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Muore un Papa

sento grande smarrimento

by Elvira Coppola Amabile
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Foto by DIOCESI DI ROMA

 

Mi spaventa l’odio in continua espansione che cerca sempre giustificazioni per conquistarsi il diritto di esistere.

In questo momento con la salma di papa Francesco e il suo popolo intorno sento grande smarrimento!

Credo che tutti cerchino di strumentalizzare ciò che accade estraendone significati (inesistenti) per rafforzare le loro convinzioni. Convinti di essere giusti. Nessuno escluso. Un narcisismo patologico.

Il papa viene usato come uno straccio per ripulirsi o per sporcare chi non è in sintonia con loro.

Ho scoperto un papa laico e illuminato. Ma l’interpretazione di quello che ha detto o fatto viene regolarmente falsata per opportunismi.

Tanta retorica! Quando qualcuno muore è tipico. Tipica l’esaltazione e la contrizione esibita per comunicare una partecipazione non sempre sincera. Se non si esagera fa parte dei riti di commiato.

Riguardo ai commenti non bisogna ascoltare nessuno!

Meglio sentirsi le interviste di papa Francesco.

Non molto conosciute. Sorprendenti.

Ne emerge un personaggio eccezionalmente aperto!

Mi ha colpito la sua visione di trasformazione del mondo della vita e della Chiesa.

Importante!

La percezione corretta del discorso ambientalista era concreta senza ideologismi devianti. Realistica!

Ho apprezzato l’apertura verso i gay e le donne.

Mi rincresce di non essermi soffermata con continuità e attenzione a tutti i discorsi di papa Francesco. Considerando che anche la stampa, eccetto quella cattolica, non ha sempre dato ampio rilievo alle sue visioni del mondo, e molti dall’interno lo contestavano.

Tutte le chiacchiere fatte ora in questi momenti sono “miseria umana”. Sciacallaggio spudorato senza dignità. Accettabili le citazioni interpersonali opportune o meno. L’uomo Francesco le interpretava con sincerità e convinzione.

Oggi sono spaventata soprattutto dall’odio che cerca giustificazioni continue per aver diritto di manifestarsi ed esistere.

Ognuno crede al pifferaio più attraente. Non se ne può più.

Le definizioni le etichette “voi” “noi” rispetto a chi? Abbiamo un quadro di una modestia intellettuale infinita. E non c’è occasione che non emerga.

Stimo pochissimi esponenti. Della sinistra e della destra.

La guerra delle parole è stantia e patetica. Ogni tanto ne emerge una da stigmatizzare che ripetono a pappagallo tutti convinti e furbi imbonitori.

Aspetto che un po’ di saggezza risorga da questo quadro esausto.

Auguri a tutti noi.

Ci meritiamo di più.

Forse è presuntuoso non sentire di appartenere a nessuno degli attuali schieramenti partitici. Nello stesso tempo sono insopportabili le strumentalizzazioni.

I tempi stanno cambiando rapidamente. Non ci sono riferimenti validi. Li dobbiamo cercare dentro di noi e forse proporli se abbiamo coraggio.

Ripensiamoci.

 

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