Con 465 voti favorevoli, 150 contrari e 60 astenuti, quindi a larga maggioranza ed il voto contrario dei soli gruppi sovranisti, il Parlamento Europeo ha approvato in questa settimana (Giovedì 23 Luglio) la risoluzione sul Recovery Fund elaborata ed approvata nel Consiglio Europeo “da record” conclusosi negli scorsi giorni.
Contrariamente a quanto ci si aspettasse alla vigilia dei lavori, dopo cinque giorni e cinque notti di estenuanti trattative, il fronte rigorista capitanato dall’olandese Rutte si è dovuto arrendere al vento nuovo che spira sull’Europa, soprattutto in questi ultimi mesi di gestione dell’emergenza Covid.
Il “debito comune europeo” che qualche mese fa era soltanto un auspicio di pochi, grazie al cambiamento di rotta di Paesi come la Germania, e la determinazione a voler concludere la partita del Recovery Fund, senza più rimandare, da parte del Premier Conte e di altri capi di Governo di Paesi molto colpiti dall’emergenza sanitaria come la Spagna e la Francia, è divenuto una realtà che cambierà totalmente l’approccio alla politica economica dei 27.
La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen intervenendo nella seduta del Parlamento Europeo durante la discussione sulle conclusioni del Consiglio Europeo del 17 – 21 Luglio, ha ribadito che “l’accordo raggiunto è un enorme successo […] Credo che Next Generation EU possa essere uno dei maggiori stimoli agli investimenti e alle riforme nel mondo intero, grazie agli investimenti nella diffusione del 5G, nelle infrastrutture di rete, nell’intelligenza artificiale e nella digitalizzazione industriale, nelle energie rinnovabili, nei trasporti sostenibili, in edifici efficienti sotto il profilo energetico. È il nostro modo per lottare contro il cambiamento climatico e di imboccare la via della modernizzazione!”
La strada per tutti è quindi tracciata ed è, senza ombre di dubbio, quella delle riforme e della modernizzazione che ogni Paese dovrà percorrere.
La presidente della Commissione ha pure sottolineato che “Oggi abbiamo la possibilità di ottenere qualcosa di storico per l’Europa. La pressione della crisi ha spalancato porte che erano sbarrate da lungo tempo. Per quanto le circostanze siano tristi, questa è anche un’opportunità per l’Europa, per la nostra comunità. Next Generation EU è un grande segnale di solidarietà. Poiché Next Generation EU si basa sul metodo comunitario, l’UE contribuirà a guarire le ferite e a ravvicinarci. Questa volta portiamo tutti insieme sulle spalle il peso della responsabilità per il destino dell’Europa e per le future opportunità dei nostri figli”.
E se è vero, come più volte ha tenuto a sottolineare il Presidente del Consiglio Conte, che il risultato da lui ottenuto al tavolo del Consiglio Europeo, peraltro riconosciutogli anche dalle opposizioni (ovviamente con “la dovuta eccezione”), appartiene all’Italia intera, sarebbe forse giunto il momento di remare tutti nella stessa direzione e presentare, uniti, il piano di sviluppo che accompagnerà la crescita dell’Italia nei prossimi anni.