Temendo di rimanere intruppati nelle migliaia di visitatori che ogni sera si contendono le Luci d’Artista salernitane, a loro volta contesi dalle mille e una offerte di cose mangerecce e non solo, ci siamo avviati per tempo e siamo arrivati con un deciso anticipo all’evento artistico che avevamo programmato come aperitivo alla scorpacciata delle luminarie natalizie. In qualche caso assolutamente straordinarie.
A dire il vero però, e a dirlo tutto, una serie di soggetti “luminosi” cominciano ad accusare la stucchevolezza di certe soluzioni figurative che appaiono ormai troppo tradizionali. Diciamo pure passate, o trapassate. E lo diciamo sperando che qualcuno raccolga questo nostro giudizio, assolutamente scevro da pregiudizi.
Passiamo quindi a raccontare, da umili cronisti, la serata artistica cui abbiamo assistito. E’ meglio, a questo punto. Dunque, l’evento ha avuto il patrocinio del Comune di Salerno, rappresentato all’apertura della serata da Antonia Willburger, Assessora alla Cultura e ai rapporti con associazioni e fondazioni culturali. Nella Sala eventi del Palazzo Genovese, in pieno centro storico, l’assessora ha portato i saluti del Sindaco, soffermandosi sulla voglia di Cultura che sta emergendo prepotentemente non solo a Salerno.
Insomma, così si è aperta la mostra d’arte pittorica, prima in Italia, della giovane pittrice e restauratrice polacca Maria Lorek, che ha eletto la propria residenza nella città del longobardo Arechi. L’apertura della mostra – che delizierà certamente molti tra le migliaia di visitatori di Luci d’artista a Salerno – è stata preceduta dalla esibizione del Duo d’arte e di vita Italo-Polacco formato dalla coppia Marlena Szpack voce, e Oscar Bellomo, chitarra.
La prima è una soprano polacca che proviene da una famiglia di musicisti. Già vanta una consolidata e ormai quinquennale collaborazione con il Teatro Verdi di Salerno come corista di grandi opere. La sua voce risulta incredibilmente luminosa e chiara, davvero bella. E va d’incanto con le note moderne e antiche magistralmente prodotte dalla chitarra del maestro Bellomo. Quest’ultimo è suo compagno nella vita, ma soprattutto è un chitarrista e compositore nolano tra i più stimati della nouvelle vague meridionale in campo musicale. Ha fatto parte di una formazione di musica da camera tra le più importanti e innovative della Musica mondiale: il GuitArt Quartet.
Notevole è il curriculum artistico dei due che già hanno girato un bel po’ il mondo esibendosi ad alti livelli. Il repertorio ha spaziato nel tempo e nello spazio geografico proponendo musiche dimenticate della tradizione mediterranea ed ebraica.
Terminata l’esibizione del Duo musicale, il pubblico – sorprendentemente folto oltre ogni più ottimistica previsione – ha mostrato di gradire, oltre la musica e il canto, anche le espressioni pittoriche di Maria Lorek. La sequenza delle numerose sue opere esposte si presenta come una vera e ricca miniera di forme espressive e di colori. Ma, dai toni freddi del nord europeo, improvvisamente il suo pennello si intinge nella solarità mediterranea, passando dall’informale sommesso al figurativo prepotente.
Un’artista giovane e poliedrica, dalle tante risorse. Potremmo dire: si farà. D’altra parte, la Lorek è figlia d’arte. E il suo papà è un affermato pittore a Cracovia.
Ma non è questo certamente quello che ci ha spinto ad affermare che di Lei risentiremo parlare presto. Ne siamo certi. Semplicemente questo.