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Pompei “reggina d’ ‘o Rattapone” nel Comprensorio vesuviano

by Federico L.I. Federico
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Un vecchio adagio proverbiale dei Valpompeiani, poi passato ai Pompeiani – almeno a quelli oggi di gran lunga sopra gli… anta – recitava una sorta di cantilena che diceva più o meno così: ‘A reggina d’ ‘o Rattapone cu’ ‘nu zuoccolo e ‘nu scarpone. Questa breve cantilena era una presa in giro diretta a una persona che si mostrava mal messa, o con un vestiario rimediato alla meglio. Da qui il riferimento allo zoccolo e allo scarpone che portava ai piedi la leggendaria, quasi mitologica Regina del Rattapone. Chi scrive questo articolo però effettuò una ricerca storica e linguistica sulle radici del termine Rattapone. Fu in occasione della pubblicazione del libro che narrava la Pompei del dopoguerra. E fu così che nel libro fu riportata la radice linguistica longobarda del termine Rattapone. Essa indica un luogo pieno di fosse e buche, insomma un luogo disagevole. Il Rattapone era un tempo, infatti, una zona caratterizzata da fosse e buche da cui si cavava lapillo e pozzolana. Un territorio difficile da attraversare nella prima metà del Novecento. Lo sapeva bene chi si dirigeva verso i paesi vesuviani e il nolano e chi faceva la via inversa. Insomma, si verificava allora più o meno quello che si verifica oggi nella Pompei dell’anno del Signore 2022. Oggi, per attraversare il centro Città di Pompei il malcapitato guidatore sa che occorrerà un tempo indefinito e non preventivabile: per l’eccessivo traffico del centro urbano; per i lavori in corso senza nessuna pianificazione, in un territorio affettato dai treni EAV ex Circumvesuviana in misura insostenibile in certi orari della giornata; per un’inadeguata rete di parcheggi. D’altra parte, la Via Nolana non ha alternative se non una rete di stradine rurali o interpoderali nell’area della Crapolla. Tale rete di stradine – potenziate a caso nei decenni con getti di calcestruzzo, stese di asfalto, riprese e rattoppi recentemente rimaneggiati – rimane ancora oggi la unica alternativa alla direttrice bimillenaria Nord-Sud della Via Nolana. Anzi, per dirla tutta, le uniche due altre vie alternative “moderne” alla Via Nolana si trovano nei comuni confinanti di Scafati, a Est, e di Torre Annunziata, a Ovest.

Il Progetto EAV ex Circumvesuviana è piombato sulla realtà pompeiana senza alcun merito della classe Politica, da ben oltre un triennio, dopo un paio di decenni di occasioni perdute o sprecate. Occasioni introitate però con successo dagli altri comuni del Comprensorio vesuviano che hanno riqualificato le proprie reti e le proprie stazioni EAV. O lo stanno facendo alla grande come la vicina Castellammare, candidatasi nelle more – grazie al PNRR – a svolgere le funzioni di HUB turistico di intesa con Torre Annunziata, tagliando fuori decisamente dal gioco Pompei, ormai Cenerentola comprensoriale.

Eppure il Progetto EAV, nonostante tutte le contestazioni che ha scatenato con le sottovie (più note generalmente come sottopassi) in una minoranza “No Tutto” molto combattiva nella zona interessata dai lavori, sembrava avviare la soluzione del problema delle direttrice Nord-Sud di Pompei. Ciò, agli occhi di una più larga fetta di popolazione residente nelle altre zone della città, soffocate dal traffico comprensoriale e urbano che quotidianamente intasava la Via Lepanto e le strade vicine. Ma il destino è stato beffardo. Ora Via Lepanto è fuori dalla mischia e si avvia a divenire area pedonale vietata al traffico veicolare.

E ciò, anche se la qualità scadente dei lavori eseguiti – frutto perverso della carità pelosa della Regione Campania – sembra essere nel mirino di più di una Procura della Repubblica. Rimangono invece coinvolte nel delirio quotidiano del traffico veicolare le strade già precedentemente sotto stress. Ad esse si è aggiunto la stessa centralissima Piazza Bartolo Longo con il Santuario Mariano. Pompei insomma ricorda sempre più il Rattopone, il sito disagevole di cui all’incipit dell’articolo.

Ma evidentemente al peggio non vi è mai fine per Pompei. Oggi, infatti, un Comunicato stampa del Comune – che ha fatto seguito all’annuncio già dato da un diffuso giornale del Comprensorio – fa presente che il Sindaco di Pompei Lo Sapio, in seguito a un sopraluogo in zona Crapolla, ha invitato il RUP del Progetto EAV “…a valutare una eventuale riduzione della larghezza stradale, progettando un percorso carrabile a senso unico, tale da evitare le devastanti demolizioni di opere murarie e limitazione dell’acquisizione delle aree pertinenziali”. Si arriverà quindi alla rimodulazione del Progetto. Noi lo dicevamo da tempo. E aggiungiamo: dopo oltre un triennio di chiacchiere a vuoto, comprese le nostre!

Il Sindaco, nelle prossime ore, convocherà un incontro pubblico per informare la città. Era ora! Una domanda finale è però necessaria, anche se sarà destinata a rimanere senza risposta: nessuno pagherà per il tempo perduto, per gli errori commessi e, soprattutto, per la perdita secca di danaro pubblico per un’opera che si realizza – se si realizza – con un tale ritardo?