Questo mese ci concentriamo sulla Liguria e la Sardegna.
“Il porto di Genova, Voltri escluso, è di fatto bloccato nel suo sviluppo da inadeguate connessioni ferroviarie e stradali, dalla posizione della diga foranea e dell’aeroporto; il nuovo terminal di Vado si scontrerà presto con i limiti di una autostrada satura e lontana dal Porto. A La Spezia, dopo 20 anni di immobilismo, dovrebbe partire un importante piano di sviluppo di banchine, del quale però, in assenza di certezze sui dragaggi, non si vede ancora traccia”. Sono parole del presidente di Confetra Liguria, Alessandro Larghezza, che se la prende anche con il penoso stato di tutto il sistema autostradale ligure e si domanda quale sia il destino dei porti liguri, che paragona a Shangai e Rotterdam. Non sarebbe un problema di mancanza di risorse, quanto di burocrazia e di inadeguatezza delle pubbliche amministrazioni. Bisognerebbe estendere le possibilità della legge 130 (nata per fronteggiare l’emergenza Morandi) a tutto il sistema infrastrutturale e logistico ligure. Forse è tutto giusto. Anche se, pensare che basti una pubblica amministrazione più efficiente e un po’ di poteri straordinari per portare a Genova i numeri di Shangai e Rotterdam rischia di gettare la palla fuori campo e di non tenere nel giusto conto le concrete problematiche strutturali complessive.
A Cagliari, venerdì scorso, si è tenuto il convegno “Golfo degli Angeli e non dei fantasmi”, organizzato dall’Associazione Agenti Marittimi della Sardegna, per discutere di un ripensamento complessivo del porto di Cagliari e, in parte, di Sarroch. L’idea sarebbe quella di concentrare nel porto storico di Cagliari tutti i traffici passeggeri relativi alle navi da crociera e ai mega yacht e, attraverso il riutilizzo complessivo del porto canale, anche quello che prevede la delocalizzazione del traffico su navi ro-ro.
Ne hanno parlato tra gli altri: i sindaci di Cagliari e Sarroch, Paolo Truzzu e Salvatore Mattana (chiedendo l’abbattimento dei vincoli all’utilizzo produttivo della più estesa area industriale retroportuale d’Italia e la nascita di una zona franca); il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas; il rappresentante del Gruppo Moby Tirrenia; il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Massimo Deiana (che non ha condiviso l’idea di ridisegnare completamente il porto); il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci (che si è soffermato anche sul tema della destagionalizzazione).
Il convegno ha posto in evidenza tre fattori chiave. La Sardegna deve essere protagonista del suo cambiamento e non può attendersi aiuti particolari se non cambia atteggiamento e approccio ai mercati. Esistono enormi potenzialità di sviluppo nel mercato delle crociere come in quello degli yacht ma il mercato va approcciato utilizzando le leggi del mercato. La burocrazia e i vincoli che ne derivano rappresentano e rappresenteranno il vero nemico contro il quale ingaggiare una battaglia.