Fa riflettere il discorso di Mattarella a Trieste del 3 luglio. Alla settimana sociale dei cattolici. Un punto è indiscutibile. Il presidente attacca la dittatura della maggioranza. Motivo classico della polemica democratica contro il governo degli uomini contrapposto al governo delle leggi. Ed era Bobbio ad agitare il tema: le leggi democratiche si rovesciano in dittatura legale degli uomini con il consenso della maggioranza. Che può a quel punto mutare le leggi. Paradosso roussoiano: la sovranità popolare espropria i singoli e la sovranità stessa. Richiamo esplicito di Matta! Lo abbiamo visto nel giacobinismo, nei fascismi, e nei totalitarismi leninisti pur nati da consenso e istanze liberatorie. Come non pensare alla prepotenza eversiva di Trump? E come non pensare nelle parole di Mattarella al rischio premierato? Distorsivo del voto eguale. L’opposizione resa inutile. Camere esautorate. Una minoranza che emargina e comprime le altre minoranze. Ovvio che Mattarella ce l’avesse con il premierato!
Una notazione sul Mattarella geo politico. Tutto giusto e utile ciò che ha detto a Trieste su dittature e pericolo della nuova guerra fredda, ma forse con una ambiguità. Guerra in Ucraina. La NATO può avere la sua zona di influenza? Da ovest ad est? Oppure Mattarella condanna in pari tempo Russia ed Euro NATO nel criticare le zone di influenza? Su questo punto Mattarella – inequivoco sul resto – è apparso poco chiaro. Il tema va ripensato a fondo prima che siano altri ad offrire risposte più “persuasive”.