Ultima tappa della mia estate americana è Los Angeles, città dove enormi palme fiancheggiano le strade, un sole eterno scalda la costa, lasciando tracce rosa e viola nel cielo. Non capita spesso di avere davanti agli occhi il Pacifico, ma il primo impatto con Los Angeles confonde e disorienta. Raramente mi succede di non “cogliere” una città, qui avviene. Sarà perché è sconfinata: è grande come una regione, ha un’estensione di centinaia di chilometri, abitata da milioni di persone e percorsa da strade a sei corsie al suo interno. Si sviluppa tutta in orizzontale ed è impossibile muoversi senza un’automobile, prendere bus e metro è teoricamente possibile, ma qui fa strano a tutti.
Meglio scordarsi delle città europee, inutile cercare il centro, la piazza, la cattedrale o il monumento simbolo, qui non esiste niente del genere. Ci sono tantissimi quartieri che sembrano come piccole città adagiate una accanto all’altra che coesistono con equilibrio ma ciascuna con una connotazione diversa dall’altra. Una volta accettato questo si può andare alla ricerca di ciò che non si coglie a prima vista e immergersi nell’esperienza losangelina.
Sì, perché la Città degli Angeli è un luogo da vivere più che visitare, solo così inizia a svelarsi, attraverso quel vibe unico che cambia man mano che ti muovi all’interno dei suoi diversi distretti. La città delle stelle del cinema, la città dove ogni sogno è possibile. Che cosa l’ha resa tanto amata da molti personaggi del passato? Quali tesori nasconde, cosa non possiamo perderci a Los Angeles? Quando le sfaccettature sono tante è difficile trovare una identità unica.
Los Angeles è le spiagge di Santa Monica e Malibu, chilometri di sabbia e mare, delle onde perfette per il surf, dei tramonti infuocati al calar del sole. Los Angeles è il downtown della città coi suoi grattacieli e i palazzi di inizi Novecento. Los Angeles è Beverly Hills con le palme altissime e le ville sontuose. È Rodeo Drive dove, tra un traffico di Ferrari, Bmw, Mercedes, Porsche e Rolls Royce, si concentrano più di cento negozi del lusso con vetrine da sogno per uno shopping come Julia Roberts in Pretty Woman.
Ma è anche Skid Row, una città all’interno della città, un luogo a sé dove non entra neanche la polizia, qui vivono migliaia di senzatetto, alcuni dormono sopra un cartone, altri nelle tende che occupano i marciapiedi, Skid Row è uno dei più grossi agglomerati di homeless degli Stati Uniti da ormai un secolo. Los Angeles è piena di contraddizioni, come molte altre città americane, il degrado è sempre dietro l’angolo, come in tutte le città dell’ovest. Restare indifferenti è difficile, i contrasti sono parte integrante di questo tessuto urbano, ne costituiscono l’essenza, ma qui stridono più forte perché siamo nella prima economia mondiale. Sono contrasti che trovano eco anche nella campagna elettorale per la Casa Bianca. L’ala repubblicana, soprattutto la destra vicina a Donald Trump, fa del malessere delle grandi città americane uno spauracchio, la metafora del declino del Paese, denunciando il degrado e i crimini che sarebbero favoriti dalla gestione troppo morbida dei democratici.
Tutto questo poco lontano dalla fabbrica dei sogni di Hollywood, l’inaffondabile tempio della cinematografia mondiale che, grazie ad un uso magistrale di pubblicità, articoli e scandali, ha accresciuto il mito creando un vero e proprio Star System. È qui che nasce un film dalla sigla ai titoli di coda, ed è qui che la recitazione, il talento e gli effetti speciali che solo gli americani sanno creare ci lasciano a bocca aperta. La grande insegna bianca con la scritta Hollywood, installata sul Mount Lee, è uno dei simboli degli States e rappresenta la Mecca per tutti coloro che, per passione, si dedicano alla recitazione. Tutti a Los Angeles vogliono fare carriera nel cinema, nella musica o nella moda. Capita facilmente di incontrare troupe televisive che girano lungo le strade, giovani musicisti che suonano e realizzano video in posti insoliti come le metro o stazioni, modelle e modelli che posano davanti a un fotografo tra le strade della città e aspiranti rappers che “performano” sul lungomare di Venice Beach, la “Venezia” della California dove la Route 66 conclude il suo percorso attraverso gli Stati Uniti per gettarsi tra le onde dell’Oceano Pacifico.
Los Angeles condensa in un unico luogo fisico i valori fondamentali di cui il sogno americano si alimenta: desiderare una vita migliore, la libertà di realizzarsi e la ricerca della felicità, indipendentemente dallo stato di nascita. Il clima mite, l’abbondanza di materie prime, lo spazio sterminato, l’oceano e le concrete opportunità lavorative hanno da sempre offerto una solida garanzia di farcela, nonostante tutte le contraddizioni.
La mia estate americana finisce qui, è stata stupenda, infinitamente varia e degna di quel fascino che evoca il viaggio on the road nella West Coast. Un pezzo del mio cuore rimane lì, tra deserto e nebbie malinconiche, tra spiagge infinite e grattacieli riflettenti. E ora aspetta solo che io vada a riprenderlo.
https://www.genteeterritorio.it/la-california-dei-parchi-quando-la-natura-e-immensa/ – https://www.genteeterritorio.it/las-vegas-uno-sfavillante-universo-parallelo/