Foto by Rosanna Astengo
Naples à Paris, Napoli a Parigi: il Louvre invita il Museo di Capodimonte, è il titolo della mostra inaugurata al Louvre il 6 giugno alla presenza dei due Presidenti Macron e Mattarella. Si tratta di oltre 70 opere provenienti dal museo di Capodimonte che, nell’intenzione dei curatori, dialogano con opere coeve presenti nel museo parigino. I tesori di Capodimonte, dunque, «disseminati» nelle sale del Louvre, come una collezione nella collezione. Già nell’intitolazione della mostra sembra di percepire un galante invito di una città all’altra per farsi scoprire e magari fare insieme un giro di valzer. Del resto, è la prima volta che l’esposizione è dedicata ai tesori di un altro museo. Perché proprio Capodimonte? Forse perché il direttore del nostro museo Sylvain Bellenger è francese? Forse perché la storia delle due città si interseca molto più di quanto non si sappia. Bellenger ha parlato di alleanza dell’arte che mi sembra una bellissima espressione in un mondo dominato da furori e rancori.
Cosa accomuna i due luoghi? Innanzitutto, il fatto che si tratti di palazzi reali trasformati in musei che custodiscono le collezioni ereditate dalle dinastie che vi hanno regnato. Poi, la grandezza e lo splendore delle dinastie che vi si sono insediate e che hanno fatto dell’arte motivo di ornamento e riconoscimento politico. Il dialogo tra le opere durerà sei mesi (dal 7 giugno 2023 all’8 gennaio 2024) e vedrà impegnati tre spazi in particolare: la Grande Galerie, la Salle de la Chapelle e la Salle dell’Horologe.
Nella prima si offrirà ai visitatori una panoramica della pittura italiana dal XV al XVII secolo. Trentuno dipinti provenienti da Capodimonte, tra i maggiori della pittura italiana, in relazione con le collezioni del Louvre con opere di Tiziano, Caravaggio, Carracci, Guido Reni. Ma ci sarà anche la possibilità di avere una panoramica completa su scuole poco rappresentate all’estero, in particolare, la Scuola napoletana con artisti come Jusepe de Ribera, Francesco Guarino, Mattia Preti. Sarà anche un’occasione per scoprire la Crocifissione di Masaccio, uno dei maggiori artisti del Rinascimento fiorentino, ma assente dalle collezioni del Louvre, un grande dipinto di Giovanni Bellini, La Trasfigurazione, di cui il Louvre non ha un corrispettivo, e tre dei più bei dipinti del Parmigianino, tra cui la famosa ed enigmatica Antea. Il confronto di queste opere con i dipinti di Raffaello promette di essere uno dei momenti di maggiore attrattività della mostra.
Nella Salle de la Chapelle ci saranno testimonianze delle differenti epoche del Regno di Napoli con le dinastie che prima dell’Unità d’Italia hanno svolto un ruolo essenziale nella costituzione di questo grandioso insieme: i Farnese, i Borbone e Bonaparte-Murat. Vi sono riuniti dipinti come il Ritratto di papa Paolo III Farnese con i nipoti, di Tiziano, e il Ritratto di Giulio Clovio, di Greco, sculture e manufatti eccezionali, tra cui la Cassetta Farnese, la più preziosa e raffinata delle opere di oreficeria del Rinascimento insieme alla Saliera di Benvenuto Cellini, e lo straordinario biscuit di Filippo Tagliolini, La Caduta dei Giganti.
Nella Salle de l’Horologe sono esposte quasi trentamila opere provenienti dal Gabinetto dei disegni e delle Stampe di Capodimonte, che si è costituito con i fondi di Fulvio Orsini, umanista, grande studioso e bibliotecario, del Cardinale Alessandro Farnese, noto come il Gran Cardinale e nipote di Papa Paolo III, e poi del Cardinale Odoardo Farnese. Orsini ha costituito la prima collezione al mondo di disegni di studio e disegni preparatori. Questo approccio nuovo e rivoluzionario ha portato all’acquisizione di quattro cartoni preparatori di Raffaello e Michelangelo. Mosè davanti al roveto ardente di Raffaello e il Gruppo di armigeri di Michelangelo sono propedeutici alle decorazioni del Vaticano e sono oggi riconosciute come opere autografe. Il cartone della Madonna del Divino Amore e quello di Venere e Amore sono considerati come opere eseguite dagli allievi dei due maestri. Questi capolavori estremamente rari verranno presentati al Louvre insieme con celebri disegni conservati nel Cabinet dei Disegni del Louvre, come la Santa Caterina di Raffaello o il cartone recentemente restaurato de La Moderazione di Giulio Romano, l’allievo più vicino a Raffaello e suo stretto collaboratore.
“La storia di Capodimonte è indissolubilmente legata al Regno di Napoli come la storia del Museo del Louvre è legata alla Rivoluzione francese – afferma Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte -. Numerosi capolavori di Capodimonte, come la Danae di Tiziano, il Ritratto di Paolo III Farnese sempre di Tiziano, l’Antea di Parmigianino non saranno delle sorprese per i visitatori, perché queste sono opere che figurano in molti manuali di storia dell’arte, ma la sorpresa sarà legarli a Capodimonte, un museo celebre per gli amanti dell’arte, ma ancora da scoprire per un più largo pubblico. Malgrado il legame storico dei francesi con Napoli, i visitatori di Pompei non sempre pensano di integrare il loro moderno “Grand Tour” con la visita in questo museo che si colloca tra i primi musei in Europa”.
Con questa iniziativa, il prestito di opere d’arte, non sempre ben visto dagli storici dell’arte per le criticità che il trasporto comporta, data l’intrinseca fragilità delle opere, si assolve ad un compito primario, quello di essere un laboratorio di idee e di esperienze per i musei, soprattutto quando li vedono protagonisti del patrimonio dei territori e dei paesaggi culturali di cui sono espressione e rappresentazione (ICOM- International Council of Museums Italia).
Napoli a Parigi sembra avere in questo senso tutte le carte in regola. Ora bisognerà vederla dal vivo o aspettare che Parigi venga a Napoli e dato il successo che già da ora sembra accompagnare l’iniziativa non mancherà molto perché ciò avvenga. Nel frattempo, accontentiamoci di visitare, per maggiori informazioni, il sito web del Museo del Louvre.
Dal nostro partner AudioLive FM, un podcast con l’estratto della diretta dalla conferenza stampa di presentazione di martedì 6 giugno.