E’ arrivato in questi giorni nelle librerie un libro dedicato a Pompei e, sullo sfondo, alle problematiche più attuali dei Beni Culturali nell’Era franceschiniana.
Io la definisco Era perché è un arco temporale da record che batte ogni precedente, se la memoria non mi inganna. In ogni caso è un record di durata che attraversa più governi, di diversi colori e programmi. Il Min. BBCC, poi MIBAC, poi ancora MiBACT ed oggi MIC è un dicastero che ha cambiato competenze e definizioni, ma il Ministro Franceschini ne è rimasto al comando saldamente e, molto prevedibilmente, lascerà il Dicastero del Collegio Romano soltanto nel 2023, a fine legislatura.
Ad evitare mie derive politologiche, dobbiamo però tornare al libro dell’Editore Scienze e Lettere, il cui titolo mi ha intrigato fin dal primo momento, in quanto si pone fuori dal coro dell’archeologia osannante – absit iniuria verbis – che tanti guasti ha procurato a Pompei, dandomi modo di segnalarli puntualmente, insieme agli eventi del Parco Archeologico.
Il titolo del libro infatti è: “POMPEI” con sottotitolo “La Catastrofe”. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Soltanto che a ben leggere, al di sotto del sottotitolo compare tra parentesi la scritta: 2014 – 2020 d.C. Proprio così: l’arco temporale della Catastrofe annunciata in copertina è quello che va dal 2014 al 2020, anni che si sono chiusi ieri o l’altro ieri. E sono sei anni “coperti” dalla presenza di Massimo Osanna, nominato Direttore Generale di Pompei dal ministro Massimo Bray e poi chiamato dal ministro Franceschini ai fasti romani di Super Direttore generale dei Musei statali italiani.
E qui scatta la molla della curiosità e dell’interesse, anche nel lettore non “addetto ai lavori” pompeiani. Vado quindi al dunque.
Due sono gli autori che firmano il Libro. E sono Helga Di Giuseppe e Mauro Di Branco. Un’archeologa versatile, scrittrice prolifica, e un autorevole storico docente all’Università La Sapienza di Roma. I due si presentano così nel risvolto della Quarta di copertina, normalmente asettico e formale:
Di Giuseppe afferma che “…Sarebbe stata un’ottima Direttrice del Parco Archeologico di Pompei se solo i concorsi non fossero stati inesorabilmente ad personam e se Pompei non fosse stato un trono da ereditare.
Di Branco da parte sua scrive che “…Sarebbe stato un ottimo Direttore del Parco Archeologico di Pompei (secondo gli ineffabili criteri di Dario Franceschini e delle sue Commissioni concorsuali), ma non ha mai conosciuto Massimo Bray.”
Beh! Due dichiarazioni che ho riportate per stralci integrali e che … più chiare non si può.
Penso dunque che lo spirto guerrier che rugge dentro entrambi già invogli all’acquisto del Libro. Esso ha anche un inusuale ma comodo formato tascabile e si presenta più o meno così già nel risvolto della Prima di copertina:
Iscrizioni datanti che non datano nulla, cigni lussuriosi, fiere, schiavi, liberti, cinedi, prostitute vere o presunte…. e poi ancora…. gladiatori, fattucchiere, amuleti, cacatori, concorsi… Sono alcuni dei protagonisti e dei temi di un viaggio tanto allucinante quanto esilarante nella catastrofe di Pompei. Una Catastrofe scientifica, etica e culturale …. che fa impallidire quella del 79 d.C. E chiude così: … Siete tutti invitati a seguirci: vi garantiamo che ci sarà da divertirsi! Con il punto esclamativo finale. Io ho seguito il consiglio e ho letto il Libro.
E mi sono divertito!! …Con due punti esclamativi…