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Napoli contro l’autonomia differenziata

by Flavio Cioffi
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Maschio Angioino di Napoli, Antisala dei Baroni. Pomeriggio di venerdì 17 (!) febbraio. C’è lo sciopero dei trasporti e in serata gioca il Napoli. Politici e docenti universitari approfondiranno il tema dell’autonomia differenziata, esponendo le ragioni del NO. Non c’è da prevedere un grande pubblico. E invece… E invece la gente c’è stata eccome. L’Antisala era piena e lo è rimasta per tutta la durata dell’incontro e molti non sono intervenuti a titolo personale, ma in rappresentanza di comitati, associazioni e via dicendo.  Segno che il tema è sentito e che l’organizzatrice della riunione – la consigliera comunale Alessandra Clemente, già assessora e candidata Sindaca di Napoli – ha messo in piedi un Coordinamento che funziona. E che pare tornerà a farsi sentire sul territorio.

 

 

Prima che i relatori cominciassero gli interventi, ho posto ad alcuni di loro una domanda provocatoria: sareste favorevoli all’abolizione delle Regioni? Pietro Spirito, economista e docente universitario, già Presidente dell’Autorità portuale, ha risposto subito affermativamente. Con entusiasmo. Paola Nugnes, ex senatrice pentastellata che lasciò il Movimento in polemica con il Governo Conte I, ha detto semplicemente si. Maria Muscarà, consigliera regionale 5Stelle della Campania, prima mi ha guardato perplessa. Poi mi ha chiesto: Stato centrale, Province e Comuni come una volta? E certo. Allora si. Ed è una consigliera regionale, sa di che parla. Infine, la padrona di casa Alessandra Clemente. Anche lei favorevole.

Come mai tutti contro le Regioni? Perché non sono deluchiani? In parte, probabilmente, si. Perché l’emergenza Covid ne ha evidenziato, in tutta Italia, l’assoluta inadeguatezza? Anche. Perché se poi fanno l’autonomia differenziata diventa peggio che andar di notte? Pure. E non solo al Sud, attenzione. Se i soldi prodotti a Milano restano a Milano ma vengono spesi come vengono spesi oggi (vedi le RSA durante il Covid, per esempio), non c’è da stappare lo champagne neanche sopra il Rubicone. Ma veniamo agli interventi.

 

 

Alberto Lucarelli (Università Federico II) ha ripercorso tutti i passaggi strategici che hanno condotto all’attuale snodo dell’autonomia differenziata. Si starebbero di fatto restringendo gli spazi sia della democrazia partecipata che della democrazia rappresentativa.

Piero De Sena (Università di Palermo) ha messo in evidenza che la Carta dei diritti delle Nazioni Unite si pone in contraddizione con l’autonomia differenziata e con la continua sottrazione di diritti sociali.

Paola Nugnes ha ricordato che la battaglia sui diritti deve partire dal tessuto dei territori e non dalle istituzioni, che sono ingabbiate in una logica che ne riduce l’efficacia. Finalmente un richiamo alla mobilitazione.

Maria Muscarà ha messo in evidenza l’ambiguità della discussione sull’autonomia differenziata in Regione Campania. Dopo una serie di interventi tutti contrari, è stato votato da 48 consiglieri un ordine del giorno che dà mandato a De Luca per trattare le più ampie possibilità di autonomia.

Pietro Spirito ha sottolineato che nulla va dato per scontato. Le regioni, nate per programmare, non hanno mai programmato. Hanno gestito sostituendosi alle amministrazioni comunali. Le materie già affidate alla competenza delle Regioni (sanità e trasporti) hanno dimostrato che l’affidamento in autonomia ha peggiorato i divari e la qualità complessiva dei servizi al cittadino.

 

In separata sede la Clemente ci ha detto che nelle prossime settimane le iniziative NO autonomia differenziata proseguiranno fra la gente, in un’ottica concreta di coinvolgimento attivo. Quel coinvolgimento che sembrerebbe mancare nell’azione del Sindaco Manfredi. Il quale, forse per una scelta di equilibrismo politico, trattiene deleghe fondamentali e non procede a tutta una serie di nomine necessarie al territorio. Quanto alla Regione Campania, si è detta assolutamente contraria al terzo mandato per De Luca e non ha escluso la propria candidatura alle prossime regionali.