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Paullo I – cominciamo con la Muzza

“Paullo… ieri”

by Flavio Cioffi
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Chi lo avrebbe mai detto che, ormai giovane anziano, sarei finito a Paullo. Dove? direte voi. E infatti l’ho detto anch’io. Paullo, Città Metropolitana di Milano. Un quarto d’ora in auto dalla stazione della metro di San Donato. Linea gialla, 9 fermate per il Duomo di Milano e 14 per la stazione centrale. Circa 11mila abitanti.

Paù, in dialetto locale, è freddafredda d’inverno e caldacalda d’estate. Ma soprattutto è umida. No, detto così non rende l’idea. Il valore medio dell’umidità giornaliera è del 75,5%. Il massimo, a dicembre, raggiunge l’84%. Almeno tre mesi di nebbia all’anno. Casa mia si affaccia su un bell’albero grande. Se al mattino riesco a vederlo pur non riuscendo a scorgere nient’altro, men che mai il cielo, allora è bel tempo. Altrimenti l’è dura. D’altronde un tempo era palude. Pare anzi che il nome derivi dal latino palus, palude appunto.

Sto esagerando, direte voi. Parlo così perché sono un terrone e sono abituato a svegliarmi quasi sempre col sole e ad andare a mare già a maggio. Esatto. E volete darmi torto? Ma all’amore non si comanda ed eccomi a Paullo.

E allora cerchiamo di conoscerla meglio. Non ci rintaniamo in casa guardando fuori e pensando: mamma mia bella, che accidenti di freddo, e chi esce. Anche perché Paullo non è solo il suo clima, qui ironicamente descritto, ma una realtà emblematica di un territorio che cresce, si sviluppa e ne traina altri. Proviamo a capirla e raccontarla. Raccontare il territorio alla gente è d’altronde proprio la mission di questo giornale.

Lo faremo in più puntate. In un percorso descrittivo senza pretese che però speriamo riesca a cogliere gli aspetti salienti di un contesto che, aldilà delle apparenze, è ormai centrale nelle attuali dinamiche di sviluppo di Milano e quindi dell’Italia intera.

Partiamo da un libro che un’amica paullese ci ha segnalato. Si tratta di “Paullo… ieri”, di Antonio Agnesi, edito nel 2000 dal Comune di Paullo i cui amministratori vi scrivono: “…poco importa che vi siamo nati oppure no (…) questo luogo rappresenta il nostro spazio, l’ambiente nel quale viviamo. Conoscerlo da diversi punti di vista è importante; è una condizione primaria che ci aiuta a garantirne il rispetto più genuino, a difenderlo.”

Partiamo con l’acqua. L’acqua è stata fondamentale per Paullo. La Muzza. “La storia di Paullo è inscindibilmente legata a questo canale che proprio nel paullese appare in tutta la sua maestosità”.

La Muzza nasce dall’Adda ed è stata nel tempo trasformata “in un imponente canale d’irrigazione (…) nel 1220 l’acqua arrivava già a Paullo tramite un ramello secondario dell’Adda e da qui raggiungeva Melegnano ed il Lambro tramite un altro ramello naturale: l’Addetta (…) Adda – Adda Nuova – Addetta – Lambro”.

Poi i milanesi cercarono di deviare anche l’Adda. Ci provarono. Ma lodigiani, parmensi, cremonesi e mantovani si opposero. Botte da orbi, i milanesi le buscarono a Gorgonzola e non se ne fece più niente. Anzi, venne fissato un regolamento sull’utilizzo delle sue acque: “…tutta l’acqua ed il letto e le rive della Muzza dal principio alla fine, e le strade che costeggiano il fiume da ambo i lati sono di proprietà assoluta del Comune di Lodi, in quanto sono nel territorio laudense e nessuno può avervi diritto…” Successivamente il canale fu privatizzato, quindi tornò pubblico.

Pendenza media 1%, il doppio dei canali analoghi. 15 dighe subacquee, dette levate. In territorio di Paullo il “Ponte Primiserie”, con il quale chiudiamo questo nostro incipit.

Le antiche storie che i paisan (contadini) raccontavano nelle fredde sere d’inverno parlavano di apparizioni del Diaul (Diavolo) al Punt de’ Primiseri. Ora il luogo è completamente diverso; sono spariti il ponte in legno, il bosco e le leggende”.

Alla prossima.