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Maturità Bussetti. Le griglie

by Piera De Prosperis
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Parliamo di nuovo della Maturità Bussetti? Non se ne parla mai abbastanza, date le novità presenti e l’infausta tempistica di introduzione, cioè ad anno scolastico già avviato.

Affrontiamo ancora un altro aspetto del problema che tanto sta facendo dannare alunni, genitori, docenti, dirigenti: le nuove griglie di valutazione.

Per la prima volta vengono rese disponibili apposite griglie nazionali di valutazione, che dovrebbero consentire alle commissioni di garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti. Il tutto all’insegna della trasparenza nella valutazione. Chi lavora nella scuola sa quanto tempo i dipartimenti dedicano alla formulazione di criteri di giudizio delle prove scritte e di quella orale. Premesso che è molto difficile acquisire un criterio oggettivo perché ci sono variabili emotive e caratteriali, nonché spesso di provenienza culturale degli alunni, che non consentono l’applicazione di un metodo oggettivo, quantitativo e matematico di valutazione, l’iniziativa del Ministero sembra sottendere un’altra esigenza. Le statistiche circa gli esami finali del percorso superiore vede, il più delle volte, una percentuale di promossi con voti altissimi al Sud rispetto a scuole di pari grado al Nord. Può essere questo, oltre la giusta esigenza di equità, uno dei motivi che ha spinto un ministro leghista a volere criteri uniformi?

E’ pur vero che si sentiva il bisogno di una voce che unificasse le tante proposte operative. Nello specifico, per la prima prova scritta, sono stati definiti indicatori generali che si riferiscono a tutte le tipologie testuali e indicatori specifici di cui tener conto nell’attribuzione del punteggio per le diverse tipologie. Invece, per quanto concerne la seconda prova scritta, le griglie si riferiscono alla valutazione complessiva dell’elaborato senza distinzione tra le diverse parti che possano caratterizzare la struttura e la tipologia della prova.

Chi ha adoperato le nuove griglie per la correzione della simulazione di prova avrà notato che, tutto sommato, gli indicatori non si discostano da quelli in uso in ogni scuola e che, per la prima prova, la novità consiste nell’aver attribuito 60 punti ad indicatori generali (coesione e coerenza, correttezza grammaticale e sintattica, ecc.) e 40 punti per lo specifico della prova (a seconda che si tratti di un’analisi testuale o un saggio). Ovviamente spetterà alle singole scuole dare un peso diverso ai singoli indicatori, fermo restando la somma 60+40. Per una maggiore uniformità forse sarebbe stato il caso di attribuire, già da subito, alle singole voci un valore interno. Immagino ora le polemiche ed il lavoro minuzioso e certosino di dosaggio dell’effettivo peso di un indicatore sull’altro. Ma tant’è, fatta la legge, trovato l’inganno.

Diverso invece il procedimento per la correzione della seconda prova scritta. Qui la griglia è molto più semplice perché vi è l’attribuzione del punteggio ad ogni indicatore, correlato agli obiettivi della prova. Poiché qui la questione è più spinosa data la novità della prova (latino/greco, matematica/fisica), il Ministero non ha voluto creare ulteriori disagi ed ha imposto dei valori numerici alle singole voci. Andando a piluccare, però, gli indicatori presentano già qualche difficoltà di interpretazione: Per esempio per la prova del classico, pertinenza delle risposte alle domande in apparato punti 4, il testo è molto generico ed aperto ad ogni libera interpretazione.

Più complessi gli indicatori per il liceo scientifico: formalizzare situazioni problematiche e applicare i concetti e i metodi matematici e gli strumenti disciplinari rilevanti per la loro risoluzione, eseguendo i calcoli necessari punti 6. Si tratta di consulenti sicuramente esperti di tassonomia, un po’ meno di scuola.

Paradossalmente, quindi, per le valutazioni del classico si va sul generico (tanto si tratta di chiacchiere), si cerca di fare sul serio per lo scientifico, (è matematica, ragazzi!).

Auguro ai miei colleghi di saper gestire anche questa ulteriore novità. Non sarà facile. Le polemiche, quando usciranno i quadri finali, non mancheranno, ma i docenti hanno una forza resiliente non indifferente.

La resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. 

Ma Bussetti la sta mettendo a dura prova.