Venezia. Il 21 settembre Italia Nostra ha scritto al premier Conte ed al Ministro Costa per chiedere che la Laguna di Venezia sia di competenza del Ministero dell’ambiente e non di quello delle infrastrutture e trasporti. Questo perché la Laguna di Venezia sarebbe un “ecomosaico”, da proteggere come patrimonio dell’umanità, che non può essere ridotto ad alcune infrastrutture quali ad esempio il Mose. Propone quindi alcune modifiche, da apportare in sede di conversione, al Decreto Agosto (D.L. 104/2020). In particolare, che il controllo sia esercitato dal Ministero dell’ambiente di concerto con quello delle Infrastrutture e non solo da quest’ultimo. Sarebbe infatti indispensabile “il complessivo rispetto e l’attuazione delle direttive europee, delle leggi italiane e degli strumenti di pianificazione e gestione delle acque della Laguna (in connessione con il bacino scolante e il mare antistante)”.
In buona sostanza un’inversione dell’ordine di priorità: non devono essere le esigenze portuali a dettare le linee gestionali, ma quelle dell’ambiente lagunare. Perché l’attuazione delle leggi e il rispetto dell’ambiente, in un’ottica di equilibrio complessivo, non possano essere garantiti dal Mistero delle infrastrutture non è chiarissimo. A meno che, ma sarebbe da maligni pensarlo, non vi siano valutazioni più squisitamente politiche.
La Spezia. Anche Confetra Liguria si è rivolta al Governo. Ma anche, forse soprattutto, al riconfermato Presidente della Regione Giovanni Toti. Lo ha fatto per lanciare l’allarme sul mancato completamento del piano regolatore portuale di La Spezia e sull’interruzione degli investimenti sull’ asse ferroviario Tirreno/Brennero, che connette il porto con il proprio hinterland naturale. Il porto di La Spezia rischierebbe così di perdere la propria centralità nel sistema logistico nazionale. Ne deriverebbe “da un lato, la necessità di un immediato sblocco degli investimenti sulle banchine e dei dragaggi, nonché del potenziamento di un’infrastruttura strategica quale la ferrovia Pontremolese, dall’altro la necessità di disporre al più presto di una guida salda e autorevole ai vertici dell’Autorità di Sistema Portuale”.