L’ex Soprintendente Archeologico Stefano De Caro è stato indicato come vincitore, il prossimo 15 novembre alle 10.30, dalla Giuria del Premio Internazionale di Archeologia Amedeo Maiuri, in sigla PIAAM, giunto quest’anno 2024 alla Sesta Edizione. Prima di De Caro sono stati premiati con il prestigioso “Trofeo del trowel”: Mario Torelli, M’ Hamed Hassine Fantar, Masanori Aoyagi, Paolo Giulierini, Eva Cantarella. La cerimonia del Premio si terrà presso la Sala Consiliare del Comune di Pompei nel Palazzo dei Conti De Fusco, Municipio della Città, guidata dal Sindaco Carmine Lo Sapio.
La designazione è stata unanime da parte della Giuria del Premio, presieduta da Umberto Pappalardo e composta da archeologi di fama consolidata, come Antonio De Simone, Silvia Martina Bertesago, Maria Antonietta Boffa e, dulcis in fundo, da Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, convinto sostenitore del designato.
Chi scrive ama definirlo il più Pompeiano dei grandi Pompeianisti e ha avuto il privilegio di averlo avuto per amico e collega fin dai tempi della allora “gloriosa” Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta guidata da Fausto Zevi, già Ordinario di Archeologia, prima alla Federico II a Napoli e poi presso la Sapienza a Roma, oggi Accademico dei Lincei per l’Archeologia.
Stefano De Caro è nato nel 1950 a Boscoreale – che lo ha insignito della Cittadinanza Onoraria – ed è espressione autentica della terra vesuviana, come autentico è il suo talento archeologico. Egli si è laureato infatti giovanissimo presso l’Università “Federico II” con una tesi in archeologia dal titolo “Le Necropoli di Napoli greco-romana”, relatore il Soprintendete archeologico Prof. Alfonso de Franciscis, che lo volle al suo fianco in campagne di scavo a Pompei e Oplonti.
De Caro ha poi proseguito gli studi presso la Scuola Nazionale di Archeologia annessa all’Università “Sapienza” di Roma e la Scuola Archeologica Italiana di Atene, diretta allora da Doro Levi. E’ divenuto funzionario del Ministero per i Beni Culturali nel 1976 e in qualità di Ispettore Archeologo operò nella Soprintendenza ai Beni Archeologici, Architettonici, Ambientali Artistici e Storici della Regione Molise, per poi arrivare a dirigere l’Ufficio Scavi di Pompei negli anni che videro il Sisma del 23 Novembre 1980 sconvolgere gran parte della Regione Campania, compresi gli Scavi pompeiani. Fu nominato quindi Vice Soprintendente della Soprintendenza Speciale per gli interventi post – sismici in Campania e Basilicata presso gli Uffici della Reggia di Capodimonte e, nel 1991, divenne Soprintendente ai Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta, per poi essere nominato Direttore Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Campania. Il suo straordinario Curriculum e la sua pressocché sterminata Bibliografia, rappresentata da circa 400 pubblicazioni, saranno illustrati compiutamente nel Catalogo del PIAAM, VI Edizione, 2024.
Qui di seguito chi scrive si limita a ricordare i suoi successi di Soprintendente in Campania che lo portarono a ricoprire il ruolo di Direttore Generale dell’Archeologia a Roma presso il Ministero BBCC, da cui poi spiccò il volo alla Direzione Generale romana dell’ICCROM, sigla internazionalmente famosa che sta per International Center for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property, branca dell’UNESCO.
In tale ruolo ha girato il mondo misurandosi con successo su problematiche complesse della Conservazione dei Beni Culturali, ricevendo unanimi consensi e numerosi riconoscimenti di livello internazionale.
Insomma, un prestigioso esponente del mondo dell’Archeologia che, con la carriera straordinaria, conferisce prestigio al PIAAM pompeiano, ideato e diretto dal giornalista Carlo Manfredi.