“Milano sta attraversando un periodo di grande trasformazione che la porta a essere molto attrattiva e dinamica. Essere più viva, però, vuol dire anche essere più vissuta. Il manto stradale fotografa un problema che va gestito senza esitazioni. Individuarne le cause è esercizio complesso e per nulla esaustivo: è cambiato il clima; piogge incessanti si concentrano in alcuni periodi; sono aumentate in modo esponenziale le consegne a domicilio; spesso anche i turisti (che sono raddoppiati in pochi anni) ricorrono all’uso dell’auto per muoversi in città. Tutto ciò concorre ad accrescere l’usura del manto stradale, ne siamo consapevoli. Così come siamo consapevoli che si debba intervenire con maggiore intenzione e determinazione per porre rimedio alla situazione. Per questo motivo il 2020 sarà l’anno della svolta: abbiamo deciso di raddoppiare i fondi per la cura delle strade. Perché i milanesi hanno diritto a vie, vicoli, viali, controviali e piazze in buono stato. È una questione di sicurezza, prima ancora che di decoro.”
Così il nostro ineffabile Sindaco. Come avrebbe detto Johnny Stecchino sul problema più grande di Palermo negli anni ’90: “E’ il traffico”. E subito dopo il maltempo. In versione biblica, apparentemente, altrimenti certi squarci non si spiegherebbero. E, in effetti, Sala proprio non se li spiega. Ma se escludiamo, come logica e serietà ci impongono, che la colpa sia di Amazon dobbiamo provare a trovare un altro colpevole. Siccome il Sindaco brancola nel buio, ci pare un dovere civico non differibile dare una mano.
Quasi dimezzati i fondi per la manutenzione stradale.
Difficile che un servizio funzioni senza soldi. E per la manutenzione siamo passati da oltre 40 milioni di euro l’anno sotto Albertini ai 27 stanziati da Sala. Questo ha avuto due impatti. Il primo è stato, ovviamente, un ridotto lavoro di rammendo. Il secondo, un drastico calo dei controlli. Il secondo è forse, se possibile, più grave del primo. Perché le buche non sono tutte uguali. E se bloccate sul nascere, si riducono i danni riportati ed i costi di intervento. Però, oggi, a vigilare sull’intero territorio della città ci sono solo 18 persone. Ovviamente non possiamo pretendere che siano dovunque e sempre presenti. Il risultato è un aumento costante delle richieste di risarcimento (oltre 2000 nel 2018, il 25% in più del 2016). Ed una spesa sempre crescente per risarcimenti, soldi in meno per la manutenzione.
La paura della normalità.
Ma perché il bilancio è stato sistematicamente eroso? Io non credo per malanimo. Non è una storia di malaffare. Sala è un galantuomo. Un galantuomo talentuoso, fatto per l’emergenza, l’operazione spettacolare. È uomo, filosoficamente parlando, del fenomeno. Non del noumeno. La quotidianità, l’efficienza delle piccole cose, la macchina comunale che funziona come un orologio svizzero, non sono cosa sua. Lui eccelle nell’eccezionalità. È l’uomo di Expo, delle Olimpiadi di Cortina, della città dei record. Lui vede il futuro con occhi pieni di stelle e di speranza. Le buche, il fango, i tombini che non vengono puliti appartengono ad una dimensione verticale, terrigna e cafona a tratti che a Beppe non appartiene. Così naturalmente viene tutto messo in prospettiva. Ed i pochi fondi stanziati finiscono in fretta.
Sempre meno soldi dallo Stato.
Anche perché, va detto, Milano dona generosamente all’Italia. Lo fa con trasporto ed abbandono. E decisamente pochi grazie. Così l’eccezionalità Meneghina è sempre più merito dei privati, nonostante lo Stato. L’esempio più lampante è l’urbanistica tattica. Ovvero disegnare le piazze a terra, perché realizzarle come urbanistica comanda è troppo complesso e caro. Tutte queste cose, sommate tra loro, alla fine pesano. Non si può essere dei centometristi olimpionici se si viaggia con lo zaino da montagna in spalla.
In definitiva, se persino Crozza e Repubblica si sono accorti del problema, probabilmente il Sindaco ci metterà davvero mano. Spiace solo che una persona così seria debba dare la colpa a chiunque, dal meteo ai fattorini che portano pacchi e pizze, invece di dire la semplice verità: “Scusateci, eravamo impegnati a fare miracoli, le pulizie a casa le abbiamo trascurate”. Sarebbe stato un bel gesto di umanità che avremmo apprezzato dal sindaco dei record. Un omaggio alla borghesia Meneghina di una volta, meno spumeggiante dello Yuppie della Milano da bere, ma molto più solida e più, mi si consenta un gioco di parole, Milanese.