Tra circa un anno avremo forse la possibilità di visitare nuovamente alcune tra le più famose Domus Pompeiane grazie a un cantiere di “messa in sicurezza”, in questi giorni avviato dal nuovo Direttore del Parco Archelogico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
Oggetto dell’intervento è la cosiddetta “Insula Occidentalis” di Pompei, fatta di case alte e imponenti nel panorama della zona della Porta Marina, l’ingresso più frequentato dal Turismo internazionale da ormai circa due secoli.
Il cantiere dei lavori quindi permetterà di restituire al pubblico le straordinarie Domus di Marco Fabio Rufo e di Maio Castricio, della Casa del Bracciale d’Oro e della Biblioteca, restituite così alla visita dei turisti.
Volendo essere precisi, più che Domus esse appartengono a quel tipo di insediamenti abitativi che gli archeologi pompeianisti, e non solo, chiamano “ville urbane”, intendendo con esse le magniloquenti abitazioni, all’epoca affacciate sul mare del Golfo di Neapolis che lambiva alla base il pianoro lavico dell’antica Pompei.
Queste “ville urbane” erano state costruite dai Romani sulle mura di cinta e sul pomerio della osca Pumpàja dopo la sua conquista, ottenuta da Silla nell’anno 89 a.C.
La pax romana, pagata a carissimo prezzo dai Pompeiani, consentiva ai vincitori e conquistatori di utilizzare a proprio piacimento gli spazi e le strutture una volta pubbliche.
Quelle Ville urbane, insomma, erano una sorta di sontuose Ville d’ozio marittime, portate al bordo della vecchia città osca, in un sito incombente sul mare.
Gli scavi nel giardino della Casa di Marco Fabio Rufo, condotti per anni da Mario Grimaldi con una équipe di giovani dell’Università Suor Orsola Benincasa, hanno dimostrato la preesistenza di una Porta Occidentalis attraversata da un vicus publicus per il transito da e per la città, in contiguità con una vicina area santuariale.
La presenza di questa Porta urbana, denominata Occidentalis qualche anno fa appena, è rimasta ignota per un quarto di millennio, ma era supposta da una delle teorie archeoastronomiche su Pompei, che trattano del parallelismo binario tra le porte pompeiane. La importante scoperta – connessa alla singolare forma urbis ellittica di Pompei – è ripresa dal recente volume Pompei, Misteri del Tempio di Iside, in pubblicazione per Flavius editore.
Lo scavo della vasta Insula Occidentalis fu attuato da Maiuri nella prima metà del Novecento attraverso la asportazione di centinaia di migliaia di metri cubi di terreno vulcanico, in parte rifluito a valle. Il restauro di queste Ville urbane, mai completato, favorì un periodo di florido turismo interessato a scoprire una nuova dimensione – magniloquente e a grande scala – dell’insediamento abitativo Pompeiano.
Il rapido deterioramento delle strutture, non sempre ricostruite a regola d’arte, le rese in pochi anni scarsamente accessibili e, dopo il terremoto del 1980, del tutto inaccessibili per i non addetti ai lavori, anche perché successivamente utilizzate come sede dei laboratori di restauro del Parco.
La Ville Urbane dell’Insula Occidentalis non saranno più dunque laboratori di restauro, come esse erano utilizzate da decenni, per una prolungata “emergenza”, tipicamente italiana, protrattasi per oltre mezzo secolo, cioè dai frenetici mesi del dopoterremoto dell’11 Novembre del 1980.
Dopo appena qualche anno da quella data tragica, nel 1984, fu costruita la sede della Soprintendenza Archeologica di Pompei, in un clima di feconde speranze e di grande attivismo.
Per la prima volta dall’inizio degli Scavi sistematici risalenti alla metà del Settecento per volere di Re Don Carlos di Borbone, poi Carlo III di Spagna, quella di Pompei poteva operare indipendentemente dalla Soprintendenza di Napoli e affrontare le problematiche specifiche di sito archeologico Pompeiano. Era stata un’intuizione dell’allora Ministro per i beni Culturali Vincenzo Scotti che negli anni ha confermato la propria validità, passando però attraverso una serie di Nomine soprintendentizie e Commissariamenti non sempre felici, prima di essere definitivamente stravolta – nel bene e nel male, appena qualche anno fa – dal Ministro Dario Franceschini con la costituzione del parco Archeologico di Pompei.