Non si può parlare del porto di Napoli e dei collegamenti marittimi del suo golfo senza confrontarsi con Salvatore Lauro, che da decenni contribuisce a tratteggiare lo sviluppo dell’economia del mare nel nostro territorio. Chi di noi non ha mai preso un traghetto o un aliscafo dell’Alilauro? Lo abbiamo, quindi, incontrato per approfondire lo stato dell’arte e gli scenari futuri del settore.
Come valuta la nascita del sistema portuale regionale?
Molto positivamente, era veramente assurdo che nell’ambito della stessa regione ci fossero più autorità portuali. Già 15 anni fa, in Commissione trasporti al Senato, sostenni la necessità di un’Autorità unica. Anzi, bisognerebbe andare anche oltre. L’Italia deve guardare al Mediterraneo, anziché al Nord come fa la Germania, perché la nostra attenzione deve essere rivolta al mare, che non ha bisogno di ponti o di strade. Gli italiani considerano il mare soltanto sotto il profilo balneare, mentre dovrebbero pensarlo come opportunità di sviluppo e di lavoro per i giovani. Invece, siamo ancora arretrati. Per esempio, tutta l’Europa usa il gas liquefatto, ma in Italia navi per LNG non possono essere costruite per un problema di deroghe.
L’Autorità Portuale guidata da Pietro Spirito ha dato nuovo impulso?
Certamente. Dopo tanti anni di commissariamento, la presenza di un Presidente rappresenta una svolta epocale, soprattutto se si tratta di un uomo attivo come Pietro Spirito. Gli anni perduti si stanno recuperando molto velocemente. Tuttavia, il vero sviluppo passa attraverso la sinergia tra porto, armamento e strategia nazionale. Sul mare si è speso molto poco e la bandiera italiana non è più competitiva. La stessa Europa è in ritardo. Bisognava creare una bandiera europea, invece ognuno guarda al proprio orticello e la Grecia, che è in vantaggio, porta avanti la sua politica con successo. L’attività europea è trainata dalla Grecia e l’Italia segue con passo appesantito. Ci sarebbe bisogno di un Ministero del mare, necessario perché l’attività marittima è fondamentale per il futuro del mondo.
L’economia del mare ha necessità di un sistema di mobilità integrata.
Le città marinare sono tutte strette, non hanno grandi spazi. Ma anche città come Gioia Tauro, che è aperta al mare, non sono decollate per problematiche legate al trasporto via terra. La combinazione terra mare deve essere un unicum. L’integrazione con l’aeroporto e la stazione ferroviaria è essenziale, tuttavia è necessario investire e le risorse sono limitate. Perché il Nord Europa è competitivo? Perché ha investito a suo tempo, oggi che vorremmo farlo noi ci vengono contestati gli aiuti di Stato, quindi siamo in ritardo anche su questo. Non possiamo procedere a piccoli passi, altrimenti non saremo competitivi nonostante gli sforzi dell’Autorità Portuale. Occorre sinergia con le altre Amministrazioni, a volte poco collaborative, per imprimere una svolta radicale.
Parliamo di tecnologie per la mobilità.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo creato un’app che permette ai passeggeri di sapere in tempo reale se i mezzi sono in ritardo, se le corse vengono annullate a causa del cattivo tempo, ecc. La tecnologia ci aiuta a comunicare con gli utenti. Adesso bisogna mettere insieme terra e mare, per andare da Milano fino a Ischia o Capri o Sorrento, fino all’albergo, con un unico biglietto. Insieme alla Regione e ai grandi operatori dei trasporti si sta cercando di realizzare un progetto per creare un’unica piattaforma generale.
Altro tema è quello della mobilità sostenibile. In questa logica, il Gruppo Lauro sta costruendo una nave elettrica, trasformando un traghetto in refitting, per un servizio tra Procida e Monte di Procida. Avevamo anche un progetto con la Rolls Royce per un motore a LNG, ma con bandiera italiana oggi non si può fare, quindi o si va sotto un’altra bandiera o si aspetta che l’Italia risolva il problema delle deroghe.
Ci parli dei nuovi collegamenti lungo la costa.
Dopo molti anni di blocco, la Regione ha rinnovato le gare per la linea del Cilento e l’Archeo Linea, da Pozzuoli fino a Positano. Quindi si collegano tutti i porti e abbiamo riscontrato un grande afflusso, al punto che, durante il periodo estivo, siamo stati costretti a raddoppiare le corse su alcune tratte. La linea del mare è certamente la più comoda e competitiva e con lo sviluppo dell’aeroporto di Pontecagnano ci sarà ancora maggiore crescita.
C’è stato un salto generazionale nella gestione del suo Gruppo. Perché e con quali aspettative?
Io penso che i giovani siano il futuro del Paese. Le mie figlie hanno dimostrato passione e impegno. Dopo essersi formate all’estero, avere imparato varie lingue, aver fatto anche la gavetta per alcuni anni, ho ritenuto fosse venuto il momento di coinvolgerle nella gestione dell’azienda. Senza prendere iniziative, magari anche commettendo errori, non si può assumere la conduzione di una società, quindi ho deciso di fare un passo indietro e di aiutarle, se ne avessero bisogno, ma lasciando loro la responsabilità effettiva. L’azienda ha bisogno di cambiare perché è venuto il momento giusto per farlo.
di Flavio Cioffi