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Note a margine sul viaggio in corso di Zelensky in Europa

Il giro delle sette chiese

by Bruno Gravagnuolo
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Alcune note a margine sul viaggio in corso di Zelensky in Europa. La questione detta in breve è semplice. Si fa per dire! Kiev sta perdendo la guerra. A detta del celebre storico francese Emanuel Todd che predisse il crollo dell’URSS, l’esercito ucraino è già crollato. Gli USA e la Ue di fatto non danno disco verde a Zelensky per colpire in profondità la Russia. Paventano escalation nucleare. Il leader non sa che pesci prendere. E fa il giro di sette chiese in Europa. Inclusa la visita al Papa del quale respinse ogni mediazione l’anno passato.

Ottiene poco. Vorrebbe chiudere senza disonore. Schivando la destituzione in un paese distrutto e dal parlamento chiuso, con opposizione messa a tacere. Ma egli sa che deve cedere i territori, impossibili da liberare. Si aggrappa perciò alla speranza di scongiurare tutto ciò, anche se arrivasse Trump. Con il piano della guerra protratta e un piano “b”, ambiguamente compresenti nel suo annunciato “Piano della vittoria”, da presentare a novembre, dopo le elezioni USA.

Ecco allora estratto dal piano generale ambiguo, il piano b di Zelensky: tregua armata coreana. Con territori a Russia non riconosciuti come russi. Ma con ingresso di Kiev in NATO, magari con ombrello esterno. Senza basi. Tuttavia a Russia le terre irredente nella dottrina di Kiev – se pur in mano russa – non stanno bene. E in più, last but not least, la Russia teme NATO.

Poiché anche se fuori fisicamente da Ucraina, la NATO, con terre irredente nella legge Ucraina, resterebbe una miccia accesa pronta ad esplodere, e ad essere invocata a difesa, laddove Kiev tentasse la rivincita. Come nel 2014 contro il Donbass russo. Dunque il vero nodo della guerra non sono in realtà i territori, bensì la NATO in quanto tale. La Russia sarebbe molto più disposta a concessioni territoriali, in assenza di NATO e di status neutrale di Kiev. La quale dovrebbe quindi cancellare innanzitutto dalla sua Costituzione l’appartenenza alla NATO, sancita nel 2018, che in definitiva è la vera causa della guerra, sia pur mescolata alla questione nazionale delle terre russe. Che si contrappone alla questione storico-nazionale e identitaria del resto dell’Ucraina centro settentrionale.

Come se ne esce? Solo con una complessa architettura diplomatica tra Imperi. Multilaterale. Molto complicata e ad oggi forse utopica. Tra Euro NATO America e Russia. Mentre la Cina, mercato chiave per la Germania, resta sullo sfondo. E lucra a suo modo. Nella sinergia con la Russia. Cina più munita e rafforzata che mai a fronte delle sfide globali che la vedono fortissima sulle tecnologie d’avanguardia, di cui la Ue ha bisogno. Bel pasticcio ha combinato l’America. Negli ultimi decenni. Ha rafforzato i suoi competitor unendoli a doppio filo. Ai suoi danni e nostri! Né si vede come la Ue divisa e indebolita possa porvi rimedio.