Si chiama proprio così: Mmò, che sta per Metropolitana Museo Obbligatorio, e il relativo iter realizzativo starebbe per partire a giorni con l’obiettivo di garantire al meglio la fruizione, il più possibile gratuita e popolare, dell’arte esposta nelle stazioni della nostra metropolitana con circa 200 opere di autori contemporanei.
Si tratterebbe di una proposta di finanza di progetto (art. 183 D.Lgs. 50/2016) per cui viene presentato al Comune di Napoli un progetto gestionale sulla base del quale, se approvato, si indice poi una gara pubblica.
I proponenti, che si riuniranno in un soggetto appositamente costituito, dovrebbero essere: la Metropolitana di Napoli; la Gesac, gestore dell’aeroporto di Capodichino; la CoopCulture, la cooperativa che opera nel settore dei beni e delle attività culturali in tutta Italia; e forse altri anche pubblici.
L’inizio delle procedure sarebbe, come detto, imminente e nel primo semestre del 2019 si affiderebbe il servizio. Quindi, a inizio 2020, il concreto avvio con un investimento privato di un milione di euro tra 2019 e 2023.
Il Comune affiderebbe a Mmò la gestione degli spazi commerciali delle stazioni in cambio di un canone. L’idea sarebbe quella di attrarre nuovo turismo, tutelare il patrimonio artistico, creare nuova occupazione e coinvolgere le realtà culturali associative della città.
Si andrebbe dalle visite e attività didattiche ai servizi digitali, dalla manutenzione delle opere alla realizzazione di nuove anche nelle stazioni più periferiche e alla fruizione continuativa con il solo titolo di viaggio.
C’è l’aspirazione a fare di Mmò il museo più popolare del mondo, un museo diffuso sul territorio nel quale ogni stazione è un padiglione.
In bocca al lupo, noi prenotiamo un biglietto.