Ieri ho partecipato all’intervento di recupero “In azione per la Villa Comunale”, promosso da varie associazioni con il supporto del Comune, per dare il mio contributo di cittadina attiva nella salvaguardia del patrimonio collettivo.
Sinceramente non posso dire che il parco al nostro arrivo versasse in uno stato di “degrado”, ma solo di trascuratezza e incuria, laddove un giardino storico meriterebbe certamente altra attenzione.
Dal punto di vista della pulizia, abbiamo trovato un po’ di vetro, pochissima plastica e persino pochi escrementi. Delle due l’una: o i frequentatori della Villa appartengono tutti alla cerchia delle persone civili oppure, sapendo che ci sarebbe stato l’intervento, gli addetti hanno “veramente” pulito (?!?).
Un responsabile ci ha spiegato che il problema non sono tanto i piccoli rifiuti, perché il giardino è al riparo dai danni della movida che semina lattine e bottiglie, essendo chiuso dopo una certa ora; il problema sarebbero gli ingombranti portati da chi vi trova riparo per la notte scavalcando i cancelli.
Dal punto di vista del verde, invece, abbiamo trovato un bel po’ di problemi: prati non curati, erbacce a contornare il ciglio delle aiuole, il fango, che purtroppo si crea per la particolare pavimentazione, che pare sia stata sbagliata, occludeva alcuni tombini, erbacce e fango circondavano il tronco gli alberi singoli che si trovano nella parte centrale. Ovviamente, mi riferisco alla zona in cui ho operato con la mia squadra e cioè quella a partire dall’ingresso di piazza Vittoria.
L’intervento comunque ha dato alla Villa Comunale un aspetto migliore, ma soprattutto è servito a coinvolgere famiglie intere, ragazzi scesi di casa con vanga e rastrello e non più giovani come me nella cura di un pezzo della città ed a sollecitare l’attenzione sul fatto che la Villa è un giardino speciale e va curato di conseguenza.
L’organizzazione dell’intervento è stata perfetta nell’accoglienza, non altrettanto tecnicamente. Purtroppo, non tutti gli attrezzi forniti erano proprio adatti all’uso, non tutte le squadre erano dirette da tecnici, alla fine, abbiamo capito da soli che bisognava limitarsi a ripulire il ciglio delle aiuole dalle erbacce, liberare i tombini dal fango e fare pulizia alla base degli alberi.
Ma che fine avrà fatto poi tutto il materiale, che abbiamo raccolto? Non si trattava propriamente di rifiuti, quindi si spera sia andato al compostaggio. Certo che in un parco così grande qualche compostiera non starebbe male, ma dubito che la Sovrintendenza darebbe mai il permesso di istallarle.
Concludendo: ben vengano queste iniziative, magari anche presto, magari dove il degrado ha sopraffatto il verde, magari a Fuorigrotta, Piazzale Tecchio, Bagnoli …
di Carla Orilia