile e resiliente 2021” per la sezione FORMARE sui temi della sostenibilità, con la seguente motivazione: “Ottiene il riconoscimento per “Greenopoli”, un metodo di divulgazione innovativo su tematiche attinenti alla sostenibilità, come il cambiamento climatico, gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), energia, alimentazione e gestione dei rifiuti. Con alle spalle un’importante attività di ricerca sulla Life Cycle Assessment (Analisi del Ciclo di Vita), il progetto punta alla creazione di una nuova sensibilità ambientale in bambini, ragazzi e adulti, permettendo loro di comprendere in modo semplice dei concetti complessi. Il metodo promuove un’intensa interazione con il mondo della scuola, delle imprese e delle istituzioni”. ARPAC e DIIN potranno così realizzare iniziative in grado di coinvolgere studenti, docenti, comunità locale e istituzioni, finalizzate a sviluppare attività educative e informative orientate a contribuire fattivamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Da docente e divulgatore ecologista pensa che l’Arpac svolga un ruolo importante anche nell’aumentare la consapevolezza ambientale delle persone?
Ne sono fortemente convinto. La consapevolezza è una delle parole chiave e si può aumentare attraverso una combinazione di strategie educative, coinvolgimento comunitario e promozione di comportamenti sostenibili. La collaborazione tra Arpac e DIIN, attraverso il progetto di educazione ambientale Greenopoli, si muove proprio in questa direzione. Già adesso posso dire che basta consultare il sito dell’Arpa per rendersi conto delle innumerevoli iniziative portate avanti dall’Agenzia diretta dal dott. Stefano Sorvino, sotto l’appassionato e competente impulso dell’avvocato Ester Andreotti, Dirigente dell’U.O. Comunicazione e URP.
L’educazione ambientale è ovviamente fondamentale, ma quanto incide concretamente se il sistema produttivo continua ad utilizzare gli idrocarburi?
L’educazione ambientale è certamente fondamentale per aumentare la consapevolezza e promuovere comportamenti sostenibili tra le persone. Tuttavia, il suo impatto concreto dipende da diversi fattori, e la sola educazione non è sufficiente a risolvere i problemi ambientali, specialmente se il sistema produttivo continua a basarsi pesantemente sull’uso di risorse non sostenibili come gli idrocarburi. La transizione verso pratiche produttive più sostenibili richiede cambiamenti strutturali e politiche a livello aziendale, nazionale e internazionale. La pressione da parte dei consumatori informati può essere un driver importante per spingere le aziende ad adottare pratiche più sostenibili. Tuttavia, senza normative e incentivi economici che favoriscano la transizione verso fonti energetiche rinnovabili e pratiche produttive più eco-sostenibili, l’impatto delle iniziative di educazione ambientale potrebbe essere limitato.
Quali sono, secondo lei, le principali criticità ambientali in Campania?
La regione Campania si trova ad affrontare diverse criticità ambientali, a partire dalla gestione dei rifiuti soprattutto a causa della carenza impiantistica per quanto attiene il trattamento della frazione organica e l’assenza di discariche controllate sia per gli scarti dei rifiuti urbani sia per i rifiuti speciali non recuperabili. Da non trascurare le problematiche di inquinamento del suolo e delle acque, con alcuni casi tristemente noti come il fiume Sarno. In alcune città della Campania, soprattutto delle aree interne, riveste notevole importanza il problema dell’inquinamento dell’aria, soprattutto dovuto alle polveri. Non si può non citare la grande preoccupazione legata al rischio sismico e vulcanico e sappiamo molto bene quanto la gestione di questo rischio sia cruciale per garantire la sicurezza delle comunità. Infine, c’è la questione della tutela delle aree naturali, dal momento che la Campania ospita alcune aree naturali di grande importanza, come il Parco Nazionale del Vesuvio e il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, senza dimenticare i parchi regionali. È importante che queste criticità vengano affrontate con un approccio integrato che coinvolga governo regionale, comunità locali, settore privato e organizzazioni della società civile. La promozione di pratiche sostenibili, politiche ambientali efficaci e la partecipazione pubblica possono sicuramente contribuire a migliorare la situazione ambientale in Campania.
In conclusione, se le dico “Tùttu-cià” cosa mi risponde?
Le rispondo con “Rap, racconti, spiegoni e video di Mr. Greenopoli su Ambiente e dintorni”, che, con “Tùttu-cià” compone il titolo del mio ultimo libro di educazione ambientale. Il titolo del libro, “Tùttu-cià”, appunto, deriva da una tecnica utilizzata nei rap di Greenopoli, che sono proposti al pubblico senza accompagnamento musicale. Questa tecnica, ispirata a quella usata dai Queen in “We Will Rock You”, invita le persone a partecipare battendo, a ritmo alternato, i piedi e le mani per creare un ritmo percussivo al ritmo di ripetuti “tùttu-cià”. Ogni argomento nel libro è introdotto da un rap, una filastrocca o un racconto, seguiti da una versione in prosa, lo “spiegone”. Il libro contiene anche dei link a video tramite QR-code. Le spiegazioni dettagliate e approfondite sui temi dell’ambiente e della sostenibilità sono scritte in modo tale da essere facilmente comprensibili e, quindi, il libro è adatto a persone di tutte le età.