Poster Ufficiale delle Olimpiadi di Parigi 2024
Le Olimpiadi di Parigi 2024 si prestano ad una duplice chiave di lettura: quella sportiva e quella dello spettacolo che la Francia ha voluto mettere in scena.
Per lo sport siamo ancora a metà strada e anche se alcune prestigiose medaglie sono state già assegnate molto deve ancora venire, dunque ne parleremo più in là.
Viceversa, lo spettacolo si è già interamente dispiegato e su questo possiamo dire quasi tutto.
All’inizio la scena non è stata particolarmente brillante.
Il corteo dei barconi sulla Senna con gli atleti a bordo non è stato esaltante: i barconi non erano belli, alcuni esageratamente grandi e altri minuscole barchette; gli atleti stavano li sparpagliati a sventolare le loro bandierine senza un briciolo di coreografia che desse un senso al tutto.
Ma subito dopo lo spettacolo è cambiato: la vista dei bellissimi ponti sulla Senna variamente illuminati è stata affascinante; gli spettacoli che si sono svolti sia sulle sponde che sull’acqua sono stati di grande qualità; il destriero d’argento che galoppava sul fiume è stato un vero pezzo di bravura; “L’Hymne à l’amour” di Edith Piaf cantato da Celine Dion al primo piano della Tour Eiffel è stato struggente.
Poi, alzando lo sguardo, abbiamo visto la Parigi del secondo Impero, quella costruita nella seconda metà dell’800 da Napoleone III e dal Prefetto Haussmann; e abbiamo visto la Parigi ultramoderna della Défense, costruita cento anni dopo, con la Grand Arche a fare da contrappunto all’Arc de Triomphe voluto da Napoleone Bonaparte per celebrare la vittoria nella battaglia di Austerlitz del 1806.
Ma, soprattutto, abbiamo visto i monumenti e i luoghi-simbolo di Parigi accompagnarsi alle gare sportive: Tour Eiffel e Champ-de-Mars, per il beach volley e la lotta; Place de la Concorde-Jarden des Tuileres-Champs Élysées, per gli sport da strada; Grand Palais, per la scherma; Les Invalides, per il tiro e la maratona; la Reggia di Versailles, per l’equitazione; Yves du Manoir, per l’hockey su prato.
E accanto a questi gli storici e prestigiosi impianti come il Roland-Garros per il tennis e lo Stade de France per l’atletica. E, infine, le gare che si svolgono in altre città: sette diverse per il calcio; Marsiglia per la vela e persino la lontanissima Tahiti per il surf. Mai si era vista una così intima commistione tra sport e città.
Si dirà – e si è detto – che la Francia ha voluto mostrare ancora una volta la sua grandeur, ed è vero.
Ma qual è la colpa o il difetto? E’ un Paese che con la Rivoluzione del 1789 ha accompagnato la nascita della Modernità nel mondo civile; che dopo le umiliazioni subite dal nazismo e la oscura parentesi del Governo di Vichy ha saputo affermare una solida democrazia e ricostruire il proprio tessuto economico e sociale; che uscita sconfitta dalla lunga stagione del colonialismo ha saputo costruire un ambiente di integrazione; che è presidio di libertà, di uguaglianza e di tolleranza nel mondo.
Ben venga una celebrazione di tutto questo in un evento che si svolge sotto gli occhi del mondo. Ben venga l’Olimpiade di Parigi 2024.
Post scriptum
Dopo la cerimonia si è aperto un siparietto messo in scena da persone e istituzioni scandalizzate dal tableau titolato “Festività”, in cui la deejay- Lgtbtq Barbara Butch insieme a due Drag Queens e altri colorati personaggi di vario genere (in totale 16) hanno messo in scena una festa dalla forte impronta dionisiaca. Lo scandalo è stato motivato dal fatto che si sarebbe trattato di una caricatura della ”Ultima cena” di Leonardo, in cui è rappresentato Cristo a tavola con i dodici Apostoli (in totale 13), dunque da considerare blasfema e offensiva per la cristianità.
Quale acuta analisi interpretativa abbia condotto a questa conclusione non è dato sapere, perché gli scandalizzati non ne hanno fatto cenno, ma è del tutto evidente che le due opere non hanno alcuna attinenza né formale né ideologica tra loro, per cui sostenere il contrario significa commettere un grossolano errore.
D’altronde nessuna meraviglia pensando alla caratura intellettuale e culturale di alcuni di quelli che per primi hanno menato scandalo: dall’oscurantista Orban, all’ineffabile Salvini, al delirante Musk, per citarne solo alcuni, ovviamente tutti trumpiani.
Peraltro, per citare un precedente di molti anni fa, nessuno scandalo era stato menato allorché la “Trattoria Toscana Bagutta” mise in circolazione una cartolina dedicata al celebre “Premio Bagutta” in cui erano rappresentati dei personaggi (in totale 11), presumibilmente i giurati del premio, che discutevano animatamente attorno ad una tavola su cui campeggiavano bottiglie di vino e di grappa, un’etichetta del “Panforte di Siena”, uno spartito musicale e una copia del “Corriere della sera”. Per di più in quel caso il fondale della scena era pressoché uguale a quello del Cenacolo leonardesco, a differenza di quello del tableau parigino che, a chi sa leggere, appare completamente diverso.
Una notazione, infine, sulla posizione espressa – solo dopo molti giorni – dalla Santa Sede con un comunicato stampa in lingua francese (solo per loro?) che si è dichiarata “rattristata” per la “offesa ai credenti”.
Ebbene da parte di una così alta Autorità sarebbe stata quanto mai opportuna una più attenta e meditata lettura del fatto, il che avrebbe evitato di prendere un clamoroso abbaglio e, soprattutto, di ritrovarsi associata ad una così poco commendevole compagnia.