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Pompei restituisce ancora due vittime, un uomo e una donna

e un piccolo tesoro di monete e gioielli

by Federico L.I. FEDERICO
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Pompei antica si è ripresa prepotentemente la scena dell’attenzione presso il vasto pubblico.

E ciò è avvenuto puntualmente, nonostante il più feroce agosto che si ricordi da queste parti. La calura opprimente, a volte insopportabile – che concede pace e respiro soltanto a chi se ne sta “al mare o ai monti a villeggiare” in attesa del più mite settembre – non scoraggia infatti i visitatori, italiani e stranieri, i quali affrontano anche ore penose di delirio estivo per poter poi raccontare il proprio incontro con la Città dei morti, che definire morta sarebbe un oltraggio alla verità.

Pompei, però, appartiene al Mondo anche perché è la Città dei morti che rivivono – se recuperati attraverso uno scavo attento e scrupoloso – negli spasimi finali della loro vita che cede il passo alla morte.

E la loro morte non sembra dunque essere eterna, visto che i loro resti rivivono all’attenzione del Mondo, portando con sé al momento del ritrovamento il prezioso bagaglio delle proprie tracce esistenziali. Non solo dunque biologiche, ma anche materiali e finanche ideali.

In breve, lo scavo pompeiano, per l’improvviso suo generarsi originario, è ancora oggi forse l’unico che restituisce l’autentico dasein delle vittime.

Un dasein allo stato verginale, puro. Caro al Direttore Gabriel Zuchtriegel che lo richiama ampiamente nel suo libro “Pompei. La città incantata”.

E ciò fa breccia nei cuori davvero, imponendosi per eco e fama anche rispetto ad altri scavi in corso, fossero anche gli scavi straordinari come quello della cosiddetta Villa della Civita Giuliana, già visitata (stavo per scrivere deflorata) dagli scavatori clandestini per silenti decenni di scavo occulto, stroncato dai Carabinieri e dalla Procura della Repubblica torrese che lo ha riavviato con coraggio e lungimiranza, di intesa con il Parco Archeologico.

E’ di un paio di giorni fa la notizia del rinvenimento di due vittime dell’eruzione nell’area di scavo della Regio IX, Insula 10 degli Scavi di Pompei, dove sono in corso indagini archeologiche connesse alla messa in sicurezza dei fronti di scavo. L’ultimo ritrovamento riguarda un uomo e una donna, rifugiatisi in un piccolo cubicolo, sperando di sopravvivere all’evento catastrofico. La Donna, in particolare, è stata trovata sul letto e portava con sé un piccolo tesoro con monete d’oro, d’argento e bronzo, e alcuni monili, tra cui orecchini in oro e perle. Il piccolo vano è ubicato alle spalle del già documentato Sacrario blu e vicino al grande salone decorato in II stile già oggetto di grandi campagne di Stampa.

La novità straordinaria per gli addetti ai lavori – che estendiamo ai nostri lettori perché è diventata una prassi felice – è questa: sull’E-Journal degli Scavi di Pompei è stato già pubblicato un primo inquadramento scientifico.

 

 

A chiusura dell’articolo lasciamo la parola al Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel che nel Comunicato stampa dichiara:  “L’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime rinvenute all’interno del contesto archeologico che ne ha segnato la tragica fine, permette di recuperare una quantità notevole di dati sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle micro storie di alcuni di essi, con una documentazione precisa e puntuale, confermando l’unicità del territorio vesuviano… Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro, ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione anche dal territorio, anche grazie agli investimenti Cipess annunciati in questi giorni dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.”