Sarebbe troppo semplice adesso per noi dire: “l’avevamo detto, anzi, scritto” che era tutto da rifare. Lo ha detto ora però a chiare lettere anche il Ministero dell’ambiente che ha eccepito su una serie di aspetti della progettazione dell’HUB Turistico di Via Plinio a Pompei Scavi, proposta da RFI-Trenitalia.
Aspettiamo di potere entrare nel merito, già trattato per sommi capi dal Distretto Turistico, che ha espresso la propria soddisfazione sulla battuta d’arresto subita dal cosiddetto “Progetto bis” dell’HUB Turistico. Lo stesso Distretto motu proprio aveva già elaborato un progetto diverso, anzi alternativo rispetto a quello presentato da RFI-Trenitalia, ma il Commissario prefettizio di Pompei Santi Giuffrè non lo prese nemmeno in considerazione.
Ebbene, come adesso si sia “incagliato” invece il Progetto RFI-Trenitalia dell’HUB Turistico merita una breve cronistoria.
Eravamo in piena calura agostana, quando il Commissario Giuffrè – mentre sulle spiagge tutti insieme appassionatamente gli italiani, reduci dal lungo lockdown, si scambiavano il coronavirus tra baci, abbracci conditi da caldi drink e birre gelate, senza alcuna precauzione – si è autoconvocato come Sindaco di Pompei a Roma. Nella città eterna – pare presso la Sede RFI-Trenitalia, cioè in casa della controparte progettista, sede del tutto inopportuna o almeno impropria e irrituale – il Commissario Giuffré, in splendida solitudine, come Giunta comunale di Pompei si è varato il progetto dell’HUB Turistico di Pompei Scavi.
Infine il Commissario, sempre solo – non fermandosi davanti al fatto che il progetto dell’HUB, nato da una intuizione del Ministro Franceschini, fosse ormai ridotto a un mini HUB, anzi a un ex HUB – se lo è anche adottato, come Consiglio Comunale di Pompei, dando così vita alla Conferenza dei servizi sul Progetto HUB.
Gli ultimi a sapere però sono stati i cittadini di Pompei, i quali a cose avvenute hanno potuto conoscere la questione soltanto attraverso un comunicato stampa.
Beh, se invece di un Commissario prefettizio un comportamento tale lo avesse avuto un politico, per esempio un Sindaco, di qualsiasi parte politica, tutti i benpensanti sarebbero insorti contro la mala politica. E la Stampa di ogni colore avrebbe massacrato quel politico, tirandosi appresso, ovviamente, qualche solerte pubblico ministero.
Quei pochi che, insieme a noi, hanno avuto modo di vedere il Progetto RFI-Rete Italia segnalano che esso presenta una evidente cesura tra gli Scavi e la Città nuova, considerato che prevede la cancellazione della Via Plinio, che rappresenta un tracciato millenario. La cosa a noi sembra follia, non solo sotto l’aspetto urbanistico, ma anche in considerazione delle tante aziende che si sono sviluppate lungo il suo tracciato secolare.
Quello dell’ex HUB è insomma – sia chiaro a tutti – un progetto importante che, ridisegnando Via Plinio e il fronte meridionale degli Scavi di Pompei, cambia il rapporto tra quella zona nevralgica degli Scavi di Pompei e il centro città.
La cesura è evidente e nacque forse nello stesso momento in cui fu concepito e attuato il Parco archeologico di Pompei, in sostituzione della più antica Soprintendenza Archeologica di Pompei, nata dopo il terremoto del 1980.
Alla competenza del nuovo Parco archeologico di Pompei due o tre anni fa fu affidata solo una porzione della Città nuova, più o meno un quarto dell’intero territorio comunale, tagliato in due poi anche dalla Buffer Zone che, replicando l’errore, ignora gran parte della Città nuova, anche se si estende da Lettere a Torre del Greco, da Terzigno a Poggiomarino.
Noi fummo tra i primi a denunciare questo rischio di estraniazione per la Città moderna, spezzata in due, per tre quarti e un quarto della propria consistenza territoriale.
Ma nessuno ci dette ascolto allora. E il Commissario Giuffré preferì correre in solitaria…
Confidiamo oggi quindi nella nuova Amministrazione guidata da Lo Sapio.