E’ stata presentata ieri a Napoli, nella nuova sede dell’Acen di Palazzo Ruffo della Scaletta, la ricerca del centro studi SRM dal titolo: “La filiera delle Costruzioni tra innovazione, sostenibilità e prospettive di crescita”.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente Angelo Lancellotti, il Direttore Generale di SRM, Massimo Deandreis, ha descritto i principali dati socioeconomici delle Costruzioni nel contesto geoeconomico, competitivo e innovativo. Ne è seguito un attento dibattito.
Di seguito, i principali numeri dello studio.
“La filiera delle costruzioni ha un ruolo economico e sociale molto significativo per il Paese e soprattutto nel Mezzogiorno.
- Il valore aggiunto in Italia è di 99,3 mld € al 2023, con un peso del 5,3% sul Pil e che arriva al 10,5% se si considerano gli effetti indiretti ed indotti del Il peso è ancora più rilevante in termini di occupazione: 1,78 milioni di occupati, il 6,8% sul totale ed oltre il 12% se si considera tutta la filiera.
- Il Mezzogiorno (ed ancor più la Campania) presenta un livello di specializzazione produttiva maggiore: il settore pesa sull’area l’11,6% in termini di valore aggiunto ed il 13,3% in termini di occupazione (in Campania rispettivamente 12,3% e 14%). Importante è anche il contributo alla filiera nazionale, esprimendo il 25% del VA ed il 30% dell’occupazione italiana. Alla base c’è una presenza imprenditoriale non trascurabile che contribuisce alla competitività del Paese: 223,6 mila imprese al Sud (il 30% del dato nazionale), delle quali il 31% in
- È una filiera con un rilevante impatto sulla crescita economica del La filiera delle costruzioni è caratterizzata dalla sostanziale assenza del commercio internazionale e dal peso ridotto del commercio interregionale per cui gran parte della ricchezza generata dalla filiera resta nella regione di origine e ciò vale in modo particolare per il Mezzogiorno e per la Campania: l’85,6% del Va generato dalla domanda di prodotti dell’edilizia resta nella regione contro l’83,9% dell’Italia, in Campania si arriva al 91,6%.
- L’industria delle costruzioni acquista un’ampia gamma di beni e servizi prodotti da altre industrie. Ne deriva che i moltiplicatori della spesa per la suddetta industria sono elevati, soprattutto al Sud dove, per ogni 100 € spesi nel settore, si generano 128,5 € di valore aggiunto (tra effetto diretto, indiretto e indotto), più della media nazionale (Italia 115,6 €, Campania 123,1€).
Nascono nuove sfide e opportunità. Le imprese dovranno confrontarsi con un nuovo scenario in cui sostenibilità, innovazione e adattamento alle nuove regole europee determineranno il successo e la competitività della filiera. Dalla Survey di SRM, si evince che:
- La dimensione d’impresa è un fattore che incide sulle scelte del mercato di Quasi i ¾ delle imprese più piccole del Sud si affidano al mercato regionale (in Italia 58,6%). Mentre i ¾ delle imprese più grandi opera in un mercato nazionale ed internazionale (in linea con la media italiana).
- Le imprese del Sud preferiscono reti di fornitura «corte». Solo per il 45% dei casi le imprese del Sud vanno oltre il mercato La Campania si distingue per un dato più elevato, pari al 61,2%, in linea con il dato nazionale (il 62%).
- Al Sud ci sono meno imprese investitrici… La propensione ad investire del Mezzogiorno è di 17 punti inferiore alla media nazionale, ma il divario si riduce a solo 5 punti se si considerano le imprese più grandi.
- …ma quelle che investono riescono comunque a farlo con una maggiore intensità. Si evidenzia che oltre il 20% delle imprese meridionali investe più del 30% del fatturato (in Italia il 16%)
- Prevalgono gli investimenti tradizionali, ma aumenta l’interesse per l’innovazione. Il 38% delle imprese del Sud investe in innovazione e sostenibilità e, con una quota del 44%, le imprese campane danno una spinta significativa (Italia 42,5%). Anche in questo caso, la dimensione conta: le imprese del Sud più grandi investono in innovazione in misura analoga a quelle nazionali (44,2% contro 43,7%).
- Più di una impresa su tre, nel Sud, investe in digitale (39,5% in Italia), alimentata anche dal forte rapporto con i poli di ricerca sul Circa il 40% delle imprese meridionali investe, infatti, nei legami con il sistema della ricerca pubblica e privata (Italia 31,3%).
- Il 28% delle imprese investe in sostenibilità, in linea con la media Significativo è che tra le principali motivazioni ci sono il miglioramento delle performance aziendali (63%) e l’adeguamento alla domanda di mercato (60%). Ciò conferma una crescente maturità strategica delle imprese della filiera.
- Cresce la consapevolezza dell’importanza di adeguarsi alle sfide tecnologiche e di mercato. Le imprese del Sud per il prossimo futuro consolidano l’orientamento verso investimenti Quasi 1 su 2 prevede un aumento dell’investimento in digitale nel prossimo triennio. Analoga è la proporzione di imprese che investiranno in sostenibilità (46% contro una media Italia del 44%)”.